Insonnia social: nell'agone della piazza virtuale senza la maturità

Insonnia social: nell’agone della piazza virtuale senza la maturità

Insonnia social: parliamo di adolescenti e stili di vita. L’utilizzo di smartphone e social è sempre più precoce, mentre si presta sempre meno attenzione ai sistemi di protezione. I casi di cyberbullismo sono in aumento. La già scarsa propensione alla lettura subisce un’ulteriore diminuzione. Uno su quattro non fa alcuna attività sportiva.

Insonnia social: si va a letto tardi

Non bisogna sottovalutare l’emergenza sonno. Gli adolescenti vanno a letto tardi, dormono poco e restano “connessi” anche di notte. Qualche segnale positivo riguarda il consumo di sostanze alcoliche: aumenta l’età del primo contatto (in ambiente familiare) con una bevanda alcolica e cresce la percentuale di chi non beve. Non diminuiscono, tuttavia, le “ubriacature” in gruppo.

Insonnia social: obiettivo prevenzione

Insonnia social: nell'agone della piazza virtuale senza la maturitàMeno della metà degli adolescenti frequenta i camici bianchi per controlli sistematici: l’appuntamento con lo studio medico si prende soltanto in caso di necessità.

Insonnia social: un’indagine accurata

Questa fotografia degli “appena teenagers” emerge dall’indagine “Adolescenti e Stili di Vita”, realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard, con la collaborazione della Associazione culturale Pediatri (Acp) e dell’Osservatorio permanente giovani e alcol. Hanno curato l’indagine Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento, referente dell’area sociologica di Laboratorio adolescenza e membro del comitato scientifico di Istituto Iard, e Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza. La ricerca è stata svolta tra i mesi di novembre 2018 e maggio 2019 su un campione nazionale rappresentativo di 2019 studenti (1027 maschi e 992 femmine) frequentanti la classe terza media inferiore (fascia d’età 13-14 anni). I confronti riportati sono con una analoga indagine svolta nel 2017.

Insonnia social: ricerca sugli adolescenti italiani

Secondo Paolo Paroni, presidente di Rete Iter-Istituto Iard, “Sono stati messi a fuoco i processi di transizione verso il mondo giovanile e adulto. La collaborazione tra Laboratorio adolescenza e Iard consente di continuare e sviluppare sempre di più questo lavoro di osservazione e conoscenza. La ricerca mette in luce che se da un lato stili di vita e comportamenti attribuibili all’adolescenza proseguono spesso oltre i trent’anni d’età, sull’altro versante assistiamo ad una progressiva anticipazione di questi comportamenti, per cui l’osservazione e le conseguente attenzione sociale, educative e istituzionale, devono tener conto di questi mutamenti”.

Insonnia social: il primo telefono cellulare

Circa il 60% ha il suo primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni, ma oltre il 28% lo ha avuto in regalo Insonnia social: nell'agone della piazza virtuale senza la maturitàprima dei dieci anni. Soltanto una esigua minoranza ne entra in possesso dopo i 12 anni.

Non va molto meglio con i social: il 54% inizia la sua vita in rete tra gli 11 e i 12, e il 12% prima dei 10 anni. Come appare chiaro, non ci si preoccupa troppo delle età minime di accesso consentite.

Il fenomeno è sempre più precoce: è palese confrontando i dati con quelli relativi all’edizione 2017 della medesima indagine, a dispetto degli inutili fiumi di raccomandazioni degli “esperti”. E’ in aumento anche la percentuale dei giovanissimi che non utilizza alcuno strumento di protezione del proprio profilo (11% al 15%) messo a disposizione dal “social”.

Insonnia social: il coraggio di essere bambini

Poniamo che l’accesso a un social preveda un’età minima (che il soggetto non ha) per l’accesso. Si nota che i giovanissimi non rinunciano. Al contrario: il 47% indica l’età minima per poter accedere, il 20% un’età a caso e il 23% di essere comunque maggiorenne, perché (spiegano i ragazzi nei focus group realizzati a corredo dell’indagine) “così non ti prendono per un bambino”.

Insonnia social: manca la maturità psicologica

Insonnia social: nell'agone della piazza virtuale senza la maturitàMaurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza, si è espresso in questo modo: “Un pericoloso esordio in età pressoché infantile, quando non si ha assolutamente la necessaria maturità psicologica per poter utilizzare strumenti di comunicazione così potenti e insidiosi, anche a età ben più mature.  Ma al di là dei pericoli più visibili (la deriva del cyberbullismo è il più evidente) la permanenza ventiquattro ore su ventiquattro nell’agone della piazza virtuale contribuisce ad aumentare la fragilità di una generazione di adolescenti costantemente in ansia da prestazione. Come se non bastasse sentirsi in competizione in ogni contesto in cui agiscono (dalla scuola, allo sport, a qualunque altra attività svolgano), l’essere costantemente ‘in vetrina’ e psicologicamente dipendenti dal giudizio degli altri, manifestato attraverso like e follower, li rende insicuri al punto di modificare, probabilmente anche inconsapevolmente, il modo di comunicare tra di loro. Un esempio di questo ci è dato anche dall’uso apparentemente bizzarro della comunicazione orale attraverso lo smarthphone. Tra di loro mai una telefonata vera, ma solo successioni lunghissime di messaggi vocali (a volte anche di contenuto drammatico) che evidentemente li tranquillizzano, perché non costringono a far fronte ad un contraddittorio in tempo reale”.

Insonnia social: le piattaforme più utilizzate

Per quanto concerne i social (e gli strumenti di messaggistica) più utilizzati, si conferma il progressivo calo di Facebook e l’incremento di Instagram. Parabola discendente per Ask Fm, mentre è in crescita Snap Chat. Diventa consistente l’utilizzo di Telegram e This Crush (quasi inesistenti nel 2016), mentre non abbiamo rilevato il dato su TikTok, esploso recentissimamente. WhatsApp è praticamente “incorporato” in tutti gli adolescenti.

About Rita Tosi

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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