Sindrome dell’intestino irritabile: se le emozioni ti scombussolano

Sindrome dell’intestino irritabile: se le emozioni ti scombussolano

La sindrome dell’intestino irritabile è un disordine dell’apparato gastroenterico dovuto all’instaurarsi di particolari condizioni come una dieta errata ma soprattutto fattori di natura emotiva. Possono concorrere anche alterazioni della flora batterica intestinale, virus, malattie immunitarie e, naturalmente, la predisposizione genetica.

Purtroppo è una condizione molto frequente e, anche se benigna, si palesa con disfunzioni intestinali come diarrea o stitichezza, dolori, gonfiore addominale, senso di stanchezza e affaticamento che compromettono la qualità della vita del paziente. Possono inoltre essere presenti sintomi come l’emicrania, ansia e depressione.

E’ una condizione molto più frequente nelle donne e insorge in media tra i 20 e 40 anni di età, proprio il periodo della vita in cui siamo maggiormente esposti a stati di stress. La sindrome dell’intestino irritabile fortunatamente non causa infiammazione o cambiamenti morfologici del tratto intestinale e addirittura non sembra sia i grado di aumentare il rischio di cancro.

Sindrome dell’intestino irritabile, le responsabilità dello stress

Il fattore scatenante è multifattoriale, la principale causa sembrano essere la condizione psico-sociale e gli aspetti emotivi. Non a caso si dice che l’intestino è il nostro secondo cervello e se ci facciamo caso, notiamo come eventi stressanti si riflettano sull’intestino. Pensiamo a quando siamo particolarmente agitati per un esame e non riusciamo a mangiare per lo stomaco ‘’chiuso’’ o abbiamo scariche di diarrea.

Utilizzo cronico di farmaci e abuso di alcol e fumo possono peggiorare i sintomi.

Non solo sintomi gastrointestinali

I sintomi consistono quindi in un’anomala frequenza di evacuazioni che passano da assenti a frequenti, da stitiche a diarroiche. Le feci possono essere particolarmente dure e difficili da espellere o completamente liquide. I sintomi possono essere anche extra intestinali come disturbi ginecologici, di minzione, febbre, dimagrimento e anemia.

Una corretta diagnosi si può fare escludendo malattie infiammatorie come la celiachia, l’intolleranza al lattosio o anche il morbo di Chronn, la rettocolite ulcerosa o il cancro, vista la coincidenza dei sintomi. Quindi gli esami saranno tutti quelli indicati per la diagnosi di queste patologie come la colonscopia, test per la celiachia e l’intolleranza al lattosio, ecografie e analisi di laboratorio.

Alimentazione e sindrome dell’intestino irritabile

Una volta stabilita la presenza di sindrome dell’intestino irritabile, la terapia si basa principalmente sul trattamento dei sintomi ma la prevenzione o il miglioramento dello stile di vita si può avere esclusivamente con una buona educazione alimentare, corretta idratazione ed attività fisica.

L’alimentazione deve essere a basso contenuto di grassi, bisogna bere molto per idratarsi adeguatamente e bisogna evitare fumo ed alcol.

La dieta FODMAP

Con questo particolare tipo di dieta vengono eliminati o ridotti per un determinato periodo di tempo alcuni alimenti ritenuti responsabili delle manifestazioni cliniche della sindrome da intestino irritabile.

Parliamo essenzialmente di carboidrati semplici o a catena corta come il glucosio, il fruttosio, fibre e polioli che risultano difficilmente digeribili poiché vengono metabolizzati dai batteri intestinali producendo gas e liquidi in eccesso, responsabili del dolore addominale e della diarrea o della stipsi.

Il termine FOMAP è infatti l’acronimo di:

Fermentabili

Oligosaccaridi

Disaccaridi

Monosaccaridi

And

Polioli

L’esclusione di questi nutrienti dalla dieta e la loro graduale reintroduzione fatta un po’ alla volta e singolarmente serve per capire quale sia l’alimento che più di altri produce effetti negativi sull’organismo. Questa dieta ha dimostrato beneficio in una buona percentuale di soggetti affetti e ha dimostrato riduzione dei sintomi riducendo in particolar modo flatulenza, dolori addominali, diarrea e defecazione alterata. E’ una dieta che può essere fatta solo per un breve periodo di tempo perché questi nutrienti sono indispensabili per la salute dell’organismo.

Nella fase acuta con presenza dei sintomi è necessario rivolgersi sempre al personale medico per la cura farmacologica mentre per la dieta è consigliabile eliminare dalla dieta tutti gli alimenti contenenti i nutrienti FODMAP.

Nella fase cronica bisogna provare a reintrodurre gradualmente gli alimenti eliminati con la dieta FODMAP cercando di capire quale sia l’alimento più deleterio. Essendo una condizione che varia di persona in persona, ogni soggetto deve imparare a gestirsi e a capirsi per poter eliminare definitivamente l’alimento o gli alimenti responsabili dei sintomi dell’intestino irritabile.

Gli alimenti da preferire in caso di intestino irritabile:

  • Latte e latticini delaottosati (privi di lattosio)
  • Bevande di riso, mandorla e cocco
  • Formaggi stagionati
  • Manzo, pollo, maiale, pesce, uova
  • Noci, mandorle e frutta secca in genere
  • Cereali come avena, riso, mais o pasta senza glutine

Gli alimenti da evitare in caso di intestino irritabile:

  • Latticini con lattosio
  • Bevande zuccherate (contegno fruttosio)
  • Verdure come carciofi, asparagi, cavoli
  • Frutta come mele, pere, pesche, ciliegie (particolarmente ricche di fruttosio)
  • Legumi
  • Gomme da masticare e caramelle che contengono polioli come sorbitolo, mannitolo, etc.)
  • Pasta con glutine

È disponibile in rete una lista dei cibi FODMAP facilmente consultabile.

Info utili

Se sei interessato a maggiori informazioni sull’alimentazione o consigli per una dieta più equilibrata puoi chiedere consiglio a Daniele Sciotti scrivendo QUI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About Daniele Sciotti

Daniele Sciotti, biologo nutrizionista, dott. in Scienze della nutrizione umana Origini contadine e un amore incondizionato per la dieta mediterranea. Nato a Velletri, in provincia di Roma, da sempre a contatto con il verde e la natura di quei meravigliosi luoghi ricchi di tanta storia e soprattutto di tradizioni, inizia lo studio della scienza dell’alimentazione dopo aver sofferto di obesità. Una laurea magistrale in scienze della nutrizione umana conseguita presso l'Università San Raffaele di Roma Una laurea in scienze dell’alimentazione e gastronomia presso l’Università San Raffaele di Roma. Iscritto all’ordine nazionale dei biologi a seguito del superamento dell’esame si stato presso l’università di Tor Vergata Roma. "100 Alimenti 10 e lode" è la sua prima opera letteraria pubblicata ad agosto 2020.

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