Antiquariato: una storia di emozioni, passione e bellezza
Il termine antiquariato comprende una vasta gamma di stili, appartenenti a contesti storici sviluppati in epoche diverse.
L’ultimo stile considerato antiquariato è l’Art Decò degli anni 20/30 del Novecento, mentre dagli anni 40 in poi si usano i termini Design e Modernariato.
L’antiquariato oggi, acquista valore anche in un contesto dove, oggetti antichi e di buon gusto, possono essere abbinati in un arredamento moderno, donando così un valore aggiunto al mobilio industriale.
La passione per gli oggetti antichi esiste da molti anni e al giorno d’oggi l’interesse per le epoche passate è più vivo che mai.
Ogni anno infatti, si moltiplicano le manifestazioni dedicate al mondo dell’antiquariato: designer, architetti, galleristi e artigiani sono alla continua ricerca di nuove opere e di nuove combinazioni tra antico e moderno.
Chi si avvicina per la prima volta a questo mondo rimane stupito dalla molteplice offerta diversificata da stili e pezzi unici.
Ne abbiamo parlato con Antonio e Andrea Esposito proprietari della Galleria d’arte Phidias Antiques a Reggio Emilia.
L’antiquariato un mondo sempre attuale
La passione per gli oggetti d’antiquariato ha origini molto lontane, infatti, già dall’antica Roma c’era grande attenzione per quelle che erano le opere dei maestri greci, risalenti al periodo classico.
L’antiquariato si sviluppò poi nel Medioevo quando le famiglie nobili si mettevano alla ricerca di pezzi pregiati e unici per dare lustro alle loro abitazioni e ai loro Casati.
Dalla fine del ‘700 la ricerca del pezzo d’antiquariato non fu più solo un’esclusiva dei ricchi ma divenne diffusa anche tra il ceto borghese che iniziò ad appassionarsi a questo mercato.
Oggi, un “oggetto d’antiquariato” è un pezzo da collezione che è ricercato per la sua rarità e per la sua unicità.
Può essere quindi un oggetto, un dipinto o una scultura che sia caratteristico di un’epoca passata.
Negli ultimi anni l’antiquariato è tornato in auge.
Infatti, architetti e interior designer utilizzano mobili e arredi antichi anche nell’arredamento di ambienti moderni, creando uno stile personale e ricco di gusto e storia.
L’antiquariato quindi, non passa mai di moda, infatti, resta uno dei settori con maggior interesse, sempre avvolto da un’aria di mistero e bellezza.
Nonostante la crisi, i mercati mostrano che i beni artistici, di grande pregio e di bellezza indiscutibile, attraggono ancora gli acquirenti e gli amanti del genere.
Questo grazie al loro fascino, alla loro autenticità e al loro valore inestimabile.
ORDINI DELLE PROFESSIONI SANITARIE: UNA TUTELA PER TUTTI
Dallo studio dentistico al negozio di ottica, dall’ambulatorio di logopedia alla sala diagnostica di risonanza magnetica:…L’antiquariato tra investimento e passione
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Spesso, quello che avvicina una persona all’antiquariato è la passione per l’antico e per l’arte, come anche il desiderio di possedere un pezzo di storia da ammirare quando lo si voglia.
Altre volte invece, si tratta di investire il proprio capitale in un pezzo che manterrà il suo valore nel tempo o che addirittura possa avere, già dopo alcuni anni, un valore maggiore rispetto a quello iniziale.
Infatti, nel mercato dell’antiquariato c’è chi raccoglie oggetti e opere antiche per il proprio piacere personale, e chi vede l’antiquariato come dei beni su cui investire.
L’antiquariato costituisce quindi, un investimento sotto 3 aspetti:
- Culturale, perché si parla di storia e di quanto sia legata a un oggetto, a un mobile, a un’opera d’arte. Non c’è solo il prezzo dietro, ma secoli di cultura.
- Emozionale, perché l’oggetto suscita emozione, si può guardarlo e goderlo tutti i giorni in modo permanente.
- Finanziario, che è strettamente legato ai primi due aspetti e che non è da sottovalutare.
“L’arte è emozione, ma c’è un mondo abissale tra arte dell’antiquariato e arte contemporanea.
L’arte contemporanea è una cosa legata molto di più alla speculazione, all’investimento di breve periodo, tante persone che investono in finanze investono in arte contemporanea, sono due cose legate.
Mentre il mondo dell’antiquariato parte di più da un’emozione, l’oggetto lo compro perché in primis mi emoziona.
A questo concetto si lega anche un aspetto di investimento che non va sottovalutato ma viene in un secondo momento.
Soprattutto sono dinamiche, quelle dell’antiquariato, che si sviluppano più in un arco di medio lungo periodo.
Inoltre, anche la figura dell’antiquario, nella logica dell’investimento, è fondamentale.
Perché mai come oggi è importante avere un professionista accanto che conosca le dinamiche del mercato che guidi il cliente anche in una diversificazione”, spiega Andrea Esposito.
Quindi, l’arte contemporanea si trova su un mercato più volatile.
In cui spesso i prezzi sono dettati dalle aste di settore e dalle speculazioni con compravendite che si succedono velocemente per trarre profitto rapido rendendo le opere d’arte denaro contante.
La qualità e la bellezza dell’antiquariato invece, rimangono valori indissolubili, proprio perché dettati da emozioni e storia.
Inoltre, il settore dell’antiquariato è uno dei più redditizi e dinamici nel mercato.
I pezzi da collezione sono fonti di investimento sicure, perché raramente perdono valore, anzi al contrario vengono rivalutati costantemente e aumentano il valore ogni anno.
“Ovviamente, il valore è determinato dalla qualità e dalla rarità dell’oggetto ma anche dalla richiesta dei collezionisti”, dice Antonio Esposito.
