Tumore del seno, terapie mirate

Tumore del seno, terapie mirate

I farmaci su misura sono la nuova chance anche contro il tumore al seno. Per questo genere di neoplasia parliamo di mortalità diminuita del 30% in 23 anni (dal 1989 al 2012). Diagnosi precoce e farmaci che funzionano permettono di vivere a 692.955 donne italiane colpite dalla neoplasia: l’aumento è pari al 19% rispetto al 2010.

Sono due terzi le signore che hanno avuto la diagnosi cinque anni fa: potenzialmente salve. Bisogna, ora, prestare attenzione ai nuovi trattamenti, al fine di sconfiggere la neoplasia più frequente tra le donne. Se ne parla all’International meeting on new drugs in breast cancer, giunto alla quarta edizione, che inizia oggi al Regina Elena di Roma: partecipano più di 200 esperti da tutto il mondo.

Tumore al seno: donne che sopravvivono, donne che non ce la fanno

Il professor Francesco Cognetti, direttore dell’Oncologia medica del Regina Elena e presidente del convegno, si è espresso in questo modo: “Si è registrato negli ultimi vent’anni un aumento costante e progressivo dell’incidenza, ma la mortalità, dopo il picco negli anni Ottanta, è diminuita. È migliorata anche la durata della sopravvivenza nelle pazienti con patologia in stadio avanzato. Purtroppo molte di queste donne, nonostante i passi in avanti e l’incremento della durata della loro vita, non ce la fanno. Da qui la necessità di ottimizzare i trattamenti disponibili e individuare nuove soluzioni”.

Tumore al seno, utilizzo mirato delle risorse

Continua Cognetti: “Le terapie target hanno determinato benefici evidenti, in termini di riduzione della mortalità ma soprattutto di miglior qualità di vita. Le molecole a bersaglio, inoltre, possono essere impiegate in pazienti selezionate, con un utilizzo estremamente mirato e appropriato delle risorse. Va quindi affinata la ricerca sui marcatori biologici così da trattare solo chi sappiamo ha maggiori possibilità di rispondere”. Le nuove terapie sono volte a muovere contro la singola neoplasia del singolo paziente.

Usare il plurale per parlare di tumore al seno

Aggiunge Cognetti: “È ormai improprio parlare di tumore del seno: si deve utilizzare il plurale, perché le differenze biologiche sono tali da configurare vere e proprie patologie diverse. Il carcinoma della mammella (Quest’anno le nuove diagnosi di carcinoma mammario sono 48mila, ndr) è fra quelli che più hanno beneficiato della target therapy. Si stanno aprendo prospettive importanti anche grazie all’immuno-oncologia che ha già dimostrato di essere efficace nel melanoma, nel tumore del polmone e recentemente anche nel tumore renale, stimolando il sistema immunitario contro le cellule malate. Non dobbiamo dimenticare che un miglioramento consistente della sopravvivenza, anche nelle pazienti con malattia avanzata, può essere ottenuto grazie alla ottimizzazione di trattamenti già in uso. Per esempio recentemente è stato dimostrato che i farmaci ormonoterapici (inibitori dell’aromatasi), già utilizzati in donne in menopausa, possono essere utili anche nella terapia adiuvante di pazienti che non hanno ancora raggiunto lo stato menopausale”.

Tumore al seno, il Gruppo italiano mammella

Seguiamo ancora le parole di Cognetti: “Importanti i risultati evidenziati anche dallo studio Gim2 del Gruppo italiano mammella, condotto in Italia e coordinato dal Regina Elena di Roma e dall’Istituto tumori di Genova, che ha coinvolto in tutto il Paese più di 2200 pazienti ad alto rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico. Questa ricerca, pubblicata recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica ‘Lancet’, ha dimostrato che l’applicazione di regimi più frequenti e accelerati ha migliorato la prognosi e diminuito i tassi di recidiva. Il Gruppo italiano mammella (Gim) è uno dei più attivi al mondo negli studi su questa neoplasia e negli ultimi 10 anni ha realizzato 14 trial su 12mila donne. Partecipano alle attività del gruppo circa 150 centri di oncologica in tutto il Paese”.

