Psoriasi? Anche un problema intimo. Sessualità come stato di grazia.
La psoriasi: una malattia immunitaria cronica che colpisce la pelle e si determina quando il sistema immunitario invia segnali difettosi, che accelerano il ciclo di crescita delle cellule. Sono circa 125 milioni le persone che in tutto il mondo ne soffrono; di esse, circa il 20% è colpito da psoriasi a placche moderata o grave. Ma dove si localizza la psoriasi? In qualsiasi area del corpo. E’ associata ad altre condizioni di salute gravi, come il diabete, le malattie cardiache e alcuni tumori. Chiazze rosse, ispessite, caratterizzano la psoriasi a placche, che è la forma più comune. Le chiazze sono coperte da un accumulo bianco argenteo di cellule morte della pelle. Provate a pensare che cosa avviene quando questi sintomi si manifestano sui genitali del paziente.
Vita intima in caso di psoriasi
La vita intima in caso di psoriasi è irta di problematiche.
Dice addio alla vita intima il 75% dei soggetti con psoriasi genitale; l’80% riferisce un peggioramento dei sintomi dopo il rapporto e il 55% riporta una riduzione del desiderio sessuale a causa della malattia. Ecco l’impatto di questa particolare localizzazione della psoriasi. Senza dimenticare che l’80% delle persone affette vede compromessa la propria esperienza con il partner e una uguale percentuale riduce il numero dei rapporti proprio a causa di disagio, dolore, stress, vergogna.
Sono state poste in essere con un questionario interviste semi-strutturate, dalle quali emergono testimonianze di un vissuto personale piuttosto complesso. Una donna, in particolare, ha riferito di non essere sposata e di ritenere che non lo sarà mai, a causa della malattia. Secondo un’altra donna, la malattia non ha un impatto solo su se stessa, ma monopolizza l’esistenza anche del partner.
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Armonia: la prossima edizione è in programma dal 1 al 3 giugno. Saranno messe in luce…Psoriasi genitale: che cosa avviene in caso di rapporti
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Ma che cosa avviene in caso di rapporti? Si riscontrano bruciore, peggioramento delle placche, dolore che perdura per ore o giorni. Qual è la soluzione per questi pazienti, colpiti da forme moderate e gravi di psoriasi? Evitare le effusioni è l’unica ipotesi.
La malattia incide sulla qualità di vita e l’autostima, ma anche sulla vita di relazione e la sessualità. Conseguenze devastanti.
Psoriasi: status sessuale degli intervistati
Il 45% dei volontari che hanno risposto al questionario ha riferito di essere sessualmente attivo, il 45% non attivo, con un 10% che ha lasciato la domanda senza risposta.
Non soltanto la quantità, ma anche la qualità dei rapporti è minata, in termini di soddisfazione.
Prestate attenzione all’impatto della presenza di placche a livello genitale: ne scaturisce un cambiamento sostanziale nella vita intima. Un peggioramento molto o abbastanza marcato è sperimentato dal 50% del campione.
Anche umore ed emozioni risentono della localizzazione genitale della malattia secondo il 90% dei pazienti, mentre il 70% limita le attività fisiche o quotidiane e il 60% rinuncia ad attività ricreative e sociali (45%). Meno del 50% dei soggetti, peraltro, parla con il medico di questo aspetto: la psoriasi genitale infatti è legata ad un senso di pudore e vergogna. Le terapie, di conseguenza, devono essere efficaci anche in questa zona del corpo.
Un altro questionario è stato proposto a un gruppo di pazienti affetti da psoriasi da alcuni anni. Ci si è chiesto quali fossero i segni più fastidiosi e invalidanti: il 100% ha indicato prurito e disagio (seguiti da rossore della parte e bruciore per il 95%)
Queste le parole di Steven Nisticò, professore associato di dermatologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro: “Servono farmaci efficaci anche per questa sede anatomica: quelli che agiscono sulle interleuchine 17, come il nuovo anticorpo monoclonale ixekizumab, può rappresentare l’arma più efficace per la risoluzione totale o quasi totale delle placche. Dobbiamo pensare alla gravità della psoriasi, definendola non solo come percentuale del corpo coinvolta, e quindi estensione della malattia, ma anche come impatto emotivo e psicologico sulla qualità di vita dei pazienti”.
Trattamento orale della psoriasi: sarà presto commercializzata una nuova molecola
Per il trattamento orale di prima linea di pazienti adulti con psoriasi cronica a placche da moderata a grave, esiste ora una nuova formulazione: è a base di dimetilfumarato.
Nella ricerca clinica, è stato mostrato un buon equilibrio tra efficacia e profilo di sicurezza.
La molecola è indicata come trattamento di induzione e a lungo termine.
