Piedi, c'è una chirurgia estetica tutta per loro, ma attenzione ai rischi

Piedi, c’è una chirurgia estetica tutta per loro, ma attenzione ai rischi

Già da qualche anno, i piedi sono oggetto di grande attenzione da parte della medicina estetica. Sono sermpre più in voga ritocchi puramente di bellezza destinati a questa parte del corpo che la moda tende sempre di più a scoprire anche in inverno. Le tecniche più “estreme”  arrivano dagli USA ma in Europa non sono così diffusi anche perché sono gli stessi medici, chirurghi plastici e ortopedici a metterci in guardia verso tutti gli interventi puramente estetici, che esporrebbero una struttura complessa ma anche delicata e su cui poggia tutto il corpo, come il piede, a rischi ingiustificati.

Si “rimpolpa” il dorso dei piedi

Il trattamento estetico più richiesto è il ricorso a filler, cioè iniezioni di materiali riempitivi sul dorso del piede, per restituirgli pienezza e tono e quindi un aspetto giovane, cui ricorrono soprattutto le donne con piedi molto magri e ossuti.

Si utilizzano soprattutto materiali riassorbibili, in particolare l’ acido ialuronico o, in alternativa, si fanno iniezioni di grasso prelevato da altre parti del proprio corpo (lipofilling): sono sicuri e bio compatibili (il grasso, inoltre, non ha rischi di rigetto proprio perché autologo).

Con l’acido ialuronico

Dopo l’applicazione di un anestetico sul dorso del piede, si fanno 4-5 microiniezioni con l’ago distribuendo poi la sostanza iniettata con un massaggio. Quindi si applica in genere del ghiaccio, per lenire il gonfiore e il rossore derivante dalle iniezioni e si può tornare da subito alle normali attività. Possono comparire piccoli arrossamenti, gonfiori o lividi nella zona di inoculo, che generalmente passano in pochi giorni, e anche la superficie cutanea risulta irregolare per un paio di giorni.

I filler riassorbibili durano generalmente per 7-9 mesi, quindi sono poi necessari nuovi trattamenti a distanza di tempo.

Con il grasso

Se si sceglie di utilizzare come riempitivo il proprio grasso, l’intervento prevede due fasi. Prima, in anestesia locale, si praticano delle piccole incisioni nella zona da cui si asporta il grasso (per esempio i fianchi) e si inseriscono delle cannule che aspirano l’adipe in eccesso. Alla fine si applicano dei piccoli punti di sutura, che non danno esito a cicatrici visibili. Il tutto dura circa mezz’ora.

Il grasso prelevato (ne bastano pochi grammi, anche 30-50) trattato con uno specifico macchinario, viene poi reinserito con piccole iniezioni sul dorso del piede, esattamente come avviene con l’acido ialuronico. Anche in questo caso, però, si assiste a un parziale riassorbimento della sostanza, quindi può essere necessario un ritocco ulteriore a distanza di qualche mese.

Il filler daPiedi, c'è una chirurgia estetica tutta per loro, ma attenzione ai rischi tacco a spillo

Le donne che usano abitualmente calzature con tacchi alti si rivolgono sempre più ai medici estetici per ripristinare il normale “cuscinetto” di grasso, posto sulla pianta del piede appena al di sotto delle dita, che funge da ammortizzatore naturale per il carico del piede e che si usura con il tempo.

Possono, così, indossare più agevolmente i tacchi, che spostano sulla parte anteriore del piede tutto il peso corporeo, senza incorrere in quel dolore molto forte sulla pianta del piede (metatarsalgia) che ne è spesso la conseguenza.

Non a caso si parla anche di “filler da tacchi a spillo”: si inietta il materiale riempitivo (più spesso acido ialuronico o grasso autologo) secondo le modalità già descritte per il dorso, ma a livello del derma (lo strato più profondo della pelle) proprio nell’area incriminata. Anche in questo caso occorre poi re intervenire a distanza di mesi, quando le sostanze iniettate si sono riassorbite.

Se l’ortopedia diventa “estetica” dei piediPiedi, c'è una chirurgia estetica tutta per loro, ma attenzione ai rischi

Ci sono inestetismi ai piedi che derivano da malformazioni a carico delle piccole ossa e articolazioni del piede: è il caso delle dita a martello, (deformazione delle dita che appaiono piegate e non sono in grado di riacquistare la naturale estensione) e dell’alluce valgo (deformazione dell’alluce che devia verso l’interno del piede, determinando una “cipolla” verso l’esterno).

Quando sono in fase iniziale, possono non provocare dolore né alterazioni della postura, ma possono rendere brutto il piede. Questo spinge molte persone a richiedere un intervento chirurgico proprio per ovviare al problema.

Chirurgia dei piedi: sì solo se c’è un danno

Esistono diverse tecniche di intervento per correggere le deformazioni (valide sia nel caso di alluce valgo sia per correggere le dita a martello), le stesse proposte dai chirurghi ortopedici quando le deformazioni sono tali da compromettere la funzionalità del piede, ma che spesso vengono praticate anche da chirurghi plastici.

