Lo scaffale di gennaio 2023
Lo scaffale di gennaio 2023 augura a tutti i suoi lettori un anno ricco di serenità, di gioia e di piacevoli letture.
“La lettura e la scrittura sono i poteri più potenti di cui disponiamo, ci ampliano la mente, ci fanno crescere, ci migliorano, a volte ci illuminano e ci fanno prendere nuove strade, ci permettono di cambiare idea, ci danno il coraggio di fare ciò che desideriamo.” (Lorenzo Marone)
Kristen Arnett, Con i denti, Bollati Boringhieri
Sammie Lucas ama suo figlio, ma non lo capisce, in qualche modo lo teme. Samson è un bambino sempre imbronciato, che si oppone ostinato a qualunque tentativo della madre di cercare la sua complicità, di approfondire il loro legame.
Incerta riguardo ai propri sentimenti, consapevole di non essere in alcun modo ricambiata, Sammie fa comunque del suo meglio per portare avanti le cure materne – cucina per lui, lo aiuta a fare compiti e lavoretti scolastici, lo accompagna ovunque – ma, al contempo, non riesce a evitare di accumulare risentimento nei confronti di Monika, la donna forte che ha sposato e che è sempre più assente dal loro ménage.
E mentre Samson cresce, passando dall’essere un bambino scorbutico a un teenager spietato, la vita di Sammie comincia a indulgere in comportamenti sempre più disordinati, e la sua determinazione a creare una perfetta famiglia arcobaleno si sfalda. Quando l’ostilità in casa degenera a un punto di non ritorno, Sammie deve venire a patti con il suo ruolo di madre e moglie, non più necessariamente disposta a ricomporre quello che era un presunto idillio.
Pieno di calore e ironia, il romanzo offre un punto di vista insolito sulle articolate dinamiche all’interno di una famiglia, un ritratto del delicato tessuto che la compone, e dei molti modi in cui si può finire per lacerarlo.
Edward St Aubyn, Doppio cieco, Neri Pozza
Un romanzo in cui la letteratura si cimenta con i temi propri della scienza. Biochimica, botanica, immunoterapia, schizofrenia ed etica dei placebo sono, infatti, tra gli argomenti trattati.
In realtà, è un’opera sulla contemporaneità e sul conflitto tra determinismo e libertà che la caratterizza.
Spiccano, nella galleria dei personaggi che vi compaiono e ne fanno un romanzo corale, le figure di Olivia e Lucy, amiche sin dalla loro frequentazione di Oxford. Olivia è una biologa che si innamora di Francis, un naturalista incontrato a un convegno sulla megafauna, il quale, per conto di ricchi mecenati, si occupa di «ricreare» la spontaneità della natura. Lucy si innamora, invece, di Hunter Sterling, un capitalista megalomane e immaginifico che vuole «ricreare» l’esperienza dei mistici con il suo «casco Nirvana».
Attorno a loro, un coro di figure minori, rappresentanti perfetti del caos della contemporaneità: accademici saccenti, impostori ammantati di linguaggio pseudoscientifico, schizofrenici, psicoanalisti, e sacerdoti come l’indimenticabile padre Guido, spedito a casa di Hunter dal Vaticano, incuriosito dalle sue mirabolanti invenzioni.
Nell’universo tecnoscientifico dominato dalla «Medusa del determinismo» irrompe a un certo punto la fragilità della vita umana, la sua finitezza in cui solo consiste la libertà, la possibilità, ciò, di decidere e di prendersi cura dell’esistenza.
Giovanni De Plato, Vincent van Gogh. Il giallo della follia, Libri Scheiwiller
Nel periodo di massima creatività (1880-1890) fu sottoposto a ripetuti ricoveri, ogni volta con una diagnosi diversa.
Dopo la sua morte, il giallo s’infittisce con nuove “accuse”: schizofrenia, malinconia, depressione, personalità borderline, sifilide, etilismo.
Come mai un pittore, che in circa dieci anni crea 823 dipinti e scrive 821 lettere, è ritenuto dall’illustre psichiatra Karl Jaspers affetto da schizofrenia?
Su questo mistero entra in gioco l’autore che affida al dottor Emil Moreno, giovane psichiatra di Basilea, il compito di chiarire se Vincent fosse schizofrenico o un uomo normale dalla genialità incompresa.
L’allievo Moreno si scontrerà con il suo maestro Jaspers, autore del saggio “Il caso Van Gogh” del 1922. Come finirà lo scontro?
La trama descrive le vicende intime e traumatiche di Van Gogh, sempre sottovalutate dai medici.