La commercializzazione del farmaco è prevista in tutti gli Stati dell’Unione europea: incomincia dal terzo quadrimestre del 2017.
Psoriasi, qualche dettaglio in più
Il professor Giuseppe Micali, direttore della clinica dermatologica, Università di Catania Po ‘G. Rodolico’, Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania, si è espresso in questo modo: “La psoriasi è una patologia cronica e recidivante della pelle che colpisce circa 1,5 milioni di persone in Italia. La qualità di vita dei pazienti affetti è fortemente compromessa a causa delle manifestazioni cliniche caratterizzate da desquamazione, prurito, secchezza e bruciore a livello delle zone del corpo interessate. Attualmente la psoriasi va considerata una patologia infiammatoria multisistemica, potendo coinvolgere più organi. Quanto più vaste infatti sono le parti di pelle interessate e quanti più sono gli anni di convivenza con le lesioni, tanto maggiore è il rischio di avere un’altra malattia o comorbidità, come artrite psoriasica, obesità, ipertensione, diabete e dislipidemie. La psoriasi inoltre ha un elevato impatto sulla qualità di vita dei pazienti intaccando la loro autostima, determinando talora l’insorgenza di disturbi depressivi, ed influendo negativamente sulle relazioni sociali e interpersonali”.
Tutte le caratteristiche tecniche della nuova molecola
Il professor Giampiero Girolomoni, direttore dell’Unità operativa di Clinica Dermatologica all’Ospedale Borgo Trento di Verona, ha dichiarato: “Dimetilfumarato è un estere dell’acido fumarico che esplica la sua attività bloccando la produzione di citochine proinfiammatorie; si è dimostrato efficace nel trattamento, anche a lungo termine, della psoriasi a placche moderata-grave. Un numero significativo di pazienti trattati con dimetilfumarato ha raggiunto il Pasi 75 dopo 16 settimane di trattamento. Dimetilfumarato si inserisce di buon diritto nell’armamentario terapeutico dello specialista dermatologo”.
Posto che un estere è un “composto organico prodotto dalla reazione di un alcol o di un fenolo con l’acido carbossilico o un suo derivato”, è sufficiente capire che blocca in questo caso la produzione di chitochine, che hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’infiammazione e della patogenesi della malattia.
Ma che cos’è il Pasi (Psoriasis area severity index)? Si tratta di un indice creato per valutare la gravità delle lesioni psoriasiche e la loro estensione (Pasi 75, storicamente, è considerato l’obiettivo primario del trattamento della psoriasi).
Farmaco orale contro la psoriasi: l’approvazione della Commissione europea
Pensate all’importanza dell’approvazione da parte della Commissione europea.
Essa si basa sui positivi risultati dello studio randomizzato Bridge, che ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza della molecola rispetto a una miscela di esteri dell’acido fumarico (dimetilfumarato). La prima presentazione dei risultati è avvenuta a settembre 2016 al venticinquesimo congresso della European academy of Dermatology and Venereology di Vienna (Austria).
Lo studio Bridge è stato ubblicato sul British journal of Dermatology. La combinazione di esteri dell’acido fumarico era disponibile solo in Germania in una diversa composizione, così come in formulazioni prodotte localmente in Olanda, Austria e in alcuni Stati del Nord Europa. La decisione della Commissione Europea renderà disponibile questa nuova formulazione orale per tutti i pazienti europei.
Anche Abatacept approvato dalla Commissione
Ecco un aggiornamento di questa tematica.
Abatacept è una molecola che muove con decisione contro l’artrite psoriasica. I pazienti hanno mostrato un miglioramento della malattia in due studi clinici, che comprendevano pazienti con coinvolgimento muscolo-scheletrico attivo, sia naïve al trattamento con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi), sia esposti precedentemente a TNFi.
E’ arrivata l’approvazione da parte della Commissione europea: abatacept può essere utilizzato da solo o in combinazione con metotrexato per il trattamento dell’artrite psoriasica (AP) attiva in pazienti adulti: parliamo dei casi nei quali la risposta alla precedente terapia con farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD), incluso il metotrexato, si è dimostrata inadeguata e non è richiesta una terapia sistemica addizionale per le lesioni cutanee della psoriasi.
Tale approvazione estende la commercializzazione di abatacept come trattamento per l’artrite psoriasica in tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea e rappresenta la seconda nuova indicazione di abatacept in meno di un anno. A settembre 2016, la Commissione Europea aveva approvato abatacept, in combinazione con metotrexato, per il trattamento della malattia in fase molto attiva e progressiva in pazienti adulti con artrite reumatoide (AR) non trattati precedentemente con metotrexato. L’artrite psoriasica diventa quindi la terza malattia di natura infiammatoria, con artrite reumatoide e artrite idiopatica giovanile, per cui è stato approvato il trattamento con abatacept in Europa.