Fa uno strano effetto scoprire che l’acqua possa avere dei ricordi, che sia in grado di rimanere in qualche modo “informata“.
Eppure è proprio così. L’acqua mantiene traccia degli elementi con i quali entra in contatto ed è in grado di ritrasmettere le loro proprietà.
Immaginate di irrigare il vostro vigneto con i benefici del rame, ma senza utilizzarlo. Potrebbe sembrare un’utopia, ma grazie a Luciano Gastaldi, ricercatore scientifico della Ied Bioe Italia, non lo è più.
“Si tratta di utilizzare onde sonore come stimolante vegetale e protettivo“, afferma Gastaldi.
Il fine del ricercatore e del suo gruppo è quello di rendere le piante più forti e autosufficienti, anche nella lotta alle avversità. Il tutto, si intende, senza lasciare traccia di residuo fisso nel terreno, ovvero senza spargere sostanze chimiche inquinanti nell’ambiente.
Cos’è l’acqua informata
È fatto noto alla scienza che l’acqua sia in grado di mantenere il “ricordo” delle sostanze con le quali entra in contatto.
Ma qual è il problema? Questa traccia si perde nel giro di poche ore.
La sfida è quella di attuare un ricondizionamento molecolare frequenziale. In parole povere, si tratta di “informare” l’acqua con la lunghezza d’onda di un elemento scelto, rendendo questa impronta stabile e duratura.
“Siamo riusciti a stabilizzare l’impronta che ci interessa fornire alla molecola d’acqua”, spiega Luciano Gastaldi.
Il tutto nasce dalla cosiddetta chimica supramolecolare e, proprio la Bioe Italia, ha sviluppato la Supra Molecular Technology (S.M.T.). Lo stesso Albert Einstein affermava che prima della materia ci fosse l’energia, e questa tecnologia ne è la dimostrazione. Partendo da questo assunto, Gastaldi e i suoi collaboratori devono essersi chiesti:” Possiamo usare questa energia al posto di fitofarmaci e pesticidi?”.
Tornando alla chimica supramolecolare, questa studia nuovi aggregati molecolari tra gli elementi chimici e le forze che li caratterizzano.
La tesi di partenza è: essendo forze ed elementi l’insieme di uno stesso componente, modificando le forze si modifica, di conseguenza, l’elemento stesso.
“Manipolando la riproduzione molecolare da poligama a monogama, si mantiene lo stesso codice“, afferma Gastaldi, riprendendo i termini utilizzati da Emilio del Giudice, fisico e divulgatore scientifico italiano. Spieghiamo meglio questo concetto. Le molecole si riproducono molto velocemente e perdono velocemente la traccia che si vuole imprimere. Modificando la riproduzione, in modo tale che il “codice” tramandato, da una generazione all’altra di cellule, sia sempre lo stesso, si riesce a rendere stabile l’impronta. “Fino a sei mesi, riusciamo a conservare stabile la traccia della frequenza su cui lavoriamo”, continua Gastaldi.
Immaginiamo un cane con determinate caratteristiche: lunghezza del muso, delle orecchie, colore e lunghezza del pelo. Se si riproduce con un esemplare della stessa razza o molto simile, questi connotati si potranno meglio conservare. Se invece si incrocia con altri esemplari ben diversi, già alla prima o seconda generazione si perderanno le caratteristiche originarie.
Il discorso, nel caso chimico in questione, è simile.
Ied Bioe Italia
Sono serviti più di 15 anni di test e prove pratiche alla Ied Bioe Italia per ottenere la certificazione scientifica.
Finalmente, lo scorso aprile al congresso internazionale del “World Water Forum” svolto a Dakar in Senegal, è stato presentato lo studio della loro pubblicazione scientifica.
È importante sottolineare che la missione di Gastaldi e degli altri ricercatori, in ambito agricolo, non sia quella di diventare una “farmacia“. Utilizzare l’acqua informata renderebbe le piante più resistenti e autonome nella lotta ai parassiti. Servirebbero quindi sempre meno trattamenti e i prodotti agricoli verrebbero coltivati in maniera sempre più sostenibile per l’ambiente.
Acqua informata: come si produce
“Tutto comincia con lo studio delle frequenze“, spiega Gastaldi.
Per esempio, i primi test sul campo si sono fatti somministrando all’acqua la frequenza magnetica del rame, noto antiparassitario.
L’intenzione era quella di mantenere gli effetti benefici per contrastare i parassiti, eliminando gli effetti nocivi della sostanza chimica.
Per fare ciò è bastato, utilizzando apparecchiature elettroniche adattate a questo scopo, dare all’acqua l’impronta elettromagnetica del rame. Quindi, l‘elemento chimico non risulta presente nell’acqua ma, quest’ultima, ne conserva la frequenza.
“Il nostro è un continuo lavoro di ricerca, perchè ci sono molte frequenze da scoprire e stabilizzare“, continua Gastaldi. Infatti non si conosce ancora la frequenza di tutti i parassiti e funghi delle piante.