Il lettore potrà parteggiare per la difesa della normalità sostenuta dal dottor Moreno e per l’accusa di schizofrenia motivata dal professor Karl Jaspers.
Niccolò Ammaniti, La vita intima, Einaudi
Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei.
Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.
Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.
Paolo Pagani, Citofonare Hegel, Rizzoli
La filosofia, secondo Ludwig Wittgenstein, serve a «far uscire la mosca dalla bottiglia». Ovvero a risolvere problemi e a liberare la mente dagli errori. Non è, quindi, una dottrina astratta, ma piuttosto un’attività pratica che getta chiarezza in ogni ambito della vita, privata e pubblica.
Partendo da questa idea, Paolo Pagani, filosofo di formazione da sempre appassionato alla materia, ci propone in questo libro un esperimento originale: rivolge a 19 grandi filosofi del passato, da Socrate a Heidegger, le domande più scottanti del nostro tempo. Dalla guerra al gender, dai vaccini alle fake news alla dignità del lavoro, il pensiero scaturito da menti come Hegel, Spinoza, Husserl o Nietzsche può illuminarci anche oggi o, per lo meno, nutrire il ragionamento e sollevare dubbi fecondi.
Perché le loro riflessioni universali – quali sono i limiti della ragione? la Natura è “buona”? ci si può fidare dei sensi?… – si adattano perfettamente all’epoca che stiamo vivendo, e a contesti solo in apparenza diversi .Guest stars del volume sono uno scrittore (Tolstoj) e sette personaggi letterari, ciascuno emblematico di un tema, come Gulliver che rappresenta la diversità, Fantozzi il lavoro offeso, o Don Chisciotte la vita inautentica.
Domenico Starnone, Vita mortale e immortale della bambina di Milano, Einaudi
Immaginate un bambino sognatore, sempre affacciato alla finestra.
La nonna sfaccenda in cucina, e ogni tanto butta un occhio a guardarlo. Lui invece fissa sedotto il balcone del palazzo di fronte, dove la bambina dai capelli neri danza la sua danza temeraria.
Per un amore cosí, un ragazzino ardimentoso può spingersi a prodezze estreme, duelli all’ultimo sangue, addirittura a parlare l’italiano.
Sarà la nonna – che per lui ha un’adorazione smisurata – a vegliare sulle sue millanterie, seduta nel cantuccio della cucina. Lei non ha dimestichezza con le parole, ma non difetta di fantasia. Quando, forte della sua lunga vedovanza, gli racconta della fossa dei morti, scolpisce immagini indelebili nella mente del nipote.
Da bambini si può essere tutto. L’esploratore o il mozzo, il naufrago o «il caubboi», Ettore o Ulisse. Da bambini ci si può innamorare guardando il balcone tutto celeste del palazzo davanti, o credere di aver trovato la fossa dei morti proprio dietro l’aiuola del cortile, da dove si sentono salire inequivocabili tonfi sinistri.
Un libro irresistibile, tagliente come le spade della fantasia nascoste sotto il letto, prezioso come un gioiello di famiglia, in cui la scoperta dell’amore e la scoperta della morte si inseguono segnando la fine dell’infanzia. O, chissà, prolungandola al punto che ci si attarda nei giochi e, come teme la nonna, non si cresce piú.
Alicia Giménez-Bartlett, La Presidente, Sellerio
Vita Castellá giace cadavere nella stanza di un lussuoso albergo di Madrid, avvelenata con un caffè al cianuro. È stata la presidente della Comunità Valenciana. Amata e detestata, benefattrice e prepotente, ha dominato la città e la regione in una stagione segnata da una corruzione pervasiva e quasi proverbiale.
La rete di potere che da lei si è estesa ha lasciato al suo ritiro una schiera di scheletri in moltissimi armadi. Della sua morte, le autorità, il capo della polizia, il ministro, vogliono far passare una versione ufficiale meno compromettente, un infarto che eviti «un casino di dimensioni stratosferiche». L’inchiesta di polizia è però inevitabile.
L’idea brillante è di affidarla a degli investigatori inesperti e malleabili. Come Berta e Marta, due sorelle giovanissime appena uscite dall’Accademia di Polizia. Diverse l’una dall’altra come due fiocchi di neve, sono acute, ambiziose e sono donne, cioè con una emergente avversione per i maschi al potere. Vanno così per la loro strada di poliziotte determinate. Con un po’ di rimorso «tacendo e mentendo» ai loro capi come questi fanno con loro due. E s’inerpicano in un’inchiesta che si svolge in una fascinosa Valencia.
