Meningococco B e meningiti in età pediatrica: il punto della situazione
Meningococco B: in Italia, ogni anno, più di 1.000 persone contraggono la meningite. Di queste, circa una ogni due viene colpita da meningite meningococcica. Il sierogruppo B, in particolare, è particolarmente aggressivo: è legato a un’altissima letalità ed è responsabile da solo di circa l’80% dei casi di meningite in età pediatrica. L’incidenza è massima soprattutto nel primo anno di vita, tra il quarto e l’ottavo mese.
Meningococco B: c’è poco da scherzare
Più di 1 bambino su 10 sopravvissuto all’infezione da meningococco B perde un arto, oppure è colpito da disabilità neurologica. Altre problematiche cognitive, fisiche e psicologiche riguardano più di 1 bambino su 3.
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La pera è un frutto antichissimo che nasce sui rami della pianta omonima cresciuta in Asia…Meningite: qualche dato in più
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La meningite è una malattia del sistema nervoso centrale. In genere è di origine infettiva ed è caratterizzata dall’infiammazione delle meningi (le membrane protettive che ricoprono l’encefalo e il midollo spinale). Tra le sindromi infettive del sistema nervoso centrale, è la più frequente.
Può essere causata da batteri (come il Meningococco B), virus o altri microrganismi. La gravità di una meningite è molto variabile: da forme asintomatiche o subcliniche, per esempio nel contesto di malattie sistemiche, a episodi fulminanti, che mettono a rischio immediatamente la vita: questi ultimi si configurano come emergenze mediche.
Il quadro clinico di una meningite acuta si fonda su da febbre, cefalea e rigidità nucale (la classica triade); a questi sintomi si aggiungono, con diversa frequenza, contratture muscolari, vomito a getto, alterazioni dello stato di coscienza, incapacità di tollerare la luce (fotofobia) e i rumori (fonofobia), convulsioni.
La sintomatologia varia in base all’agente causale, alla velocità di insorgenza e allo stato del paziente: a volte, nei bambini piccoli possono essere presenti soltanto alcuni sintomi aspecifici, come irritabilità e sonnolenza.
Meningococco B: un’indagine in internet
Intanto un’indagine online è stata condotta lo scorso ottobre da Publicis Spine, su un campione di 1007 genitori con figli nella fascia tra 0 e 15 anni. Ne emerge che 3 mamme e papà su 4 temono l’infezione da meningococco B e 1 su 2 si dice molto preoccupato del rischio. In merito alla possibilità di prevenzione, tuttavia, si sa ancora poco. Emerge ancora che a porre in evidenza il problema dell’infezione da meningococco B sono: la televisione (78%), seguita da medici (68%), amici e conoscenti (53%). Il primo referente è il pediatra (in 3 casi su 4 e con percentuale superiore all’80% quando si tratta di bimbi da 0 a 6 anni), quando i genitori si muovono per ottenere informazioni specifiche. Seguono il medico di medicina generale (59%) e l’informazione che viaggia online (43%).
Meningococco B: campagna nazionale di vaccinazione
‘MissingB’ è la prima campagna nazionale di vaccinazione contro l’infezione da meningococco di tipo B, che ha preso il via da qualche giorno: bisogna stimolare i genitori a informarsi e ad aderire alla vaccinazione per i propri figli.
L’iniziativa è stata sostenuta su scala mondiale da Gsk. Essa è realizzata con l’autorizzazione del ministero della Salute e il patrocinio del Comitato nazionale contro la Meningite (Liberi dalla Meningite), Sip (Società Italiana di Pediatria), Siti (Società Italiana di igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri), Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e Wfpha (World Federation of Public Health Associations). Un video, che ritrae bambini ripresi durante semplici attività quotidiane, è destinato a essere trasmesso in televisione: sarà declinato anche per il web e i social, in modo da diffondere capillarmente il messaggio di salute e benessere. L’obiettivo della campagna di vaccinazione? Ricordare quanto previsto dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale e quanto riporta il board del Calendario per la Vita: “La vaccinazione contro il meningococco B rappresenta una necessità epidemiologica, ma anche etica e comunicativa, non eludibile”.
Nell’85% dei casi l’iniziativa appare adatta a raccontare il problema: lo si evince dall’analisi della campagna informativa ‘MissingB’ da parte dei genitori.
Meningococco B: c’è bisogno di una scossa informativa
Una ricerca condotta all’inizio del 2019 su 3600 genitori di bambini tra i 2 e i 10 mesi in diversi Paesi, Italia compresa, con dati rilevati anche su genitori di adolescenti nel Regno Unito e negli Usa, ha dimostrato che 1 persona su 2 non conosce lo stato vaccinale del figlio nei confronti del meningococco e che il 60% dei soggetti non è informato sul fatto che esistono differenti sierotipi dei batteri. E ancora: 2 su 3 non sono a conoscenza del fatto che i bambini vaccinati contro specifici tipi di meningococco potrebbero non risultare protetti dalla meningite. Tre su 4, inoltre, non sanno che il meningococco B è il più comune tipo di batterio circolante.