Attenzione e memoria: come migliorarle in caso di depressione
Attenzione e memoria: come migliorarle in caso di depressione? Curare il disturbo depressivo non significa del resto soltanto trattare i problemi dell’umore. Bisogna occuparsi degli aspetti di tipo cognitivo. In caso di depressione, infatti, l’essere umano si affievolisce, come se si trattasse di una fiammella. E’ a quel punto che questi deve combattere, è a quel punto che deve essere curato.
Attenzione e memoria: i campanelli di allarme della depressione
Non bisogna sottovalutare rilevanti campanelli d’allarme della patologia: disturbi dell’attenzione, compromissioni della fluenza verbale, delle funzioni esecutive e rallentamento psico-motorio. L’individuo in sintesi, dal punto di vista cognitivo, funziona al rallentatore, come in una sequenza cinematografica. Bisogna riportarlo alla giusta velocità, perché viva nella pienezza delle sue facoltà.
Art & Show-Bologna, Festival del Libro e della Storia dell’Arte
A Bologna, da domani 18 al 21 settembre 2014 c'è la 11^ edizione del Festival del…Attenzione e memoria: ripercussioni della depressione sul lavoro
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Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, nonché presidente della Società italiana di Neuro PsicoFarmacologia, (Sinpf), si è espresso in questo modo: “Migliorare l’attenzione e la memoria potrebbe aiutare il paziente a risolvere alcune problematiche contingenti della depressione, come, per esempio, le ripercussioni in ambito lavorativo, sociale e famigliare. La depressione ha infatti un impatto molto forte dal punto di vista lavorativo e costituisce, non a caso, una delle principali cause di disabilità sul lavoro, oltre a essere associata a una significativa perdita economica in termini di produttività”.
Depressione: qualche dettaglio
Parliamo di una condizione che riguarda oltre 300 milioni di persone a livello globale, 40 milioni nella sola Europa e 3 milioni in Italia. Interessa le donne in una proporzione di 2 a 1 rispetto agli uomini.
La peri-menopausa è il periodo tra la pre-menopausa e la post-menopausa: può durare anche alcuni anni.
In questo lasso di tempo, il rischio di depressione aumenta di quattordici volte rispetto alla pre-menopausa.
Si determina, anche in questa fase della vita della donna, una compromissione cognitiva, soprattutto a carico della memoria e della capacità di concentrarsi.
Attenzione e memoria: nuovi farmaci
Queste le parole del professor Mencacci: “La presa in carico della compromissione cognitiva che si osserva nel paziente depresso è una parte fondamentale del lavoro del clinico, a partire da una corretta diagnosi differenziale. Obiettivo del clinico deve essere inoltre il raggiungimento del pieno recupero funzionale e del miglioramento della qualità di vita del paziente depresso. Ecco perché è sempre importante avere a disposizione nuovi farmaci che possano colmare questi bisogni. In questo ambito sono stati fatti passi avanti negli anni, fino ad arrivare all’ultimo antidepressivo lanciato sul mercato. Esso permette di trattare anche i sintomi cognitivi legati alla depressione ed è caratterizzato da un meccanismo d’azione multimodale. Cruciale quindi è fare in modo che la ricerca clinica non si fermi mai, per continuare ad avere trattamenti sempre più innovativi”.
Spesso il soggetto depresso chiede di tornare a essere presente a se stesso al 100%.
Rilevanti progressi possono essere compiuti in tale ambito se lavorano a stretto contatto giovani psichiatri, neurologi, geriatri e anche farmacisti. E’ una buona idea promuovere l’interazione con i caregiver, consorziare società a livello nazionale e internazionale su diverse aree tematiche e dare risalto all’innovazione e alla ricerca: si tratta di obiettivi che la Sinpf si propone di raggiungere.