Poteri e misteri, false apparenze, vendette e rancori, altri spietati omicidi debbono svelare a poco a poco, anche con l’aiuto dell’affezionato addetto stampa della presidente, «Boro» Badía, un giornalista a cui il «partito» ha spezzato la carriera e ferito la dignità a causa delle scelte sessuali.
Le due creature di Alicia Giménez-Bartlett, le sorelle Miralles, Berta e Marta, sfidano lo stereotipo del detective tradizionale. Le ubbie, le paturnie, e i sogni propri di ogni ragazza risaltano nei dialoghi, e danno al mistero poliziesco la stessa quotidiana leggerezza che ha reso famosa l’ispettrice di Barcellona Petra Delicado.
Quell’umorismo d’ambiente che ha tra i suoi scopi, come sempre nei romanzi dell’autrice, anche quello di affermare i diritti.
Paolo Milone, Astenersi principianti, Einaudi
La morte è l’unica certezza che abbiamo nella vita, ma noi allontaniamo il pensiero ogni giorno, con pervicace distrazione.
Eppure basterebbe fermarsi un istante… Ecco perché è fatto di istanti, questo libro inaspettato. Di quegli attimi preziosi in cui esitiamo in cerca di una strada, e all’improvviso ci accorgiamo che la vita e la morte fanno gli stessi scherzi, perché semplicemente sono un’unica cosa.
In fondo cosa c’è, dopo la morte? C’è un paese dove non siamo mai andati: «Per me, per esempio, la Norvegia».
Di ciò di cui non si può parlare, non bisogna tacere. È stato Paolo Milone a dimostrarcelo, conquistando il cuore di tanti lettori con L’arte di legare le persone. E ora, con la stessa sensibilità e col medesimo ardire, affronta un’arte persino piú difficile. Incredibilmente finisce per confortarci anche questa volta, rendendo vivo e vicino ciò che tanto ci affanniamo a tenere lontano.
Il distacco in fondo è una mano tesa, un gioco che non conosciamo ancora, uno spasimante per cui ci facciamo belli tutta la vita.
Daniela Lucangeli, Il tempo del Noi, Mondadori
Un’intuizione avuta da bambina – non esistiamo se non nella relazione – si è poi trasformata nella consapevolezza perpetua e pervasiva di essere in ogni istante parte di un Noi.
A livello personale (come figlia di, madre di), a livello umano (come vivente tra i viventi, ciascuno parte di un più grande organismo), a livello culturale…
Da quel momento sono passati anni, la bambina è diventata una professoressa di Psicologia dello sviluppo, esperta di strategie di supporto ai disturbi del neurosviluppo, ma non ha perso quella visione d’insieme. Sente nitidamente che il suo sguardo sul mondo, il suo sapere odierno sono anch’essi parte di un Noi: un Noi che travalica il tempo e lo spazio, figlio e frutto di alcuni «abbracci» speciali. Abbracci di giganti del pensiero, singoli che hanno oltrepassato il limite dell’io regalando a noi il loro passo oltre l’ostacolo.
Daniela Lucangeli dialoga con otto di loro (da Maria Montessori ad Anna Freud, da don Lorenzo Milani a Friedrich Fröbel) sui temi che più le sono cari – l’educazione, la vulnerabilità e il talento, la pace – facendo emergere come, e perché, alcuni individui hanno cambiato per sempre la struttura del sapere collettivo. Accendendo doni che hanno permesso al Noi successivo di camminare in pienezza di luce.
Romanzi.it, Box 09, Iperborea
La Box 09 di Romanzi.it propone una selezione di tre dei migliori romanzi dal catalogo di Iperborea:
Piovevano uccelli di Jocelyne Saucier, una storia raccontata con grande sensibilità e capace di toccare alcuni temi fondamentali: cosa ci serve davvero per vivere e cosa è superfluo? Come si può riconquistare la libertà di vivere la nostra vecchiaia con consapevolezza? E l’amore è davvero qualcosa riservato all’esuberanza della giovinezza?.
Cucinare un orso di Mikael Niemi, un giallo storico appassionante e visionario in cui ci si interroga sulle grandi questioni della vita, calandoci nel cuore di una piccola comunità ferita da grandi eventi ai margini artici del mondo.
Norwegian blues di Levi Henriksen, la storia di un discografico quarantenne in crisi, deluso dai successi preconfezionati imposti dal mercato, che si ritrova per caso in una chiesa di campagna dove viene folgorato dal canto di tre fratelli ottuagenari.