È un argomento attorno al quale esistono molti falsi miti e tanta disinformazione: sono molte le persone che pensano che fra nei e tumori ci sia una sorta di relazione causa-effetto. In realtà, i primi non vanno considerati necessariamente l’anticamera dei secondi. Solo in determinati casi possono diventare pericolosi. Ecco quando.
I nei sono macchie della pelle
Nei e tumori della pelle sono due cose ben distinte, almeno a priori. I nei, detti anche nevi, consistono in una proliferazione benigna dei melanociti, le cellule cutanee deputate alla formazione della melanina, il pigmento che conferisce colore alla pelle e che la protegge dai danni delle radiazioni solari. In pratica queste cellule, per cause ancora sconosciute, in determinate zone aumentano di numero, dando origine a delle macchie pigmentate (colorate) e circoscritte. Il 2% dei nei è di natura congenita, è presente cioè fin dalla nascita, mentre gli altri compaiono solitamente nei primi due decenni di vita (al massimo entro i 35 anni).
Nei e tumori non sono la stessa cosa
Come distinguere nei e tumori? I primi, generalmente, hanno contorni netti, una superficie liscia oppure leggermente rugosa e dimensioni variabili da pochi millimetri a diversi centimetri. Solitamente sono localizzati nell’epidermide, lo strato più superficiale della pelle, o nel derma, il secondo strato: dipende dal tipo proliferazione, se i melanociti si espandono in senso verticale, allora possono raggiungere sia la parte più superficiale della pelle sia quella più profonda. Tuttavia, possono comparire anche sulle mucose (come sulla bocca), sulle sclere (la parte bianca dell’occhio) e sulle unghie (il neo appare come una striscia marrone scuro che attraversa l’unghia in lunghezza).
Nei e tumori sono legati da un filo sottile
Fra nei e tumori però un legame esiste. I primi, infatti, possono trasformarsi, fortunatamente in un numero limitato di casi, in un melanoma, un tumore maligno della pelle in cui i melanociti si alterano e diventano maligni. In molti casi il melanoma non compare sulla pelle integra, ma proprio in corrispondenza di un nevo presente fin dalla nascita o comparso in seguito. Fra i nei, ad avere maggiori probabilità di degenerare sono quelli con caratteristiche atipiche, per esempio con bordi irregolari e colore non uniforme.
L’importanza dell’autocontrollo
A dimostrazione del rapporto fra nei e tumori, occorre sapere che il sintomo principale di un melanoma è costituito da un cambiamento nella forma, nel colore e nell’aspetto di un nevo preesistente. Ecco perché è fondamentale sottoporsi a visite regolari dal dermatologo e controllare regolarmente tutta la superficie cutanea, alla ricerca di qualche eventuale anomalia: i soggetti a rischio (per esempio perché hanno molti nei, hanno una pelle chiara o hanno famigliari con melanoma) dovrebbero farlo ogni due-tre mesi, gli altri ogni sei-sette mesi. Le caratteristiche di un nevo che devono far sospettare la sua trasformazione in melanoma possono essere riassunte nella regola, riconosciuta a livello internazionale, dell’ABCDE.
*A come asimmetria. Il neo normale ha quasi sempre forma regolare, rotonda e simmetrica (se lo si immagina diviso in due, le due parti sono uguali fra di loro). Il neo anomalo ha invece forma asimmetrica e irregolare.
*B come bordo. Un neo benigno ha un contorno lineare e regolare, mentre una formazione maligna ha bordi irregolari e frastagliati.
*C come colore. Un neo normale ha un colore omogeneo, mentre se presenta più colori o delle macchioline più scure può trattarsi di un melanoma.
*D come dimensioni. Un neo benigno misura meno di sei millimetri, se li supera è meglio farsi visitare dal dermatologo.
* E come evoluzione, età ed elevazione. Un neo che cambia e si eleva oppure cambia di forma, dimensione o colore deve essere visto dallo specialista dermatologo. Inoltre, il melanoma è decisamente più frequente nell’età adulta mentre è estremamente raro nei bambini.
*Anche un neo che sanguina, si screpola, si ulcera, dà una sensazione di prurito è da far controllare.