Neuropatia diabetica: quando il diabete si complica
Alimentazione

Neuropatia diabetica: quando il diabete si complica

02/02/2022
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Il coinvolgimento dei sistema nervoso periferico e autonomo è la complicanza più comune del diabete; la durata e l’entità dell’iperglicemia sono i due fattori più importanti per lo sviluppo della neuropatia diabetica nei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2.

La connessione tra diabete e sistema nervoso

Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi che si diramano dall’encefalo e dal midollo spinale. Questi nervi formano la rete di comunicazione tra il sistema nervoso centrale e il resto del corpo.

La neuropatia diabetica è definita dalla presenza di sintomi e/o segni di disfunzione dei nervi periferici che possono interessare le fibre nervose sensitive, motorie e autonomiche nelle persone con diabete.

Quando la neuropatia interessa il sistema nervoso sensitivo-motorio è detta polineuropatia diabetica ed interessa più nervi in maniera simmetrica (da entrambi i lati) ed è dovuta ad alterazioni metaboliche e microvascolari conseguenti all’esposizione a iperglicemia cronica.

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Neuropatia diabetica: fattori di rischio

L’iperglicemia e la dislipidemia sono i fattori chiave che aumentano la quantità di substrati energetici disponibili, portando a un sovraccarico delle vie metaboliche principali, e attivazione di vie metaboliche alternative con produzione di metaboliti neurotossici e conseguente danno cronico.

Normalmente i neuroni utilizzano glucosio e acidi grassi liberi come substrati energetici e quando si verifica un eccesso, il sistema si satura. Gli acidi grassi sono convertiti in deossisfingolipidi, il cui accumulo è tossico per i neuroni e può portare alla loro degenerazione e morte

L’aumento di livelli del glucosio porta anche alla glicazione non enzimatica di numerosi proteine strutturali e funzionali con produzione di prodotti finali della glicazione avanzata, gli AGE e promuove il rilascio di molecole pro infiammatorie e radicali liberi.

La durata del diabete e i livelli di emoglobina glicata sono i principali fattori di rischio per la neuropatia diabetica. Questi due fattori si associano comunemente ad altri fattori metabolici correlati alla neuropatia diabetica, in particolare nel diabete di tipo 2, ovvero:

  • Obesità
  • Ipertrigliceridemia
  • Ipertensione arteriosa
  • Obesità addominale
  • Basso HDL
  • Fumo
  • Abuso di alcol
  • Età avanzata

I sintomi cambiano in base alla fase

La polineuropatia simmetrica distale si manifesta a livello delle mani e degli arti inferiori con sintomi che variano a seconda delle fibre sensoriali coinvolte. I sintomi di esordio più comuni sono dovuti al coinvolgimento delle piccole fibre nervose e comprendono:

  • Dolore
  • Disestesia (alterazione nella percezione degli stimoli sensitivi avvertiti in modo anomalo; il dolore neuropatico può essere il primo sintomo che induce ad andare dal medico)
  • Parestesie, cioè un’alterata percezione della sensibilità ai diversi stimoli sensitivi 
  • Iperalgesia, cioè un’aumentata risposta a uno stimolo capace di provocare dolore. 

Il coinvolgimento di grandi fibre nervose può causare intorpidimento, parestesie e perdita della sensibilità al dolore (fattore di rischio dell’ulcerazione del piede diabetico). La polineuropatia simmetrica distale contribuisce a cadute e fratture a causa della perdita di sensibilità a livello dei piedi, che porta ad instabilità.

Fare diagnosi di neuropatia diabetica

La perdita di sensibilità distale simmetrica, in caso di diabete, è altamente indicativa di polineuropatia simmetrica distale, e potrebbe non richiedere nessuna valutazione aggiuntiva. La diagnosi può essere fatta solo alla visita, quando magari è già presente un’ulcera del piede.

Con l’elettromiografia si misura la velocità di conduzione nervosa; non è necessaria nella maggior parte dei casi, ma può essere utile quando c’è un dubbio sulla diagnosi.

È importante ottimizzare il compenso glicemico, per ridurre rischio di insorgenza e progressione della neuropatia e controlli periodici del piede possono prevenire la formazione di ulcere.

Neuropatia autonomica

La neuropatia autonomica comprende i disturbi causati dalla compromissione del sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico. Per meglio comprendere vediamo le funzioni dei vari sistemi.

Il sistema nervoso autonomo regola le funzione vegetative, fuori dal controllo volontario, come la frequenza cardiaca e la contrattilità cardiaca, motilità intestinale, tono dei vasi ecc.

Il sistema nervoso simpatico, in generale, ha effetto stimolante, si attiva nelle situazioni di pericolo. La stimolazione simpatica perciò aumenta la frequenza cardiaca, aumenta forza di contrazione del cuore, la vasocostrizione, dilata i bronchi per migliore ossigenazione.

Il sistema nervoso parasimpatico invece predomina nelle situazioni di calma, stimola le funzioni digestive e rallenta la frequenza cardiaca.

Ecco quindi i disturbi causati da neuropatia autonomica

  • Neuropatia autonomica cardiaca
  • Disfunzione autonomica gastrointestinale
  • Neuropatia autonomica urogenitale (disfunzioni della vescica, cistopatia diabetica, può variare da ritenzione urinaria a incontinenza urinaria;
  • Disfunzione sessuale, cioè impotenza diminuzione libido e anomali della eiaculazione, nelle donne si manifesta con dolore durante rapporto, scarsa lubrificazione e riduzione della libido.
  • Disfunzione autonomica sudomotoria: pelle secca, anidrosi per scarsa sudorazione, sudorazione gustativa che si manifesta con eccessiva produzione di sudore, limitata alla zona del collo e della testa innescata dal consumo di cibo, o anche solo dal profumo e dal pensiero del cibo.

Controllare i livelli di glicemia anche a tavola

Si evince che il controllo della glicemia per prevenire la neuropatia diabetica è fondamentale.

In accordo con il proprio diabetologo/endocrinologo e con il nutrizionista è necessario aderire ad un piano alimentare adeguato ed applicarsi nell’attività fisica oltre, naturalmente a monitorare i livelli di glucosio ematico.

L’alimentazione deve essere quanto più vicina allo stile della dieta mediterranea con presenza di:

  • Cereali integrali
  • Pesce
  • Legumi
  • Frutta secca
  • Olio evo
  • Verdura fresca di stagione
  • Frutta poco zuccherina
  • 150 minuti di attività fisica settimanali.

È indispensabile evitare:

Daniele Sciotti, biologo nutrizionista, dott. in Scienze della nutrizione umana Origini contadine e un amore incondizionato per la dieta mediterranea. Nato a Velletri, in provincia di Roma, da sempre a contatto con il verde e la natura di quei meravigliosi luoghi ricchi di tanta storia e soprattutto di tradizioni, inizia lo studio della scienza dell’alimentazione dopo aver sofferto di obesità. Una laurea magistrale in scienze della nutrizione umana conseguita presso l'Università San Raffaele di Roma Una laurea in scienze dell’alimentazione e gastronomia presso l’Università San Raffaele di Roma. Iscritto all’ordine nazionale dei biologi a seguito del superamento dell’esame si stato presso l’università di Tor Vergata Roma. "100 Alimenti 10 e lode" è la sua prima opera letteraria pubblicata ad agosto 2020.

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