Fabio Giorgino vive a Maruggio, in una porzione costiera della Puglia ionica che esplode di bellezza, di luci e colori dell’acqua e del cielo che lasciano stupefatti coloro che hanno la fortuna di vederli.
Quando decise di trasformare la sua passione di lettore seriale in una produzione di scrittura, passando dall’altra parte della barricata, non potè scegliere altra ambientazione per la sua storia se non la sua terra, distesa tra spiagge di sabbia finissima e uliveti a perdita d’occhio.
Fu una scelta meditata, la sua, tanto che sono trascorsi otto anni tra l’embrione del romanzo e la sua pubblicazione nel 2019 col titolo “Le ragioni della follia”, un’opera prima.
Fabio Giorgino è dunque un esordiente che si è cimentato in un genere tra i preferiti ( se non il preferito in assoluto) dai lettori del nostro paese, che amano il poliziesco, il thriller, nelle sue svariate declinazioni cromatiche, dal giallo al nero.
Dalla sua penna è nato il commissario Spiridione Fusco, che tutti chiamano Spiro, ritornato a vivere a Taranto dopo alcuni anni trascorsi lontano dalla sua città per esigenze di lavoro.
E’ un uomo non facile, Fusco, ha una forte personalità che talvolta va domata quando sembra imbizzarrirsi, è ombroso, poco propenso a manifestare i suoi sentimenti e le sue emozioni, certo di avere una metà in ombra, che lo porta a ricercare la giustizia anche con mezzi poco convenzionali.
Il commissario Spiro Fusco di Fabio Giorgino
Del suo protagonista Fabio Giorgino ci racconta molto, aggiungendo un passo dopo l’altro elementi descrittivi che lo rendono molto umano, capace di comprensione tanto quanto di acutezza di indagine, accompagnato talora da un senso di inadeguatezza non sul lavoro, dove sa di dare tutto se stesso e anche di più, ma piuttosto nella vita privata, in cui si trova ad essere genitore unico della figlia Vanessa, in piena crisi adolescenziale.
Spiro Fusco ha infatti dovuto crescere la bambina da solo, con l’appoggio di zie e nonne, dopo che la moglie Angela lo ha lasciato, sparendo nel nulla con l’esplicito ordine di non cercarla.
Una vita da commissario non si concilia facilmente con quella di padre, i tempi sono sempre troppo dilatati a danno della figlia, assassini e altri delinquenti non rispettano orari d’ufficio quando mettono in atto i loro piani.
La parte privata del commissario genera empatia nel lettore, che si trova a stare dalla sua parte quando i ricordi riaffiorano e penetrano nella carne come aghi, quando le ribellioni di Vanessa non trovano un terreno fertile su cui attecchire, quando Spiro si abbandona alla malinconia e al rimpianto di una vita che non è andata come avrebbe voluto.
Avrebbe potuto ricostruirsi una vita, una nuova famiglia, ma non ha voluto per la figlia, per non straniarla ulteriormente dal concetto di famiglia che la bambina ha faticosamente costruito dopo l’abbandono, una famiglia monca, ma sempre tale.
Quando la violenza esplode improvvisamente seminando cadaveri marchiati a fuoco (un fiore di loto impresso sulla spalla) gli equilibri all’improvviso saltano, l’anello che non tiene nella catena della quotidianità apre nuovi spazi di dolore per lui e per la figlia, portandoli però a sentirsi ancora più vicini, ad appoggiarsi l’uno all’altra per arginare la follia che dilaga intorno a loro.
Fabio Giorgino regala loro un finale di catarsi, di liberazione dalla schiavitù di un dolore che non ha ragion d’essere perché nato da un gesto folle, un abbandono senza logica apparente, ma che alla fine riuscirà a spiegare le sue ragioni.
Fabio Giorgino: un caso difficile per il commissario Spiro Fusco
La follia può avere le sue ragioni?
E’ ciò che si chiede il commissario Fusco quando sul litorale tarantino viene ritrovato il corpo di un professore con un giravite conficcato nel cuore e un fiore di loto marchiato a fuoco su una spalla.
Chi può aver ordito una trama così macabra e violenta?
Spiro Fusco e la sua squadra non hanno nemmeno il tempo di provare a rispondere a questa domanda che già un altro cadavere richiama la loro attenzione, con la sola differenza di essere stato abbandonato in un uliveto.
Come se non bastasse, qualcuno invia al commissariato una missiva consistente in una serie apparentemente priva di significato di lettere in successione, un codice da decodificare, probabilmente, con il quale l’assassino preannuncia i suoi intenti.
L’aiuto di un commissario in pensione abilissimo nel decodificare messaggi criptati permette la comprensione del testo, ma questo non fa che aumentare la confusione, facendo riferimento alla Bibbia e ai testi sacri.
C’è un assassino libero che lascia una terza vittima, stessa modalità, stessa efferatezza. Sembra essere mosso da fanatismo religioso, i suoi delitti sembrano essere compiuti per punire chi ha violato uno dei dieci comandamenti, espressi però nella versione tramandata dalla tradizione ebraica.
Fabio Giorgino lascia trapelare nel suo racconto la precisione certosina che ha accompagnato la scrittura del suo romanzo, con una ricerca delle fonti approfondita e chiara, tale da garantire al lettore un senso di compiutezza nel ricostruire la visione d’insieme dei fatti.
E’ davvero la follia a muovere l’assassino? C’è un piano determinato alle spalle di ciò che è successo, c’è un serial killer che si muove nell’ombra tra Taranto e Lecce, c’è un desiderio di vendetta rimasto latente nel tempo e improvvisamente esploso?
Tutto e niente sembra avere risposta, mentre sempre più vita privata e vita lavorativa di Spiro Fusco si sovrappongono con una serie di inattese rivelazioni.
Legami affettivi sciolti da tempo o appena intrecciati conducono tutti i personaggi verso un unico punto di focalizzazione, anche laddove l’apparenza aveva lasciato immaginare realtà molto diverse.
Nel finale Fabio Giorgino raccoglie le storie sfilacciate per ricomporre un’unica matassa, in cui non mancano odio e rancore, colpa e vendetta, lucidità e follia, che mai ha ragioni che possano giustificarla.
A fianco di questi sentimenti, però, ne brillano altri, come la capacità del perdono e della comprensione, che tutti vorremmo così profondi e sentiti nella vita reale, ma che, ahimè, ci appaiono come una pietosa illusione: nella finzione verosimile il male si sconfigge e il bene trionfa, i legami giusti si rafforzano e la falsità trova la sua condanna.
Ma nella realtà?
TITOLO : Le ragioni della follia
EDITORE : Independently Published, 2019
PAGG. 339 EURO : 11,96 (disponibile in versione eBook euro 2,99)