Pasta di grano duro: come riconoscere quella italiana da quella importata

Pasta di grano duro: come riconoscere quella italiana da quella importata

Probabilmente molti di noi non hanno mai fatto caso alla provenienza del grano con cui è realizzata la pasta, complice il fatto che le etichette commerciali delle più famose marche di pasta, ci “distraggono” e ci portano a credere che si tratti di un eccellente prodotto italiano quando invece non lo è.

Dal punto di vista nutrizionale c’è da dire che non v’è alcuna differenza visto che 100g di pasta di semola di grano duro apportano all’organismo circa 360 kcal che sia essa ottenuta con grano italiano o che sia essa ottenuta con grani europei o extraeuropei.

Pasta di grano duro: la differenza tra quella italiana a quella dei paesi UE e non UE

La differenza non risiede affatto nella varietà del grano coltivato o dai processi di produzione ma essenzialmente nel metodo di coltivazione.

In Italia le norme sulla sicurezza alimentare sono tra le più stringenti al mondo e prevedono il non impiego di alcuni antiparassitari, fertilizzati e anticrittogamici ritenuti dannosi per la salute umana che invece sono consistiti in altri stati.

Anche il livello igienico nei metodi di conservazione della materia prima, il grano, è sostanzialmente più stringente in Italia che in altri stati, una buona conservazione nelle fasi di stoccaggio del frumento infatti, è indispensabile per evitare la produzione di muffe e tossine che inevitabilmente vanno a finire nel prodotto finale, la pasta, mettendo a rischio la salute umana.

Pasta integrale: è migliore di quella con farina raffinata?

Purtroppo la nostra tanto amata pasta integrale se ha origine da grano non italiano risulta ancora più esposta a rischio di quella ottenuta con farina raffinata poiché, proprio la maggior parte delle sostanze nocive impiegate in agricoltura intensiva rimangono sulla parte esterna del chicco, il pericarpo, che costituisce la parte fibrosa tipica della farina integrale (dal chicco integro e non raffinato).

Come riconoscere un pasta ottenuta da grano italiano?

Purtroppo anche in questo caso la fama, la pubblicità e la grande distribuzione organizzata non ci aiutano.

Come sempre, a venirci in soccorso è l’etichetta sul retro.

In essa infatti, il produttore è obbligato a scrivere, oltre ai valori nutrizionali, le modalità di conservazione e la data di scadenza, anche la proveniva del grano.

Il più delle volte anche i nostri grandi marchi italiani (che ormai di italiano hanno solo il nome), impiegano grani non italiano per la produzione delle loro famose paste.

Il modo con cui sponsorizzano poi la pasta, il più delle volte in un bel sugo di pomodoro e basilico davanti a un mare deliziosamente azzurro con colonna sonora di chitarra e mandolino, segni distintivi del nostro bel Paese, ci traggono in inganno e ci lasciano inconsciamente credere che quel marchio sia esclusivamente italiano e produca un ottimo prodotto a garanzia italiana: niente di più sbagliato.

A volte, marchi quasi sconosciuti o prodotti meno noti come anche paste locali vendute solamente a livello regionale sono la vera eccellenza del nostro Paese.

Per sapere quali sono, dobbiamo solo aguzzare un pochino la vista tralasciando magari la scritta a caratteri cubitali sull’etichetta frontale con la dicitura “prodotto italiano” e girare la confezione.

Nell’etichetta posteriore, o in alto o in basso, a destra o a sinistra, magari al centro, ci sarà scritta la provenienza del grano come segue: Provenienza del grano: ITALIA oppure, Provenienza del grano: PAESI UE E NON UE.

Info utili

Se sei interessato a maggiori informazioni sull’alimentazione o consigli per una dieta più equilibrata puoi chiedere consiglio al dottor Daniele Sciotti scrivendo QUI

Oppure puoi contattarlo a 

Roma, cliccando su:  https://www.doctolib.it/biologo-nutrizionista/roma/daniele-sciotti?pid=practice-346619

Velletri (RM), cliccando su:

 

 

 

 

 

Immagine copertina di ROMAN ODINTSOV https://www.pexels.com/it-it/foto/pasta-tavolo-farina-in-legno-6588388/

About Daniele Sciotti

Daniele Sciotti, biologo nutrizionista, dott. in Scienze della nutrizione umana Origini contadine e un amore incondizionato per la dieta mediterranea. Nato a Velletri, in provincia di Roma, da sempre a contatto con il verde e la natura di quei meravigliosi luoghi ricchi di tanta storia e soprattutto di tradizioni, inizia lo studio della scienza dell’alimentazione dopo aver sofferto di obesità. Una laurea magistrale in scienze della nutrizione umana conseguita presso l'Università San Raffaele di Roma Una laurea in scienze dell’alimentazione e gastronomia presso l’Università San Raffaele di Roma. Iscritto all’ordine nazionale dei biologi a seguito del superamento dell’esame si stato presso l’università di Tor Vergata Roma. "100 Alimenti 10 e lode" è la sua prima opera letteraria pubblicata ad agosto 2020.

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