Reni come operai modello: tali organi lavorano ininterrottamente. Non si lamentano mai, neanche se perdono qualche colpo: sarebbe meglio, tuttavia, se potessero avvertire quando qualcosa non va.
Reni come operai modello: combattere la Mrc
Sulla base di studi recenti della Società italiana di Nefrologia (Sin), la Malattia renale cronica (Mrc) colpisce circa il 17-10% della popolazione. Purtroppo, è in continua progressione. In pratica, più di due milioni di italiani hanno reni che non fanno più il loro lavoro di filtro, in modo da trattenere le sostanze utili ed eliminare le scorie con le urine.
Reni come operai modello: un lavoro indispensabile
I reni sono indispensabili: quando il deficit di funzione supera la soglia di sicurezza, il risultato è l’entrata del paziente in dialisi o il trapianto di rene, con grave compromissione della qualità della vita dei pazienti e aggravio di costi per il Servizio sanitario nazionale. Come bisogna agire? E’ necessario favorire l’emersione della Mrc, fermarne la progressione ed evitare l’entrata in dialisi dei pazienti. Non si tratta di un’azione semplice.
Reni come operai modello: chi è il nefrologo?
La situazione è complicata anche da due fattori chiave. La maggior parte delle persone con Mrc, non avendo sintomi, si accorge con grave ritardo di avere un problema, e può arrivare “inconsapevole” fino alla perdita dell’80% della funzionalità renale. Ma c’è di più. Secondo una recente indagine Doxapharma, la maggioranza degli italiani non ha proprio idea di chi sia il nefrologo: soltanto il 15% del campione testato conosce il nome del medico specialista dei reni.
Reni come operai modello: non attendere i pazienti in ospedale
Il dottor Giuliano Brunori, presidente Sin, ha dichiarato: “L’approccio più corretto per cercare contrastare la Mrc è quello non di ‘attendere’ i pazienti in ospedale, ma di andarli a ‘cercare’ nella popolazione, soprattutto tra i soggetti a rischio. In quest’ottica un aiuto determinante può arrivare dal fatto che i test per la diagnosi della Mrc sono ampiamente disponibili, facili ed economici e che è noto l’identikit dei soggetti a rischio di insufficienza renale cronica: sono i diabetici, gli ipertesi, gli obesi, le persone con dislipidemie ed in generale gli over 65. Tutti soggetti che dovrebbero controllare la funzione renale almeno una volta all’anno. Sono questi i motivi che ci hanno portato ad avanzare la proposta di realizzare uno screening della popolazione a rischio, in collaborazione con medicina primaria e secondaria, con l’obiettivo di individuare i pazienti il prima possibile, rallentare il decorso della malattia renale e scongiurare la necessità della dialisi”.
Reni come operai modello: uno screening mirato
La Sin ha proposto di realizzare sullo Stivale uno screening diagnostico mirato ai soggetti a rischio. L’obiettivo è far emergere la malattia e investire nel rallentarne la progressione.
Reni come operai modello: due semplici test
Al fine di evidenziare la presenza di una Mrc e definire il suo stadio, è sufficiente eseguire due semplici test, che qualunque laboratorio esegue di routine: un esame urine, per verificare la presenza di albumina, e un semplice esame del sangue, la creatininemia, con successiva stima del valore della filtrazione glomerulare, principale parametro indicativo del funzionamento dei reni.
Reni come operai modello: ingresso in dialisi
L’ingresso in dialisi, del resto, non è uno scherzo: la qualità della vita peggiora drammaticamente. A carico del Sistema sanitario, poi, si determina un costo ingente, stimato in circa 50mila euro a paziente: drena da solo circa il 2% del budget complessivo, nonostante riguardi una fetta minima di malati (50 mila pazienti dializzati).
Reni come operai modello: rallentare la progressione del danno
Giuliano Brunori ha così concluso: “Anche per gli ipertesi esistono farmaci, come gli ACE-inibitori o i sartani, che proteggono i reni e possono rallentare la progressione del danno; in tutti i pazienti inoltre può e deve essere attuata una terapia nutrizionale, indicata dal nefrologo e dal dietista, che aiuti il lavoro dei reni. L’essenziale è un monitoraggio attento della funzionalità renale, più o meno stretto a seconda delle condizioni del paziente.”