Tumore al seno, un farmaco

Così si è espresso il professor Massimo Cristofanilli, direttore del Translational research and precision medicine al Robert Lurie comprehensive cancer center della Northwestern university di Chicago: “Va sottolineato il ruolo di palbociclib, un farmaco mirato a bloccare il ciclo cellulare delle cellule cancerose mammarie e dimostrato estremamente efficace in combinazione con fulvestrant per donne con malattia metastatica estrogeno-positiva. Si stanno aprendo nuove prospettive nel trattamento del carcinoma infiammatorio mammario anche grazie alla terapia immuno-mirata”.

Tumore al seno Her2 positivo

Un tipo di tumore al seno viene chiamato Her2 positivo, dalla proteina prodotta da un gene specifico: ogni anno, in Italia, colpisce più di 10.000 donne. La positività alla proteina si riscontra nel 20% dei casi. Le terapie mirate possono giovare alle pazienti con questa espressione biomolecolare. Il professor Maurizio Scaltriti, direttore del José Baselga lab, Human oncology and Pathogenesis program (Hopp) al Memorial Sloan Kettering cancer center di New York, ha dichiarato: “Dovrebbe essere ovvio che per somministrare un farmaco cosiddetto ‘mirato’ ci si debba assicurare di quanto ‘bersaglio’ sia presente nelle cellule tumorali. Tuttavia, nella pratica clinica siamo tuttora ancorati al concetto di ‘positività’ e ‘negatività’, senza chiederci se la ‘quantità’ di un recettore o di una chinasi in generale sia importante per la risposta terapeutica. A mio modo di vedere, è un po’ come andare a pesca in un lago dove sappiamo che ci sono pesci, ma non sappiamo quanti… e sperare che abbocchino. L’esempio forse più eclatante è il cancro della mammella Her2-positivo. Sappiamo che questo sottotipo risponde molto bene a terapie come trastuzumab, però è altrettanto evidente che, all’interno di questa popolazione, troviamo differenze di espressione del recettore fino a 100 volte. E abbiamo dimostrato, con differenti tecniche, che quanto più Her2 è presente nelle cellule tumorali, tanto più la paziente ha probabilità di rispondere”.

Tumore al seno, valutazione di specifici marcatori

Queste le parole del professor Angelo Di Leo, direttore del Dipartimento oncologico dell’Usl 4 di Prato, che fa parte dell’Istituto toscano tumori: “È verosimile che la valutazione di specifici marcatori biologici effettuata direttamente sul tumore potrà in un prossimo futuro consentirci di usare in modo molto mirato i nuovi farmaci biologici, in particolare gli inibitori di PI3K, il gene più frequentemente alterato nei casi di tumore della mammella”.

Tumori al seno triplo-negativi

Che cosa sono i tumori triplo-negativi? Ha affermato Cognetti: “Costituiscono un sottogruppo particolarmente difficile da trattare, perché non presentano sulla superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono diretti i trattamenti più efficaci (i recettori per gli estrogeni, quelli per i progestinici e Her2). Sono numerosi gli studi in corso anche in questo ambito per individuare nuove opzioni terapeutiche, partendo da approfondimenti biologici che riguardano l’eventuale dotazione di altri recettori ormonali, come i recettori per gli androgeni”.

Tumore al seno e nuove molecole

Con queste parole conclude la professoressa Karen Gelmon della University of British Columbia e oncologa al Vancouver centre, Bc cancer agency: “Alcune nuove molecole biologiche in sperimentazione clinica hanno dimostrato di poter superare la resistenza alle terapie endocrine, un problema molto importante nella cura delle donne con tumore ormono-dipendente. Alcuni di questi farmaci sono già stati introdotti, altri sono in fase di registrazione e saranno presto disponibili nella pratica clinica. Sono in corso test per utilizzare questi farmaci in combinazione, l’obiettivo è superare il problema degli effetti collaterali, perché in ogni tumore non c’è una sola causa di resistenza all’ormonoterapia”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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