L’Organizzazione mondiale della sanità lo ha annunciato: l’Ebola è stato sconfitto in Sierra Leone. Da oggi, dopo 42 giorni, che corrispondono a due cicli di incubazione, nessun nuovo caso è stato segnalato e quindi la zona si considera libera dal virus.
Anders Nordström, rappresentante dell’Oms nella nazione dell’Africa occidentale, si è espresso in questo modo: “Dal primo caso di Ebola registrato nel maggio 2014, in Sierra Leone sono state contagiate in tutto 8.704 persone e 3.589 sono morte. Tra le vittime 221 operatori sanitari che ricordiamo in questo giorno”.
Non più Ebola in Sierra Leone, che cosa succede ora
Una volta dichiarata la fine dell’epidemia, come si apprende dall’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità (Oms, ndr), “la Sierra Leone entra in un periodo di 90 giorni di sorveglianza rafforzata che proseguirà fino al 5 febbraio 2016, durante il quale l’Oms continuerà a sostenere il Paese. Questa nuova fase è fondamentale per garantire la diagnosi precoce di eventuali nuovi casi”.
E’ entusiasta Nordström, che aggiunge: “Abbiamo ora un’opportunità unica per sostenere la Sierra Leone nella costruzione di un sistema sanitario pubblico forte e resistente, pronto a rilevare un’eventuale nuova epidemia o qualunque altro rischio per la salute pubblica e a rispondere tempestivamente all’emergenza”.
Non più Ebola in Sierra Leone, c’è dietro un lavoro duro
Sempre secondo L’Oms, il ritultato è stato ottenuto “grazie a un duro lavoro e a un impegno enorme, per combattere un’epidemia di Ebola che non ha precedenti nella storia dell’uomo. In Sierra Leone una forte leadership governativa, lavorando insieme a partner di tutto il mondo, ha mobilitato le competenze necessarie a contenere l’emergenza”.
In settembre e in ottobre dello scorso anno, nella zona è stato riscontrato “un enorme aumento dei contagi”. Molto è stato fatto: sono state realizzate strutture per il trattamento dei malati e sono state poste nelle condizioni di agire squadre di sicurezza e pronto intervento. Senza contare le necessarie tecniche di sepoltura delle vittime, che sono state adeguate e dignitose. “Il forte coinvolgimento delle comunità locali è stato la pietra miliare di una strategia vincente”.
Non bisogna dimenticare il ruolo dei “partner internazionali che hanno sostenuto il Governo nel mantenere una capacità di risposta rapida per rilevare, identificare e arrestare le nuove catene di trasmissione del virus, contribuendo all’assistenza tecnica e a mettere a disposizione personale, cibo e attrezzature. L’epidemia di Ebola ha decimato intere famiglie; ha messo a dura prova il sistema sanitario, l’economia e le strutture sociali. Ora tutti hanno bisogno di recuperare”.
Sono quattromila i sopravvissuti che combattono ancora la malattia: sono ancora necessari cure mediche e sostegno.
Malattia sconfitta, è festa in Sierra Leone
Secondo la Bbc, in attesa della dichiarazione dell’Oms, allo scoccare della mezzanotte le persone sono scese in strada a frotte a Freetown. Cortei, danze, una processione con banda militare, candele in memoria delle vittime hanno caratterizzato la situazione.
La dichiarazione Oms segue quella che ha riguardato la Liberia in settembre. Ma l’Ebola persiste ancora in Africa.
Immagine copertina di RODNAE Productions https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-tuta-blu-macchia-in-piedi-accanto-a-donna-in-tuta-bianca-macchia-6129507/