In altri casi, invece, si ricerca la frequenza in grado di contrastare il vettore della patologia, cioè l’insetto portatore della malattia che, posandosi sulle piante, avvia l’intero processo.
Spesso la frequenza che infastidisce l’insetto è la stessa che lui stesso emette. Il tutto può essere più chiaro con una immagine. Avete presente quando un tenore, con un poderoso acuto, rompe un bicchiere di cristallo? Ciò avviene perchè la frequenza emessa dalle sue corde vocali è la stessa del bicchiere di cristallo.
Di conseguenza l’insetto che, avvicinandosi alla pianta, sente la frequenza che lo contrasta, non vuole di certo fare la fine del bicchiere.
Applicazione pratica
“Abbiamo ottenuto ottimi risultati nella lotta all’afide lanigero“, spiega Gastaldi.
Questo parassita crea notevoli problemi, in particolar modo, all’albero del melo. Per questo motivo Gastaldi, affiancando due agronomi, ha condotto delle ricerche sul campo.
Attraverso due cicli di irrigazione con acqua informata da frequenze stabilizzate, dopo due settimane si sono registrati i primi risultati positivi.
“La pianta stessa sembra continuare ad autodifendersi anche a distanza di molti mesi. È quasi come se avesse mantenuto anch’essa la memoria della frequenza somministrata”, continua Gastaldi.
Infatti, a distanza di un anno, nel campo di meli preso in esame, il parassita era presente solamente al 20%, senza più aver fatto alcun trattamento.
Un altro esempio di quanto questo metodo sia efficace si ha nella lotta alla flavescenza dorata, una malattia che porta le foglie a ingiallire e, infine, alla morte della pianta.
Questa malattia è trasportata da un insetto, lo Scaphoideus, una cicala di piccole dimensioni. Questo, posandosi sulla pianta e succhiandone la linfa, fa entrare in circolo la malattia. Simile a un trombo per l’essere umano, va a occludere i canali linfatici della pianta, causandone la morte.
Gastaldi, insieme ad un agronomo di Alba (CN), ha provato a contrastare la flavescenza dorata che dilagava tra i vigneti di quest’ultimo. Dopo aver trovato la frequenza d’onda che infastidisce l’insetto, l’hanno somministrata utilizzando sempre l’acqua come vettore.
“I primi risultati sono molto promettenti, ma servirà più di un anno per capire se siamo riusciti ad allontanare del tutto l’insetto”, continua Gastaldi.
Fragole più buone e patate più sane

Al centro dimostrativo agricolo di Saint-Marcel, Gastaldi e Ugo Lini, tecnico dell’Assessorato regionale all’agricoltura, hanno provato ad utilizzare l’acqua informata.
“Stabilizzata la frequenza scelta attraverso un minerale, la zeolite, non resta altro che irrigare la pianta“, spiega Gastaldi. “Sulle fragole abbiamo avuto un risultato eccezionale“, afferma invece Lini.
Ma non è tutto, oltre ad essere più resistenti e meno soggette all’attacco dei parassiti, queste fragole hanno cambiato la loro struttura.
Una giuria degustativa esperta nel settore ha valutato i frutti trattati con questo metodo. Ben 9 su 11, hanno preferito, qualitativamente, le fragole trattate con il metodo brevettato da Gastaldi.
Un altro esempio dell’efficacia di questo metodo si ha con le patate. I campioni irrigati con acqua informata parlano chiaro: più vitamine, più proteine, meno nitrati, i quali possono essere nocivi per la salute dell’uomo dopo la cottura dei tuberi.
Una risorsa concreta in agricoltura per il futuro
“I risultati sono promettenti e la comunità scientifica ha certificato il nostro brevetto: siamo i primi al mondo in questo campo“, afferma orgoglioso Gastaldi. E i benefici di questo metodo sono, infatti, davvero numerosi.
- No all’utilizzo di pesticidi e sostanze chimiche, poichè l’acqua conserva solo “in memoria” l’impronta dell’elemento con cui entra a contatto.
- Non utilizzare sostanze inquinanti vuol dire agricoltura più sostenibile per l’ambiente e prodotti più sani sulle nostre tavole.
- Gli agricoltori non devono proteggersi o coprirsi perchè non utilizzano sostanze chimiche nocive per la salute.
- Rendere le piante più forti vuol dire doverle irrigare meno, e quindi minore spreco d’acqua.
- Irrigare meno e non utilizzare pesticidi portano a uscite dei contadini meno frequenti, che equivalgono a minori emissioni di anidride carbonica nell’ambiente da parte di trattori e macchine agricole.
- Meno uscite con il trattore e minori spese di carburante si traducono in un risparmio economico per i contadini.
- Piante con sempre meno parassiti, poichè immagazzinano in memoria la frequenza con cui sono state trattate. È come se aumentassimo le loro “difese immunitarie”, per non renderle suscettibili come noi umani quando, già debilitati, ci ammaliamo per uno starnuto altrui.
Foto di Karolina Grabowska: https://www.pexels.com/it-it/foto/verdure-persona-acqua-ragazza-4750270/