Lensectomia: goditi lo sport senza bisogno di lenti o di occhiali
Che si parli di un professionista o di un semplice appassionato che la domenica si cimenta in attività sportive o si arrampica sognando di eguagliare i campioni, per chi pratica attività fisica indossare gli occhiali o le lenti è un disagio. Oltretutto, dopo “gli anta”, assieme ai difetti miopia, ipermetropia o astigmatismo, magari già presenti all’interno dell’occhio insorge la presbiopia, un difetto visivo che interessa chiunque a partire dai 40-45 anni di età. Così le normali attività quotidiane diventano un pochino più difficili perché per vedere lo smartphone, leggere una mail, un giornale o vedere il cardiofrequenzimetro ci sarebbe bisogno di un paio di braccia più lunghe.
Lensectomia: una lente per tutti i problemi
Certo, le lenti a contatto possono venire in aiuto ed anche gli occhiali ma per chi fa sport e vuole raggiungere un’autonomia, da oggi una soluzione definitiva esiste, ed è l’intervento chirurgico di sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale, chiamato lensectomia. All’interno dell’occhio, il cristallino ha il compito di focalizzare i raggi luminosi sulla retina. Con l’età, questa piccola lente perde la sua capacità naturale di “accomodamento”, ed è così che si perde la vista da vicino. Grazie alla lensectomia, è possibile frantumare ed estrarre il cristallino naturale e inserire al suo posto un cristallino artificiale di nuova generazione, multifocale, in grado di correggere diversi difetti visivi sia per lontano sia per vicino. Questo tipo di intervento fino a pochi anni fa era riservato a chi soffriva di cataratta, l’opacizzazione del cristallino che si verifica con l’avanzare dell’età. Nell’intervento di cataratta standard, ancora oggi, si coglie l’occasione per applicare un cristallino monofocale, in grado di correggere il solo difetto di vista per lontano. Il paziente rimane così con il problema della vista da vicino. A meno di non scegliere i cristallini artificiali di nuova generazione, o lenti premium.
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“Queste nuove lentine sono multifolcali: consentono cioè di eliminare sia il difetto visivo per lontano, nel caso di un paziente miope, ipermetrope o anche astigmatico, sia il difetto per vicino, nei pazienti presbiti”, spiega Silvio Zuccarini, oculista, responsabile dell’Unità operativa di oculistica della Casa di cura Villa Donatello di Firenze. “La disponibilità di queste lenti avanzate, da alcuni anni, ha progressivamente abbassato l’età dei pazienti, perché offre l’opportunità di recuperare la vista in soggetti che hanno solo una cataratta incipiente, o addirittura assente”. Inoltre è indicata per chi conduce una vita sportiva costante perché permette di ottenere grandi risultati in qualità di vita. Questo allargamento dei potenziali pazienti è stato reso possibile da un altro avanzamento tecnologico cruciale: l’utilizzo del laser a femtosecondi. “Questo laser, comandato da un computer, sostituisce la mano del chirurgo nelle minuscole incisioni necessarie nella prima fase dell’intervento, consentendo un perfetto allineamento dell’ottica della lentina sull’asse visivo, e uniformando verso l’alto anche l’efficacia e la sicurezza dell’intervento in tutte le strutture oculistiche che utilizzano questa metodica”, aggiunge Zuccarini. “Chiaramente, lavorando su tessuti biologici, una minima variabilità nei risultati esiste, ma ormai riusciamo a garantire un recupero della miopia fino a otto decimi nell’80 per cento dei casi, con una minima incidenza di complicanze: quella più grave, l’infezione, si riscontra in un caso su mille; a riprova dell’estrema affidabilità dell’intervento, posso dire che si tratta di una tecnica che utilizziamo anche nei casi di cataratta pediatrica”.
L’intervento avviene in Day Hspital
Anche con le più ampie rassicurazioni di efficacia e di sicurezza, tuttavia, molti sono restii alle operazioni chirurgiche, soprattutto agli occhi. Ma occorre ribadire che l’intervento di lensectomia è molto ben tollerato.“L’operazione è indolore, viene eseguita in giornata, ambulatorialmente; non ci sono punti di sutura; le lenti sono in materiale inerte, biocompatibile; inoltre, il paziente è sveglio, e non gli viene praticato neppure un bendaggio perché l’anestesia è solo topica, con gocce di collirio instillate nell’occhio”, sottolinea Zuccarini. “Nel post-operatorio, il soggetto può percepire una sorta di alone intorno alla sorgenti luminose, ma questo disturbo generalmente scompare dopo 2-3 mesi; si raccomanda però di seguire scrupolosamente regole di igiene per evitare infezioni, e di avere una buona illuminazione per avere una vista per vicino ottimale”.
Dunque qual è l’identikit del soggetto candidabile all’intervento di lensectomia?
“Il paziente ideale per quest’intervento è di età superiore ai 55 anni con un grosso difetto di ipermetropia o miopia”, chiarisce Zuccarini. “Chiaramente, ci sono alcune limitazioni che riguardano la salute dell’occhio: si sconsiglia l’utilizzo di questi impianti quando sono presenti malattie della retina che possono compromettere la funzione visiva centrale, come la degenerazione maculare senile, oppure un deficit funzionale visivo con una compromissione del campo visivo, come nel caso di un glaucoma, o infine la presenza di patologie corneali che rendono il calcolo delle misure anatomiche dell’occhio meno preciso di quello che dovrebbe essere”.
Per tutti gli sportivi che intendono liberarsi degli occhiali, il consiglio è dunque di rivolgersi a un oculista specializzato in questo tipo di interventi, che farà a una visita approfondita per verificare che esistano tutte le condizioni per procedere. Poi non resta che godersi la discesa dal Pordoi, la scalata delle pareti rocciose, una corsa nel parco cittadino o semplicemente una vasca in piscina con una vista completamente nuova.