Sbadiglio contagioso non solo negli adulti ma anche nei bambini: lo studio

Sbadiglio contagioso non solo negli adulti ma anche nei bambini: lo studio

L’atto di sbadigliare si riscontra in diverse situazioni, in ognuna delle quali assume un significato differente.

Sbadigliamo nei momenti che precedono il riposo dettato dai ritmi circadiani, durante e dopo un pasto, ma anche in situazioni che hanno un determinato significato sociale.

Un recente studio infatti, ha portato alla luce come lo sbadiglio contagioso è espressione di empatia e legame sociale.

E che non riguarda solo gli adulti, ma è già presente nei bambini a partire dall’età di 2 anni e mezzo.

Perché si sbadiglia?

Lo sbadiglio è un riflesso involontario che consiste in una profonda inspirazione seguita da una rapida espirazione.

Nonostante si tratti di un gesto particolarmente comune, i meccanismi fisiologici dai quali origina non sono ancora ben noti.

Infatti, esistono numerose ipotesi e sembrerebbe che questo riflesso derivi dall’interazione di diversi stimoli.

Alcune teorie ipotizzano che l’insorgere dello sbadiglio è un modo per aumentare la quantità di ossigeno nell’organismo, in risposta a un eccesso di anidride carbonica nel sangue.

Altre teorie riguardano la possibilità che lo sbadiglio sia un riflesso scatenato dai neurotrasmettitori.

Questi, agendo a livello cerebrale, influenzano emozioni, umore, appetito e altri aspetti della nostra vita.

Altri ritengono che potrebbe trattarsi di un riflesso inconscio di imitazione che sta alla base dell’apprendimento umano, oppure di uno strumento di comunicazione non verbale.

Secondo recenti studi infatti, il contagio di sbadiglio è una manifestazione di contagio emotivo, un processo che si colloca al livello base dell’empatia.

Questo avviene perché le aree del cervello legate alla sfera emotiva si sovrappongono parzialmente a quelle coinvolte nella risposta allo sbadiglio.

L’empatia è un fenomeno a più livelli di complessità che, in generale, sottintende la capacità di percepire e condividere gli stati emotivi altrui.

Di recente si è visto come questo meccanismo non riguarda solo gli adulti, ma è presente nei bambini già a partire dalla prima infanzia.

La notizia arriva da uno studio coordinato da tre etologhe dell’Università di Pisa, le dottoresse Giada Cordoni ed Eleonora Favilli del Museo di Storia Naturale di Calci e la professoressa Elisabetta Palagi del Dipartimento di Biologia.

Lo sbadiglio contagioso nei bambini: lo studio

Lo studio, frutto di un progetto di etologia umana è stato condotto presso la scuola dell’infanzia “Florinda” dell’Istituto comprensivo Centro-Migliarina-Motto di Viareggio.

Qui sono stati raccolti i video sui bambini dai 2 anni e mezzo ai 5 anni e mezzo durante lo svolgimento delle loro normali attività scolastiche e in presenza di insegnanti e compagni di classe.

Grazie a un’accurata analisi dei video fotogramma per fotogramma, abbiamo dimostrato come il contagio di sbadiglio si presenti durante lo sviluppo del comportamento sociale ed empatico dell’uomo prima di quanto dimostrato fino a ora cioè già a partire dai 2 anni e mezzo di età.

Per contagio di sbadiglio si intende la replicazione involontaria della sequenza motoria indotta dalla visione o dall’ascolto di uno sbadiglio emesso da un compagno.

La presenza del contagio di sbadiglio in bambini così piccoli mostra quindi, quanto sia precoce la capacità di condividere azioni e stati emotivi e di instaurare legami sociali con i membri del loro gruppo“, dice Giada Cordoni.

“Questo lavoro sottolinea come l’approccio etologico applicato all’uomo, in questo caso ai bambini, nel suo contesto naturale possa far emergere informazioni importanti.

Che altrimenti, in contesti sperimentali, che spesso prevedono l’uso di tecniche di isolamento sociale e somministrazione di stimoli artificiali, diventano di difficile determinazione.

Osservare quindi l’uomo in modo più “ecologico” può rappresentare la chiave vincente per svelare molti dei misteri che avvolgono il nostro comportamento”, conclude Elisabetta Palagi.

 

 

 

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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