Un nuovo farmaco contro la leucemia

Un nuovo farmaco contro la leucemia

Ibrutinib permette di trattare con una sola assunzione al giorno la leucemia linfatica cronica e il linfoma mantellare, anche senza chemioterapia. E’ il primo di una nuova classe di inibitori selettivi del Btk (tirosin-chinasi di Bruton: il farmaco lo rende permanentemente incapace, fermando la trasmissione di un segnale che promuove la crescita e la proliferazione delle cellule impazzite, ndr).

Si tratta di un’unica terapia orale ad assunzione giornaliera in tutto e per tutto alternativa alla chemio, a breve disponibile anche in Italia a seguito dell’approvazione dell’European medicines agency (Ema) .

Il farmaco era già stato designato dalla Food and drug administration (Fda) come “breakthrough therapy” (terapia della svolta, ndr): ha dimostrato risultati mai osservati prima in termini di efficacia e sicurezza.

Ibrutinib contro la leucemia, come si è svolta la ricerca

Nello studio di fase 3, sui pazienti con leucemia linfatica cronica pretrattati, la molecola ha mostrato ad un follow-up di 19 mesi una riduzione del rischio di progressione di malattia del 90% e un dimezzamento del rischio di morte (riduzione del 53%), rispetto ad Ofatumumab. Anche per il linfoma mantellare (Ibrutinib è stato approvato per il trattamento di pazienti recidivati o refrattari ad altre terapie) nel 67% di casi si è riscontrata una risposta positiva al farmaco, e di questi, nel 23% dei casi, la risposta è stata completa, con scomparsa dei sintomi della malattia. Il tempo mediano di sopravvivenza libero di progressione di malattia è stato di 13 mesi e la sopravvivenza globale di 22,5 mesi.

E’ apparso chiaro al congresso della American society of hematology: Ibrutinib è efficace anche nei pazienti con leucemia linfatica cronica (età oltre i 65 anni) mai trattati prima.

Leucemia: ibrutinib sostituisce la chemio?

Ibrutinib è stato confrontato con il chemioterapico clorambucile e ha mostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione della malattia e un miglioramento della sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte dell’84%. A 18 mesi, con Ibrutinib, si è ottenuta una percentuale di pazienti liberi da progressione di malattia del 94%, contro il 45% del clorambucile, mentre la percentuale di risposta globale alla terapia è stata dell’86% rispetto al 35% del chemioterapico.

Leucemia e ibrutinib, la parola all’esperto

Il professor Fabrizio Pane, presidente della Società italiana di ematologia, si è espresso in questo modo: “Ibrutinib è il primo di una nuova classe di farmaci biologici destinato a modificare in modo sostanziale la terapia di una serie di malattie tumorali del sistema linfatico di pertinenza ematologica. Ibrutinib è un farmaco che, agendo su uno dei meccanismi che sostiene la crescita neoplastica, può quindi essere risolutivo per le forme aggressive di leucemia linfatica cronica e per tutti i casi linfoma mantellare, in particolare degli anziani, che fino a oggi avevano esito infausto ed erano di difficile gestione clinica. E’ da sottolineare che si tratta di un farmaco che oltre alla elevata efficacia viene somministrato per via orale, e ciò offre un grande beneficio per i pazienti che da oggi potranno curarsi più comodamente anche a casa” .

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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