Immigrate, integrazione con la prevenzione
Sono soltanto il 20% le donne sotto i vent’anni di origine straniera, con residenza sulla nostra Penisola, che si sono recate almeno una volta dal ginecologo.
La visita con lo specialista riguarda, invece, il 70% delle loro coetanee italiane.
L’integrazione deve essere il primo imperativo: per questa ragione questo squilibrio deve preoccupare, posto che la crescita in termini di natalità in Italia dipende dagli stranieri. Negli ospedali del nostro Paese un parto su cinque è svolto da una donna di origine non autoctona. Il 26% è originaria dell’Unione Europea, il 25% proviene invece dall’Africa. Seguono l’Asia (18%) e il Sud-America (8%). L’età media delle madri è di 29 anni contro i 32 delle italiane.
E’ anche vero che il 34% degli aborti in Italia è praticato da immigrate.
La situazione in questo senso è stata delineata oggi dalla Società italiana della Ginecologia e Ostetricia (Sigo): è stato presentato il novantunesimo congresso della società scientifica dal titolo “La salute al femminile tra sostenibilità e società multietnica”, previsto in Roma dal 2 al 5 ottobre 2016.
Integrazione con la prevenzione per le immigrate: la parola agli esperti
Così si è espresso il professor Paolo Scollo, presidente nazionale Sigo: “Sul territorio nazionale vivono più di 1 milione e 700mila straniere in età fertile. Oltre 155mila hanno meno di 20 anni. Nella stragrande maggioranza dei casi queste ragazze si rivolgono a noi quando è già troppo tardi. Per esempio ci chiedono la pillola del ‘giorno dopo’ o di altri contraccettivi d’emergenza. Alla base manca una corretta cultura della prevenzione”.
Ecco le considerazioni del professor Giovanni Scambia, direttore del dipartimento Tutela della salute della donna della Cattolica di Roma e presidente del prossimo congresso Sigo: “Le giovani straniere sono una delle categorie più esposte al rischio di comportamenti sessuali non responsabili. Infatti il loro tasso di abortività è più del doppio di quello registrato tra le italiane di pari età. Per invertire questa pericolosa tendenza bisogna aumentare il livello di informazione avviando corsi specifici di educazione alla sessualità ed affettività”.
Inquinamento da traffico: nuoce ai polmoni (non è un luogo comune)
L'inquinamento da traffico nuoce ai polmoni. Non si tratta di un luogo comune, ma di un…Integrazione con la prevenzione per le immigrate: rafforzare la rete dei consultori
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Aggiunge Scollo: “E’ possibile realizzarli rafforzando la rete dei consultori. Grazie a queste strutture negli ultimi 40 anni milioni di cittadini hanno ricevuto assistenza. Adesso però è necessario migliorare la loro situazione qualitativa e quantitativa. Tutti gli abitanti del nostro Paese, italiani e non, hanno un grande bisogno di una corretta informazione sulla preservazione del proprio benessere”.
Il professor Enrico Vizza, segretario nazionale Sigo e presidente del prossimo congresso, ha dichiarato: “Le differenze culturali non favoriscono l’afflusso di donne nei nostri ambulatori. Il primo problema della lingua. Il 13% degli stranieri afferma di avere difficoltà nello spiegare correttamente in italiano i propri disturbi ad un medico. Per avvicinare a noi questi strati della popolazione dobbiamo puntare sulle ‘seconde e terze generazioni’ di immigrati. Sono cittadini a tutti gli effetti nati e cresciuti nel nostro Paese e che parlano correttamente la nostra lingua. Spesso e volentieri fanno da tramite per la traduzione, la comunicazione e l’informazione e non solo in ambito medico-sanitario. Sono dunque un’importante risorsa insostituibile”. Concludono così Scollo, Vizza e Scambia: “L’Italia è un Paese sempre più multi-etnico. I cittadini d’origine straniera rappresentano ormai più del 8% di tutta la popolazione. Noi ginecologi dobbiamo aggiornare le nostre conoscenze alla luce di questi fenomeni. Per questo la nostra società scientifica ha deciso di mettere al centro del suo prossimo congresso nazionale il benessere e la salute delle immigrate”.