Domani ha inizio il Progetto Francesco Marabotto per la salute in carcere.
L’obiettivo è portare la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori femminili tra le donne della Casa circondariale femminile di Rebibbia.
Si parte da un’esigenza: quella di garantire lo screening dei tumori femminili in maniera sistematica e diffusa. In carcere le esigenze di sicurezza finiscono per fermare ogni iniziativa in tal senso. Basti pensare che per fare una mammografia o un’ecografia ogni donna dovrebbe essere accompagnata con scorta nella struttura sanitaria, con un’organizzazione e dei costi impensabili oggi.
Unità mobile a Rebibbia, un progetto dedicato a Francesco Marabotto
Francesco Marabotto ha voluto e sostenuto questo progetto.
Attraverso l’utilizzo di mezzi di trasporto, macchinari mobili e personale specializzato, le attività di screening vengono portate “a domicilio” del carcerato.
L’intento è garantire continuità alle attività di prevenzione, finché sarà necessario.
Unità mobile a Rebibbia, uniamo le forze
L’Associazione Vic volontari in carcere e l’Associazione Susan G. Komen Italia per la lotta
ai tumori del seno hanno unito le forze con la direzione della Casa circondariale femminile di Rebibbia. Il fine è prevenire, agendo all’interno delle mura del carcere, ed estendere le attività educative e di prevenzione alle donne detenute e al personale femminile di polizia penitenziaria e amministrativo dell’Istituto.
Unità mobile a Rebibbia, parliamo del carcere
La Casa circondariale femminile di Rebibbia è il carcere femminile più grande d’Italia e d’Europa. Sono oltre 300 le donne detenute e oltre 150 le donne che vi lavorano.
Tutte quante potranno attuare lo screening mammario con l’ecografia (donne sotto i 40 anni) e la mammografia (donne con un’età superiore)
Unità mobile a Rebibbia: appuntamento in biblioteca
Appuntamento, quindi, a venerdì 20, nella biblioteca: là avrà luogo il primo incontro di informazione e sensibilizzazione delle donne sul tema delle prevenzione. Sarà presente una dottoressa medico chirurgo del Centro integrato di senologia del Policlinico Gemelli, insieme a una donna operata di tumore al seno volontaria di Komen Italia.
Le attività si svolgeranno anche nel corso della settimana successiva. Sarà permesso di entrare nella struttura a personale medico e infermieristico, tecnici di radiologia, attrezzature mobili per effettuare le mammografie e le ecografie alle donne di Rebibbia. All’azione collaborerà la Asl interna al carcere.
Unità mobile a Rebibbia, restituire dignità
Si agisce in questo modo al fine di prevenire i tumore femminile: all’attività del personale e agli strumenti di screening si aggiungono attività di informazione e sensibilizzazione delle donne sul tema. Questo significa restituire dignità e identità di genere a chi sta scontando una pena. Le donne, in questa maniera, non sono classificate in base al reato commesso, ma al loro diritto a un futuro in salute.