Malattie sessualmente trasmissibili in aumento: più 40% in 15 anni
Salute

Malattie sessualmente trasmissibili in aumento: più 40% in 15 anni

25/04/2022
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Ogni giorno in tutto il mondo vengono contratte più di 1 milione di infezioni a trasmissione sessuale, per un’incidenza annua di 340 milioni di casi nei soggetti appartenenti alla fascia di età 15-49 anni.

In Italia, dove le Malattie Trasmesse Sessualmente (MTS) sono monitorate dal Sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, sono segnalati circa nuovi 4 mila casi ogni anno.

Dal 1991 il Sistema di sorveglianza ha segnalato un totale di 140.874 nuovi casi, ma mentre il numero è rimasto stabile fino al 2004, dal 2005 le segnalazioni hanno subito un incremento pari al 41,8% rispetto al periodo 1991-2004.

“I motivi della maggiore incidenza delle infezioni trasmesse sessualmente sono molteplici e complessi”, spiega la Professoressa Gabriella Fabbrocini, direttrice dell’UOC di Dermatologia Clinica dell’Università di Napoli Federico II.

“Non ultimo la maggiore mobilità delle popolazioni, che contribuisce a una più rapida diffusione mondiale di agenti infettivi.

La prevenzione è fondamentale, soprattutto nell’età adolescenziale, per ridurre il rischio di contrarre patologie quali sifilide, infezione da HIV e condilomatosi.

È necessario favorire la prevenzione nelle scuole, sensibilizzando i giovani a corretti stili di vita e a corrette abitudini comportamentali e relazionali, migliorando il grado di conoscenza delle infezioni trasmissibili sessualmente”.

Le malattie sessualmente trasmissibili

Le infezioni e patologie trasmesse sessualmente sono circa trenta, rappresentano uno dei più seri problemi di salute pubblica in tutto il mondo e il loro trend è in costante e progressivo aumento.

Tra le più comuni:

  • Clamidia
  • Gonorrea
  • Sifilide
  • condilomi anogenitali
  • herpes genitale.

Malattie la cui incidenza continua a crescere interessando in particolare i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e le donne.

Alcune Malattie Trasmesse Sessualmente impiegano tempi lunghi di comparsa dopo il contagio, come l’infezione da Papillomavirus HPV o quella da HIV.

Altre invece hanno tempi di incubazione brevi, come la gonorrea o la sifilide ed è facile, se riconosciute, curarle tempestivamente.

La cura tempestiva è molto importante, perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi.

Purtroppo, molte di queste infezioni tendono a ricomparire nello stesso soggetto (recidive) oppure, specialmente quelle asintomatiche o che si manifestano con sintomi non ben definiti, tendono frequentemente a non essere diagnosticate o a essere scambiate per altre malattie.

Sono queste le ragioni che rendono molto facile la loro diffusione e l’istaurarsi delle complicazioni.

Un’altra caratteristica di queste infezioni è quella di mostrare una maggiore diffusione in gruppi di popolazione con una maggiore frequenza di comportamenti sessuali, in particolare gli adolescenti e i giovani adulti.

Queste infezioni, inoltre, colpiscono di più gli individui con una maggiore suscettibilità biologica a esse e tendono a interessare maggiormente soggetti che hanno un apparato genitale più complesso ed esteso, come le donne, e dove i patogeni hanno una probabilità maggiore di stabilirsi.

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Le malattie sessualmente trasmissibili che ritornano

Attualmente, malattie come la sifilide, la gonorrea e il linfogranuloma venereo, che a partire dagli anni Settanta e fino al 2000 avevano mostrato una diminuzione tale dei casi da essere sul punto di scomparire sia negli Stati Uniti che in Europa Occidentale, mostrano in Europa e in parte anche in Italia, un aumento improvviso della loro incidenza, soprattutto nelle grandi città metropolitane.

“Queste attuali nuove emergenze”, dice la professoressa Fabbrocini.

“Sono da attribuire a repentini cambiamenti di comportamenti sessuali nelle popolazioni, come un sempre maggior ricorso a pratiche sessuali a rischio e un sempre minor uso del preservativo, anche tra gli individui con infezione da HIV nota.

Il controllo e la prevenzione delle MTS rappresentano oggi obiettivi di salute pubblica prioritari, viste anche le numerose complicazioni che queste infezioni possono provocare all’apparato riproduttivo maschile e femminile”.

Papillomavirus in costante aumento

Negli ultimi anni si è assistito a un graduale e costante aumento della diffusione delle infezioni genitali da Papillomavirus (HPV).

Infatti, attualmente rappresentano una delle patologie di più frequente riscontro presso i centri di malattie trasmissibili sessualmente.

Il contagio avviene soprattutto attraverso i contatti o i rapporti sessuali.

Le infezioni genitali da HPV sono caratterizzate da manifestazioni cliniche che vanno da lesioni benigne esofitiche e vegetanti (condilomi acuminati), fino a forme maligne come il carcinoma della cervice uterina per il cui sviluppo contribuisce in maniera significativa l’infezione.

Nelle ragazze sessualmente attive di età inferiore a 25 anni la prevalenza di HPV è di circa il 20%.

Nella maggior parte dei casi, il sistema immunitario elimina spontaneamente l’infezione tra i 6 e i 24 mesi.

Tuttavia, in una piccola porzione della popolazione, l’infezione da HPV a potere oncogeno può persistere causando cambiamenti precancerosi.

Il ruolo eziologico dell’HPV nell’insorgenza dei tumori della cervice uterina ha aperto la strada alla prevenzione primaria attraverso la vaccinazione, che esercita la sua attività protettiva se somministrata alle ragazze e ai ragazzi che non hanno avuto rapporti sessuali.

Il vaccino contro l’HPV viene somministrato a giovani di entrambi i sessi per via intramuscolare in numero di dosi diverso a seconda dell’età dell’individuo e del vaccino utilizzato.

La protezione immunologica del vaccino supera, secondo studi recenti, i 10 anni e pertanto non è evidente attualmente alcuna necessità di una dose di richiamo.

Micosi cutanee a trasmissione sessuale

Anche le micosi cutanee negli ultimi anni hanno registrato un aumento crescente.

Le forme superficiali sono quelle più comuni, ma spesso si osservano forme profonde o superficiali atipiche, particolarmente negli ultimi decenni, in relazione anche all’aumento di soggetti affetti da immunodepressione.

Nonostante i notevoli progressi che si sono avuti nelle scienze biomediche, a tutt’oggi queste patologie comportano problemi di diagnosi clinica e microbiologica e, di conseguenza, di terapia.

“La conoscenza delle nuove metodiche diagnostiche, la tipologia e modalità di prelievo dei campioni biologici, se eseguiti in maniera corretta, possono aumentare l’efficacia e l’efficienza della successiva procedura analitica”, dice Gabriella Fabbrocini.

“È necessario quindi standardizzare le strategie terapeutiche, migliorare le conoscenze relative alla micologia e alle ITS e alle possibilità diagnostiche.

Con l’obiettivo di fornire una guida pratica per un giusto inquadramento diagnostico e una scelta terapeutica mirata”.

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