Ho una storia da raccontare: adolescenti spiegano il Papilloma virus
Ho una storia da raccontare: in totale sono oltre 6.500 i nuovi casi di cancro l’anno da ricondurre all’infezione da Papilloma virus umano (o Hpv). Bisogna correre ai ripari.
Papilloma virus: che cosa provoca? (Ho una storia da raccontare)
Parliamo del tumore della cervice uterina, ma anche di quello dell’ano, dell’orofaringe, del pene, della vagina e della vulva. Quel che preme sottolineare è che la maggioranza di queste malattie potrebbe essere evitata, vaccinando bambini e adolescenti.
Prevenire e curare l’asma: giornate di informazione, prevenzione e visite gratuite
In occasione della Giornata Mondiale dell’Asma che si è celebrata il 7 maggio, viene lanciata la…Ho una storia da raccontare: studenti alla ribalta
Prevenire e curare l’asma: giornate di informazione, prevenzione e visite gratuite
Che fare, al fine di favorire la prevenzione e fornire ai giovanissimi corrette informazioni su questo agente patogeno cancerogeno? E’ stata avviata la campagna nazionale Ho una storia da Raccontare… Dillo con parole… nostre. La ha attuata la fondazione Insieme contro il cancro, che ha collaborato con l’Associazione italiana malati di cancro (Aimac), l’Associazione laboratorio adolescenza e la Società italiana di Medicina dell’adolescenza (Sima). Due team di lavoro di studenti delle scuole superiori (dell’Istituto alberghiero Umberto di Pasca di Potenza e del Liceo classico Alessandro Manzoni di Milano) hanno realizzato la campagna in modo autonomo.
Esperti di comunicazione e medici della Società italiana di Medicina dell’adolescenza hanno fornito loro le informazioni necessarie, in merito a metodi e contenuti scientifici, al fine di attuare il progetto in modo corretto. In un sito internet sono raccolte testimonianze, scritte o video, di chi ha contratto l’infezione ed è riuscito a diagnosticarla precocemente.
Ho una storia da raccontare: le stime che riguardano il Papilloma virus
Secondo i dati in nostro possesso, ogni anno in Europa sono diagnosticati circa 57.000 nuovi casi di cancro della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano, del pene e del tratto orofaringeo imputabili al virus Hpv. Si tratta di un’infezione che si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali. La dottoressa Laura Del Campo, direttore Aimac, si è espressa in questo modo: “Fino all’80% delle donne sessualmente attive si infetterà con l’Hpv nel corso della vita e le più esposte ai rischi risultano le under 25. Il preservativo riduce i rischi, ma non li elimina totalmente. Il virus, infatti, può infettare anche la cute non protetta dal condom. Per questo abbiamo deciso di promuovere tra i più giovani una corretta cultura della salute, partendo proprio dalle scuole”.
Ho una storia da raccontare: aderire ai programmi di screening
Queste le parole del professor Francesco Cognetti, presidente della fondazione Insieme contro il cancro: “Il Papilloma virus è il secondo agente patogeno responsabile di cancro nel mondo. Soprattutto è una condizione necessaria per lo sviluppo di tutti i tumori della cervice uterina. Si tratta di una neoplasia che ogni anno fa registrare solo nel nostro Paese 2.400 nuovi casi. Risulta quindi indispensabile aderire ai programmi di screening, che consentono una diagnosi precoce dell’infezione o della lesione precancerosa. Lo strumento più efficace a disposizione contro l’Hpv rimane invece la prevenzione attraverso la vaccinazione”.
Ho una storia da raccontare: il format
Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza, che ha ideato il format, ha dichiarato: “Dillo con parole nostre nasce dalla considerazione che i più efficaci comunicatori per un messaggio rivolto agli adolescenti… siano gli adolescenti stessi. Per questa ragione, abbiamo affidato interamente a loro la realizzazione di questa campagna, invitando altre scuole e altri gruppi di lavoro ad aggregarsi. Lasciando alle ragazze e ai ragazzi coinvolti la completa esecuzione del lavoro non ci siamo preoccupati della perfezione del materiale prodotto dal punto di vista strettamente esecutivo, ma abbiamo puntato sulla spontaneità e la freschezza del messaggio. E il risultato raggiunto credo dimostri l’efficacia dell’esperimento”.
Ho una storia da raccontare: informazione carente
Gabriella Pozzobon, presidente della Società italiana di Medicina dell’adolescenza, ha affermato: “Nonostante l’immunizzazione anti-HPV sia gratuita per tutti i 12enni residenti nel nostro Paese, i tassi di copertura sono ancora troppo bassi e lontani dagli obiettivi prefissati dalle autorità sanitarie nazionali. La partecipazione attiva di Sima a questo progetto ci ha dato ulteriore conferma di quanto sia ancora carente l’informazione che raggiunge gli adolescenti. Si rafforzerà di conseguenza l’impegno in questa direzione”. Carlo Alfaro, del Consiglio direttivo Sima, con la Pozzobon ha partecipato direttamente agli incontri con le scuole coinvolte nel progetto. Ha aggiunto: “Incontrando i ragazzi dei gruppi di lavoro, a Nord come a Sud, abbiamo riscontrato un loro grande interesse sia perché hanno avuto modo di chiarirsi individualmente tanti dubbi, sia perché hanno compreso l’importanza del lavoro che chiedevamo loro di portare avanti, al fine di contribuire a divulgare informazioni preziose presso i loro pari”.
Ho una storia da raccontare: obiettivo prevenzione
Ecco quanto sottolineato dal professor Francesco Cognetti: “La prevenzione dei tumori Hpv-correlati non interessa soltanto le bambine e le adolescenti. Un terzo del totale delle infezioni riguarda i maschi, i quali corrono un rischio cinque volte maggiore di contrarre il virus. Inoltre, a differenza delle donne, non esistono esami specifici disponibili che possano individuare l’infezione e curarla. Alcune Regioni italiane, fin dal 2015, hanno perciò deciso di ampliare l’offerta gratuita e attiva anche ai bambini di 12 anni”.
Ho una storia da raccontare: vaccinare prima del contagio
Conclude con queste parole la dottoressa Laura Del Campo: “Come rappresentanti dei pazienti oncologici auspichiamo che questa scelta sia presto estesa a tutta la Penisola, interessati come siamo a ridurre il carico di malattia attraverso una crescente adesione alla prevenzione secondaria. La vaccinazione va eseguita prima dell’inizio dell’attività sessuale e quindi del potenziale contagio. Bisogna comunque ricordare che non è mai troppo tardi per immunizzarsi contro il virus cancerogeno. Gli adulti sessualmente attivi possono vaccinarsi volontariamente fino ai 45 anni di età, soprattutto se hanno rapporti sessuali da considerare a rischio.
Con questa campagna i promotori hanno anche voluto contribuire a contrastare l’ingiustificata diffidenza verso i vaccini. L’intento era ribadire come questi presidi sanitari siano assolutamente sicuri e in grado di evitare tante gravi patologie, tra le quali spicca anche il cancro”.