Sicilia in primo piano, nell’anno del cibo italiano: salute e alimenti
Sicilia in primo piano, per la salute e per il cibo. E’ in programma a Caltanissetta fino a domani il “Salus festival”, giunto alla quarta edizione. Nuove giornate dedicate all’argomento ci saranno a Palermo il 6 e 7 dicembre e a Catania il 6, 13 e 14 dicembre.
Per questa domenica, appuntamento a piazza Garibaldi: sono previste corsa, pedalata in rosa (8 chilometri nel centro storico) e passeggiata della salute. Corsa e pedalata da un lato, passeggiata dall’altro, partono simultaneamente, nella splendida terra dei nisseni.
Queste giornate intendono creare un confronto a più dimensioni, tra cittadini, studenti, educatori, esperti e professionisti della salute. L’obiettivo è prevenire le malattie e promuovere corretti stili di vita, costruendo una rete territoriale orientata alla tutela del benessere della popolazione.
Sicilia e maestria nello scegliere il cibo
Se si vogliono imparare i corretti stili di vita, la Sicilia è il luogo d’elezione.
Nell’anno del cibo italiano spiccano sulle tavole dell’isola (ma non soltanto) le leccornie siciliane: limoni, pistacchi di Bronte; cassata, granita, cannolo; arancino, caponata, pane e panelle. E naturalmente pasta: magari con le sarde, o alla Norma. Quanto al formato, poi, c’è l’imbarazzo della scelta: anelletti e caddhurite, busiata e Affogaparrini; taccuna de mulino, tria e ziti; maccaruni preparati sulla sbria (spianatoia in legno con due trespoli, n.d.r.), ravioli amari e suddhi. Senza contare le tradizionali fettuccine. C’è del buono, in Sicilia, in tavola.
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Per saperne di più siamo andati a trovare Giancarlo Giambertone nel suo accogliente Cafè Ristoro Nobel di Palermo dove le fragranze della pasticceria si fondono con quelle del caffé anticipando un’accoglienza squisitamente sicula.
Formato nelle più prestigiose scuole di cucina, Giambertone vanta quasi trent’anni
di esperienza come chef e per realizzare le sue tentazioni gastronomiche sceglie esclusivamente prodotti del territorio, puntando su materie prime di eccellenza. Offre ai suoi ospiti la cucina della tradizione, rivisitata in chiave moderna. Un esempio? “Le fettuccine di semola di grano duro con gamberi rossi appena pescati e pistacchi di Bronte, aromatici e deliziosamente croccanti: il prezioso oro verde brontese, della provincia di Catania”.
Sicilia in tavola: una ricetta semplice
Il nome altisonante nasconde una ricetta semplice: essa vede protagonisti pochi ingredienti, ma di altissima qualità. E bastano pochi minuti a una mano esperta per realizzare un piatto indimenticabile. “Con le teste dei gamberi si prepara un fumetto (brodo molto ristretto e leggermente addensato, n.d.r.) che viene legato con la crema di pistacchi”, spiega Giancarlo Giambertone. “Quindi si aggiungono le code di gambero sgusciate e si fanno saltare in padella per pochi istanti. Infine si aggiunge la pasta — al dente mi raccomando — e si fa saltare nel sugo per una manciata di secondi”.
E il piatto è servito: succulento, inebriante di Mediterraneo e di sole.
Sicilia in tavola: un piatto unico
Queste fettuccine che sanno di mare e di terra posso essere considerate un piatto unico, volendo, ma come non farsi tentare da una frittura di paranza, da una grigliatina di pesce, da un assaggio di Spada alla palermitana. Il tutto accompagnato da un indimenticabile bicchiere di bianco aromatico come il Lighea Donnafugata, o un Grillo, bianco di grande temperamento.
E per chiudere in dolcezza? “Un cannolo siciliano”, risponde lo chef. “Meglio ancora una cassatella monoporzione, dove la pasta di mandorle si sposa con la ricotta freschissima. Il tutto guarnito da una gassatura leggera e una pioggia di piccolissimi canditi”. Un ottimo pasto.
La ricetta del cannolo
La ricetta del cannolo è stata riconosciuta ufficialmente e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (Pat) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). Nati come piatto carnascialesco, hanno presto smesso di essere una preparazione occasionale. Molto diffusi in tutta Italia, costituiscono un esempio dell’arte pasticcera italiana nel mondo. Come detto, proprio nell’anno del cibo. Come si preparano Una cialda di pasta fritta, detta scorza, contiene un ripieno a base di ricotta di pecora, setacciata e zuccherata. Dischi di pasta si arrotolano su piccoli tubi di metallo (un tempo, di canne di fiume) e si friggono, tradizionalmente nello strutto. Al ripieno vengono poi aggiunti canditi e le gocce di cioccolata. Si spolvera la creazione con zucchero a velo.