Travaglio di parto: quali sono i sintomi?
Più la data del parto si avvicina, più la mamma è eccitata, ma spesso anche agitata: l’idea di dover affrontare il dolore del travaglio di parto, il timore di non essere all’altezza, la paura che possa subentrare qualche complicazione possono suscitare in lei incertezze e ansie. È normale poi che, soprattutto se è alla prima gravidanza, si chieda quando inizierà il travaglio e se sarà in grado di riconoscerlo. In realtà, è tutto più semplice del previsto: i segnali sono facilmente riconoscibili. Occorre solo imparare ad ascoltare il proprio corpo.
Tre fasi principali
Il travaglio di parto è composto da tre momenti principali:
- periodo prodromico: è l’inizio del travaglio, caratterizzato da contrazioni non eccessivamente dolorose e irregolari;
- periodo dilatante: le contrazioni diventano più regolari e dolorose e la cervice uterina (collo dell’utero) si dilata progressivamente. Infatti, a ogni doglia corrisponde una contrazione dell’utero e a ogni contrazione, il collo dell’utero si allarga di qualche millimetro, fino a raggiungere i 10-12 centimetri di diametro;
- periodo espulsivo: il travaglio di parto sta per terminare. La dilatazione del collo dell’utero è completa, il neonato entra nel canale del parto, le contrazioni diventano più frequenti, intense e prolungate. È in questa fase che, grazie alle spinte dell’utero e della madre, il piccolo può scendere lungo il canale del parto e venire alla luce.
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Spesso, il primo segnale del travaglio di parto è rappresentato dalle doglie, che si manifestano con una leggera tensione alla parte bassa della schiena. Dopo qualche tempo possono subentrare anche dei dolori al ventre, del tutto simili a quelli avvertiti durante il ciclo mestruale. Inizialmente, questi sintomi si presentano in maniera sporadica, poi cominciano a comparire a intervalli regolari, sempre più ravvicinati: ogni due ore, poi ogni ora, fino ad arrivare a ogni cinque minuti. Se le contrazioni sono poco dolorose, si manifestano a ritmi irregolari e non sono ravvicinate si tratta di un falso allarme.
Quando è ora di andare in ospedale
Quando, invece, i dolori sono accentuati e mantengono per un’ora consecutiva la stessa intensità e la stessa frequenza (compaiono ogni cinque minuti circa) è arrivato il momento di andare in ospedale. Non bisogna comunque affrettarsi eccessivamente: dall’inizio delle doglie alla nascita possono passare diverse ore, soprattutto se si tratta della prima gravidanza. Durante queste prime doglie del travaglio di parto è possibile che la donna espella il tappo mucoso, una sostanza chiara e viscosa, spesso striata di sangue, che fino a quel momento chiudeva il tappo dell’utero.
Il travaglio di parto può cominciare con la rottura delle acque
Il travaglio di parto può cominciare anche con la rottura del sacco amniotico. Si tratta dell’involucro che contiene e protegge il bebè. La mamma se ne accorge perché si trova improvvisamente bagnata (come se avesse fatto la pipì) di un liquido chiaro e inodore. Può anche sentire come una sorta di toc prima della rottura. Anche in questi casi è bene andare in ospedale: se le acque sono chiare si può fare tutto con molta calma, se invece sono verdastre o scure bisogna affrettarsi perché il bimbo potrebbe essere in sofferenza.