Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): la Giornata mondiale

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): la Giornata mondiale

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): ormai si sopravvive alla patologia. A oggi, parliamo di una malattia cronica quando nominiamo l’Hiv. Ma non bisogna abbassare la guardia.

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): lo spot degli anni Novanta

Ricordate la campagna pubblicitaria del 1991, “Se lo conosci lo eviti. Se lo conosci non ti uccide”? Gli attori erano circondati da un alone fuxia. 47 secondi, al fine di spiegare le modalità del contagio. Prevenzione e profilattico in caso di rapporti sessuali erano indicati, con ragione, come la maniera per proteggersi. Si succedevano in quegli anni campagne informative in argomento: in tutti gli ambiti dello scambio sociale, scuole comprese.

Aids, non bisogna abbassare la guardia: ecco la Giornata mondialeE’ del 1992 la canzone “Sai qual è il problema?” di Jovanotti, che così recita: “io nel mio piccolino, qui lo rappo e qui lo scrivo, quando non conosco a fondo metto il preservativo”. Nel mirino, come appare chiaro, comparivano (e compaiono) i rapporti occasionali.

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): la Giornata mondiale

Domani è appunto la Giornata mondiale contro l’Aids. Abbiamo interpellato in argomento il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Italiani, Andrea Mandelli: “L’infezione da Hiv è un esempio perfetto di come la ricerca farmacologica possa mutare radicalmente il destino del paziente. Oggi la sopravvivenza ha raggiunto traguardi impensabili, e con una buona qualità della vita, trasformando l’Hiv in una malattia cronica”.

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): le statistiche

Aids: Non tutto è rose e fiori.

L’esperto aggiunge: “A questo aspetto positivo si affianca purtroppo il dato, finora incomprimibile, di Aids, non bisogna abbassare la guardia: ecco la Giornata mondiale3.500-4000 nuovi casi l’anno in Italia. Non solo: come ricordato nei giorni scorsi dall’infettivologo Matteo Bassetti, spesso si tratta di diagnosi tardive”.

Secondo le stime a livello mondiale, dunque anche nella nostra Penisola, dal 30 al 35% delle persone colpite ignora la sua condizione.

Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids): contrastare lo stigma

Mandelli ha aggiunto: “Resta forte il bisogno di grandi campagne mirate alla prevenzione e agli screening, ma anche di un’opera costante e quotidiana di informazione, sia per contrastare lo stigma che ancora accompagna questa malattia, sia al fine di divulgare i progressi operati in campo diagnostico e terapeutico”.

Aids e assistenza territoriale

Aids, non bisogna abbassare la guardia: ecco la Giornata mondialeQual è il ruolo dei farmacisti? “Sono a disposizione della collettività per offrire consiglio e indicazioni anche sul tema, importantissimo, delle interazioni tra le terapie antiretrovirali e gli altri farmaci di uso comune. Credo però che se, fortunatamente, l’Hiv è divenuto una malattia cronica, si debba mettere in condizione l’assistenza territoriale di farsi carico anche di questi pazienti, soprattutto considerando quale peso abbia qui l’aderenza alla terapia, anche per ridurre al minimo le possibilità di contagio accidentale”.

Aids: che cos’è?

Quando parliamo di Aids, ci stiamo riferendo alla sindrome da immunodeficienza acquisita. Si tratta di Aids, non bisogna abbassare la guardia: ecco la Giornata mondialeuna malattia del sistema immunitario umano: la causa il virus dell’immunodeficienza umana (Hiv). Come agisce la patologia? Essa interferisce con il sistema immunitario. Ne limita l’efficacia e rende le persone colpite più facilmente soggette alle infezioni e allo sviluppo di tumori. La vulnerabilità, poi, aumenta via via che la malattia progredisce. Come si trasmette l’Hiv? In molte maniere: per esempio, come detto, tramite i rapporti sessuali, inoltre con trasfusioni di sangue contaminato e aghi ipodermici. Può avvenire anche la trasmissione verticale tra madre e bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno.

About Rita Tosi

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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