Iacopo Gardelli, una storia d’Italia nel microcosmo della riviera romagnola
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Iacopo Gardelli, una storia d’Italia nel microcosmo della riviera romagnola

25/03/2023
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Iacopo Gardelli, ravennate classe 1990, una laurea in filosofia e un’attività che spazia dalla scrittura al giornalismo e alla critica teatrale, è romanziere all’esordio con “L’Alsìr. Un romanzo balneare”.

Quanta storia d’Italia è inconsapevolmente transitata lungo i suoi ottomila chilometri di coste?

Quanta politica, economia, società è fluttuata tra stabilimenti balneari e spiaggi libere, lettini e ombrelloni, piccoli bar e interminabili partite a carte?

Dopo il boom economico del dopoguerra, con le vacanze diventate poco per volta alla portata di tutti, la famiglia italiana ha visto nel soggiorno al mare uno status symbol, la conferma di una scalata sociale.

Quando Maldive e Caraibi non avevano ancora fatto bella mostra di sé nelle agenzie viaggi, erano le nostre regioni a fare da polo d’attrattiva.

Gli abitanti del nord si riversavano per lo più in Liguria e Romagna, preparandosi al miracolo economico, che avrebbe avuto, dopo il picco d’ascesa, l’inizio della discesa, inesorabile negli ultimi decenni.

Iacopo Gardelli è ravennate, dunque legato alla riviera adriatica, quella dei vitelloni e delle turiste tedesche, degli stabilimenti balneari a perdita d’occhio e del mare invaso da mucillagine.

Proprio qui si svolge tutta la storia da lui narrata, sviluppatasi nell’arco di un ventennio.

Iacopo Gardelli padre di una lingua meticcia

Uno stabilimento balneare può essere un microcosmo?

Certamente sì, se indagato con lo sguardo giusto, e può essere anche di più, ovverosia metafora di una certa società italiana se non addirittura della vita stessa.

L’Alsìr è proprio questo: il suo stesso nome, tratto dal dialetto, significa tempo libero, agio, ozio, tutto ciò che intuitivamente si associa all’idea di vacanza.

In questo termine c’è però molto di più, l’interesse di Iacopo Gardelli per un dialetto che serva da rampa di lancio per l’invenzione di una lingua meticcia, capace di sopportare inserti romagnoli senza usare il dialetto e restando comprensibile a tutti.

Se le prime pagine stupiscono e destabilizzano chi il dialetto proprio non lo conosce, lentamente la perplessità lascia il posto all’assuefazione e alla comprensione di questi strani termini, come aggulparsi o smalvire.

E’ l’esperimento di un autore che affonda le sue radici anche nel teatro, oltre che nella prosa contemporanea: due nomi, forse, possono essere un indizio, Dario Fo e Andrea Camilleri.

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Tutti al mare con Iacopo Gardelli

L’Alsìr è uno stabilimento balneare di poche pretese, gestito a conduzione familiare da Jorio e Vanda, dove i bagnanti sono sempre gli stessi, anno dopo anno.

E’ malandato, ma piace così com’è, con il suo campo per le partite a racchettoni, i suoi avventori sempre uguali, le cabine con la calce scrostata, le dune, la pineta, gli oleandri.

L’Alsìr è come un non luogo fermo nel tempo, dove passano e a volte restano famiglie come i Montanari e i Malagola, che al mare proprio non possono rinunciare.

I Montanari, Ivan Caterina e il figlio Guido, sono romagnoli di estrazione proletaria e hanno lasciato l’abitudine della spiaggia libera per il bambino: con Jorio Ivan aveva condiviso il tempo della gioventù, della passione calcistica e di quella politica, prima di perdersi di vista.

E’ il 1994 quando approdano per la prima volta all’Alsìr, Jorio dà loro un ombrellone a fianco di un’altra famiglia, quella dei Malagola, Umberto e Teresa, milanesi benestanti con villa al mare e due bambini, Alessandro ed Elena.