Si interviene in genere in anestesia troncurale (addormentando dalla caviglia alle dita del piede), incidendo a livello della deformazione da trattare, sia la cute sia le ossa interessate, quindi riposizionando le strutture nella loro sede naturale e fissandole con viti o fili di acciaio. Nelle tecniche mininvasive si interviene attraverso piccoli fori, limando le ossa deformate e riallineandole con un bendaggio specifico.

Si tratta di interventi in day hospital che permettono di tornare all’attività quotidiana da subito: si può anche camminare immediatamente, indossando scarpe specifiche (aperte ma con suola rigida) per le prime settimane. Inoltre, occorre seguire cure antibiotiche e antitrombotiche per i primi giorni dopo l’intervento.

All’estero si Piedi, c'è una chirurgia estetica tutta per loro, ma attenzione ai rischiaccorciano anche le dita

Già da qualche tempo, all’estero, soprattutto negli USA, si praticano anche operazioni di chirurgia plastica mirate a modificare la forma del piede, in particolare accorciando le dita, in virtù della considerazione (diffusa soprattutto in Oriente) che un piede piccolo sia più bello ma, soprattutto, con l’obiettivo di indossare al meglio le calzature più modaiole. Una sorta di chirurgia alternativa al calzolaio.

Principalmente si lavora sulle falangi (le piccole ossa delle dita), limandole per ottenere la lunghezza desiderata. Si tratta, però, di tecniche guardate con cautela dai chirurghi plastici italiani e probabilmente anche per questo ancora non hanno preso piede nel nostro Paese.

Chirurgia estetica ai piedi: gli ortopedici sono contrari

Secondo gli specvialisti in ortopedia si tratta di interventi inutili mentre ogni operazione al piede dovrebbe essere giustificata da una motivazione funzionale. I piedi sono una struttura biomeccanica estremamente complessa costituita da decine di ossa ed articolazioni: anche minimi cambiamenti possono causare importantissimi squilibri che possono determinare dolore cronico e difficoltà a camminare.

I rischi riguardano anche filler anche se quelli moderni  riducono il livello di rischio grazie all’uso di sostanze riassorbibili sostanzialmente sicure come l’acido ialuronico o, nel caso del lipofilling, del proprio grasso. Esiste, infatti, la possibilità, soprattutto se chi pratica queste inieizioni non conosce perfettamente l’anatomia del piede (o peggio ancora in caso di sedicenti medici che utilizzano sostanze non riassorbibili, anche se vietate, come il silicone), di causare aderenze e anche reazioni infiammatorie, con danni a vasi sanguigni e nervi. Poiché, inoltre, le ossa del piede hanno una scarsa copertura di muscoli, un’infezione a livello della pelle può facilmente estendersi alle strutture ossee, dove diventa difficile intervenire con gli antibiotici e si può addirittura arrivare a dover ricorrere a degli interventi correttivi.

L’unico caso in cui bisogna prendere il considerazione l’uso del filler è per contrastare la metatarsalgia. In questo caso infatti non si tratta più un intervento puramente estetico, ma le indicazioni all’utilizzo del filler nelle metatarsalgie sono estremamente limitate, cioè va bene per quei soggetti con atrofia del cuscinetto adiposo plantare e non semplicemente per tutte le donne che vogliono indossare tacchi a spillo senza problemi. Per tutte le altre cause di metatarsalgia si utilizzano altre tecniche di correzione.

Alluce valgo o dita a martello: si interviene solo se necessario

Le linee guida di chirurgia del piede non prevedono interventi preventivi, ma solo quando questi problemi causano dolore e compromettono la funzionalità del piede. Qualsiasi deformità dolorosa delle dita e/o del piede, inoltre, deve essere affrontata da chirurghi con un addestramento specifico, dopo aver tentato altre soluzioni al problema, per esempio consigliando l’uso di scarpe adeguate, in casi selezionati calzature ortopediche su misura o plantari.

Quindi mai sottoporsi a questi interventi per motivi puramente estetici, neppure se a operare è un ortopedico. Come ogni intervento chirurgico, anche questi hanno un margine di rischio che non si può correre solo per motivi estetici. E chi si vuole far operare deve essere informato delle possibili complicanze come: infezioni, problemi legati all’anestesia, possibili lesioni a carico di vasi e nervi (soprattutto se chi opera non è esperto di chirurgia del piede). Nel caso specifico dell’alluce valgo, per esempio, sono complicanze possibili, con qualsiasi tecnica di intervento, anche un’artrosi dell’articolazione del primo dito o la comparsa di aderenze interne post-chirurgiche che limitano e rendono doloroso il movimento del dito. Nella migliore delle ipotesi questo rende necessario rioperare, ma per alcune di queste complicanze non esiste rimedio. Senza contare che non è detto che poi si sia soddisfatti dell’aspetto del proprio piede.

 

 

About Rita Tosi

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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