Servizio sanitario e liste d’attesa

Servizio sanitario e liste d’attesa

Le liste d’attesa si allungano nell’ambito del servizio sanitario pubblico: per questa ragione i cittadini finiscono per rivolgersi altrove. Oggi, al Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, è stato presentato il Rapporto Pit Salute “Sanità pubblica, accesso privato”, giunto alla diciottesima edizione. Sulla base di tale rapporto, sono state ventiquattromila le segnalazioni che nel 2014 hanno raggiunto i Pit salute nazionali e regionali e le sedi locali del Tribunale per i diritti del malato. Di esse, il 25% riguarda le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie legate soprattutto a liste di attesa (58,7%) e ticket (31,4%).

Liste d’attesa, cittadini preoccupati

Se lunghi tempi di attesa separano il cittadino dalla prestazione di cui ha bisogno, vale la pena di preoccuparsi, come fa il 58,7% dei soggetti. Parliamo di esami diagnostici (36,7%), interventi chirurgici (28,8%) e visite specialistiche (26,3%).

E non si tratta di insofferenza: tutt’altro. Bisogna aspettare fino a tredici mesi, più di un anno, per una risonanza magnetica. Nove mesi sono necessari, in media, per le ecografie. Il privato è pronto a offrire le stesse prestazioni in un attimo.

Secondo il Tribunale per i diritti del malato, i tempi così delineati al livello del servizio pubblico potrebbero “compromettere il senso stesso dell’ipotesi di prevenzione o di diagnosi tempestiva, e comunque spingono il cittadino – ovviamente quello che può permetterselo – al ricorso all’intramoenia o alla sanità privata”.

Liste d’attesa, tempi insostenibili in oncologia

La sanità pubblica, con gli intervalli epocali dei suoi servizi, non serve più, non raggiunge lo scopo. I tempi sono “insostenibili soprattutto per l’oncologia, dove si registra un aumento di segnalazioni anche per radioterapia, chemioterapia e accesso ai farmaci oncologici (dal 9,4% del 2013 al 12% del 2014)”. I ticket, poi, si delineano come “una vera e propria tassa sulla salute” e costituiscono un “ostacolo all’accesso alle prestazioni: un peso sempre più insostenibile per i redditi delle famiglie, nonché un paradosso del Servizio pubblico che respinge i cittadini e li indirizza verso il privato o l’intramoenia, talvolta persino più convenienti per costi o per attese”. Le problematiche legate agli alti costi e agli aumenti dei ticket per diagnostica e specialistica sono segnalate dal 42% dei soggetti per il 2014.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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