Fisioterapisti respiratori: la respirazione è involontaria e imprescindibile. Permette all’individuo di vivere, gonfiando i polmoni e ossigenando le cellule. Al livello degli alveoli polmonari, il sangue privo di ossigeno torna dalla periferia del corpo e reca l’anidride carbonica: l’ossigeno passa nel sangue e l’anidride carbonica viene espulsa. Gli alveoli si rompono in caso di patologie del polmone. Pensate a quanto possa essere difficile vivere quando respirare diventa difficoltoso. Il fiato permette anche di fare piccole azioni preziose, come soffiare su un fiore.
Fisioterapisti respiratori: chi sono?
Fisioterapisti respiratori: chi sono? Parliamo dei riabilitatori delle problematiche pneumologiche. Si tratta di una professione giovane, in forte sviluppo in tutto il mondo, fortemente impegnata sul versante delle nuove tecnologie messe a disposizione dei malati. Parliamone meglio.
Fisioterapisti respiratori: i pazienti
Quali sono i pazienti che traggono benefici dalla riabilitazione respiratoria? Sono migliaia le persone che trovano utile l’intervento dei professionisti.

Marta Lazzeri, presidente dell’Associazione riabilitatori della insufficienza respiratoria (Arir) e fisioterapista presso il dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, si è espressa in questo modo: “Si tratta di adulti affetti da Bpco e bronchiectasie; soggetti sottoposti a interventi di chirurgia sul torace (polmone, cuore, esofago), chirurgia addominale alta, candidati o sottoposti a trapianto di polmone, pazienti affetti da patologie neuromuscolari (soprattutto miopatie, distrofie muscolari, sclerosi laterale amiotrofica), soggetti affetti da disturbi del sonno. Queste persone rappresentano circa l’80% dei pazienti da noi trattati. C’è poi da segnalare in decisa crescita la presenza del FtR nelle unità di Terapia intensiva. Ai pazienti adulti c’è poi da aggiungere l’attività in ambito pediatrico, nella quale il fisioterapista respiratorio opera con bambini affetti da fibrosi cistica, paralisi cerebrali infantili di grado severo, asma grave, e anche soggetti affetti da immunodeficienza e patologie neuromuscolari, come per esempio la distrofia muscolare di Duchenne e l’amiotrofia muscolare spinale”.
Fisioterapisti respiratori: le valutazioni
Ma che tipo di valutazioni applicano i fisioterapisti respiratori? Parliamo di funzionalità respiratoria, forza della muscolatura scheletrica, efficacia della tosse, capacità di sostenere esercizio fisico, scale di misura della dispnea, test di misura del controllo di malattia e/o di qualità di vita.
Fisioterapisti respiratori: programmi di allenamento
Si delineano programmi di allenamento dei muscoli degli arti inferiori, superiori e muscoli respiratori. E ancora: i fisioterapisti respiratori operano per l’adattamento alla ventilazione non invasiva, sia per la gestione di eventi acuti, sia per il trattamento a lungo termine. Essi intervengono per lo svezzamento dalla ventilazione invasiva e dalla cannula tracheostomica, la corretta assunzione della terapia aerosolica e dell’ossigenoterapia e per le procedure di pulizia e disinfezione, utili alla prevenzione.
Aggiunge Marta Lazzeri: “In ambito più vasto, noi realizziamo anche interventi educazionali per favorire la conoscenza della malattia, la disassuefazione dal fumo, l’addestramento della persona malata e del caregiver all’utilizzo delle apparecchiature prescritte come ventilatori, ossigeno liquido, macchine della tosse, apparecchi e device per aerosolterapia e broncoaspiratori, oltre a promuovere programmi di self-management, volti a migliorare la sicurezza del paziente nella gestione dei sintomi e delle patologie respiratorie”.
Fisioterapisti respiratori: una professione che si sviluppa
Si tratta di una professione dall’anima giovane, in grande sviluppo.
Oggi, il fisioterapista respiratorio si trova coinvolto in ambiti di intervento sempre più ampi e specifici. Anche pazienti completamente dipendenti dalla ventilazione meccanica possono oggi vivere a casa propria, andare a scuola o al lavoro ed anche in vacanza, con l’adeguato e costante supporto professionale.
Fisioterapisti respiratori e qualità della vita
Marta Lazzeri ha dichiarato: “Parliamo di aspetti di una qualità della vita dei pazienti con patologie respiratorie che oggi sono possibili grazie allo sviluppo vertiginoso delle tecnologie healthcare e delle competenze specialistiche e avanzate, che negli anni hanno definito la figura del fisioterapista respiratorio”.
Fisioterapisti respiratori: evitare le riacutizzazioni
Per quanto concerne la presa in carico della fragilità nel paziente con patologia respiratoria cronica e nell’anziano, la responsabilità è grande. Così conclude Marta Lazzeri: “Si tratta di un macro-argomento che sta iniziando a coinvolgerci e impegnarci tantissimo, soprattutto per quanto riguarda il domicilio. L’educazione all’autogestione della fase stabile di malattia è la chiave di volta nella cura e prevenzione secondaria delle patologie respiratorie croniche. Siamo convinti che l’affiancamento del professionista al paziente cronico saranno sempre più irrinunciabili e finalizzati a evitare riacutizzazioni, accessi al pronto soccorso, ricoveri impropri e spese non necessarie, in un’epoca di scarsa sostenibilità complessiva”.
Fisioterapisti respiratori: i passi in avanti della tecnologia
Ma quali sono le aree a maggior innovazione? Francesco D’Abrosca, fondazione Irccs Ca’Granda – Ospedale maggiore Policlinico Milano, referente di Area riabilitativa, funzione organizzativa presso la direzione delle professioni sanitarie, si è espresso in questo modo: “Le aree a maggior innovazione sono quelle che riguardano gli strumenti di ventilazione meccanica, gli apparati per gli alti flussi come ossigenoterapia e umidificazione attiva e le molte tecnologie che stanno arrivando per la disostruzione bronchiale, che riescono a darci maggiore interattività tra operatore e paziente. Grande è poi il contributo che stanno offrendo le tecnologie di valutazione, poiché esse permettono di definire in tempo reale quello che si sta facendo: l’esempio migliore è dato dagli ultrasuoni mai utilizzati prima e oggi utilissimi, come dimostrato dall’ecografia polmonare”.