Sino al 2012 si ritroveranno ogni estate, stessa spiaggia e stesso mare, nelle loro parole si rifletterà tutto il cambiamento italiano, il passaggio dall’edonismo al ripiegamento su se stessi, dall’ostentazione alla dignità, dalla politica vissuta in modo quasi sanguigno a quella trasformata in discorso da bar.

Saranno i tre figli a cambiare di più, ovviamente, a crescere con nuovi obiettivi al posto dei vecchi capricci, con sentimenti che si mescolano a quelli più infantili e li stravolgono.

Della loro vita lontano dalla spiaggia e dai mesi estivi l’autore ci racconta ben poco, ma sono essi stessi a farlo coi loro racconti e con il loro modo di interfacciarsi.

La distanza sociale è tanta, Caterina lavora e cerca di mantenere gli equilibri economici della famiglia anche quando Ivan è in difficoltà col suo lavoro di portuale, Teresa è interessata all’abbronzatura e alla moda, un po’ annoiata di tutto, anche del marito medico che le permette la vita di agi da lei condotta.

Eppure le due donne legano e stringono un’amicizia ventennale, anche se un po’ di invidia le mette a confronto: Caterina vorrebbe una vita come quella di Teresa e un marito come il suo, Teresa, almeno a parole, invidia l’indipendenza economica dell’amica e idealizza ciò che di più sarebbe potuta diventare non sposando Umberto.

Umberto e Ivan, invece, una vera amicizia non la stringeranno mai: è soprattutto il secondo a mantenere le distanze, sente la filosofia di vita diversa, l’impossibilità di trovare un punto d’intesa politica.

Estate dopo estate nei loro discorsi si percepisce il cambiamento dell’Italia, la sua fallimentare ricerca di una solidità politica ed economica, il crollo definitivo della Prima Repubblica.

Tre ragazzi in crescita

Attori principali del cambiamento sono Guido, Alessandro ed Elena.

Conosciutisi bambini interessati ai giochi d’acqua, ai castelli di sabbia in riva al mare, alle piste per le biglie, sono diventati degli adolescenti problematici prima e dei giovani pronti alla vita poi.

Ma se i primi anni a metterli a confronto erano solo paure o capricci, col passare delle estati i mutamenti si sono fatti di altro tipo.

In ognuno di loro Iacopo Gardelli ha tracciato schizzi della sua generazione, quella dei nati nei primi anni Novanta, facenti parte della generazione dei Millenials.

Nativi digitali amanti di Harry Potter, devono immaginare un futuro assai più fragile di quello ipotizzato dai loro genitori, a causa della recessione e delle sue troppe conseguenze.

Guido appare più maturo, riflessivo, nutre interessi per la letteratura e i suoi autori, viene stimato da Umberto che lo sente più vicino a sé di quanto possa fare Ivan.

Alessandro sembra più superficiale, meno studioso, attratto dalla mondanità della riviera che Guido rifugge, capace di interagire con Ivan molto più che coi suoi genitori.

E poi c’è Elena, che cresce autonoma e ribelle ma profondamente irrisolta, che con Guido stringe un’amicizia diversa da quella tra maschi, che porta entrambi verso le scoperte adolescenziali.

Vent’anni di vita scorrono nelle pagine di Iacopo Gardelli, estate dopo estate, in un romanzo corale costruito per accumulo di sfumature, su una spiaggia che può essere tutto o niente, perché  in spiaggia è impossibile perdersi: ci si perde in pineta, si scompare nel mare, ma in spiaggia si vede sempre tutto, la spiaggia è un posto dove ci si vede.

Iacopo Gardelli, una storia d’Italia nel microcosmo della riviera romagnolaAUTORE : Iacopo Gardelli

TITOLO : L’Alsìr

EDITORE : Fernandel

PAGG. 220           EURO : 15,00

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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