Infatti, i pezzi d’antiquariato, a differenza dell’arte contemporanea, presentano un valore storico–artistico e una qualità artigianale e artistica.
Gli oggetti d’antiquariato sono pezzi rari, pregiati e importanti.
Sono articoli realizzati da autorevoli e influenti artigiani o artisti, con l’utilizzo di materiali preziosi e una manifattura di qualità.
Come iniziare una collezione
Il primo passo per iniziare a collezionare antiquariato è quello di frequentare gallerie d’arte o negozi di antiquariato per conoscere il mondo del collezionismo e dei galleristi.
In questo modo ci si può anche informare sul mercato attuale di quello che si desidera collezionare, in modo da non rischiare di acquistare oggetti a un valore superiore di quello reale.
Una collezione d’antiquariato può essere eclettica o incentrata su un epoca, un tema o su un tipo di oggetto in particolare.
Decidere come creare la propria collezione può essere quindi un altro punto di partenza.
“Una collezione parte sicuramente da una propria passione, da un’emozione che un’opera d’arte suscita.
Da quest’emozione e da una prima acquisizione può nascere un percorso che porta alla formazione di un arredamento completo o di una collezione”, spiega Antonio.
Per questo, trovare un antiquario di fiducia è sicuramente importante per avere un punto di riferimento nel mercato e creare una collezione di antiquariato di alto livello.
Un antiquario serio vanta sicuramente di diversi anni di esperienza e garantisce l’autenticità e il valore dei pezzi che si stanno acquistando, grazie alla sua professionalità e alla sua conoscenza del mercato e dell’antiquariato.
Una collezione spesso inizia per caso, passeggiando distrattamente il nostro sguardo cade su un oggetto ed è subito un colpo di fulmine, quello sarà il primo di tanti altri, ma ancora non lo sappiamo.
Altre volte invece iniziare a collezionare oggetti antichi è la naturale evoluzione di quella che da sempre è una passione.
I motivi per cui collezionare sono tanti, ma soprattutto unici perché cambiano da persona a persona.
Quindi, quello che guida quest’attività, non è solo la passione per il bello e per la qualità delle cose antiche, ma è anche il piacere di conoscere la sua storia e le sue caratteristiche.
Come la pandemia ha cambiato il mondo dell’arte
Si può gustare e comprare l’arte senza vederla dal vivo?
Nessuna esposizione tangibile, nessun collezionista in giro fra gli stand ma la possibilità di apprezzare l’arte standosene comodamente nel proprio salotto.
L’arte sta inevitabilmente cambiando e apre il business a tutto il mondo grazie al digitale, passaggio obbligato a causa della pandemia.
Gallerie, eventi e fiere traslocano per la prima volta online rimescolando un mondo che fino a oggi è stato tradizionale, settoriale, diviso.
L’arte piace ai collezionisti più maturi, facoltosi e tradizionali, ma è amata sempre di più anche dalle nuove generazioni.
Il Covid è stato un fenomeno tragico ma ha spinto a trovare nuove soluzioni che indubbiamente si continueranno a percorrere, con nuove forme ibride di fiere ed eventi, realizzati contemporaneamente online e dal vivo.
Le piattaforme digitali estendono e democratizzano l’arte, che si apre a un pubblico ancora più vasto includendo anche chi ama solo guardare le opere, studia arte o è spinto dalla curiosità.
L’arte sposa il mondo digitale con quello reale e le opere di ogni città del mondo sono ora fruibili ovunque, cosa rara prima della pandemia.
L’arte non conosce più confini, muri e barriere grazie al digitale che ha fatto esplodere il business nel mondo trasformandolo profondamente.
“La tecnologia ha dato una forte propulsione tecnologica a questo settore che tecnologicamente è sempre stato quasi a zero.
Oggi, si iniziano a vedere fiere e mostre tutte fatte in 3D e online, in modo da poter vedere tutti gli stand in modo virtuale.
Questo, prima della pandemia ci sembrava utopico, invece ora è la forma standard per fare una mostra d’arte, opportunità anche per raggiungere più persone possibili”, dice Andrea.
Infatti, grazie al digitale gli acquirenti e artisti comunicano direttamente con i loro venditori , che aumentano di giorno in giorno attraverso i social.
La comunicazione è diretta, allargata in modo esponenziale per tutto il globo perché i galleristi lanciano le loro “limited editions” direttamente sui social.
“Noi professionisti garantiamo la massima trasparenza e qualità anche attraverso i nostri siti web con una documentazione fotografica ad altissimo livello.
Dove il collezionista può guardare da casa i particolari dell’oggetto come se l’avesse davanti”, spiega Antonio.
Inoltre, mai come nell’ultimo periodo, le persone hanno apprezzato la voglia di curare la propria casa al meglio, aggiungendo opere nuove per poter abbellirla.
“Ora, è l’arte che entra nelle case delle persone soprattutto tramite i social network.
Grazie alla tecnologia, il passato che noi vendiamo è stato proiettato nel futuro”, dice Antonio.
La figura dell’antiquario
Entrando in un negozio d’antiquario, sembra si varchi un portale magico per catapultarsi in un altro tempo.
“Nell’immaginario comune, è un posto polveroso, in cui si accalcano sugli scaffali oggetti di ogni epoca passata.
Il proprietario è un distinto signore con gli occhiali che sfoglia vecchi libri in attesa di clienti.
Ma non è così, l’antiquario non è un mestiere per vecchi”, sottolinea Andrea.
Il termine antiquario deriva dal latino antiquarius, persona amante della classicità e che si occupava principalmente della biblioteca imperiale.
Nel Medioevo era colui che copiava i manoscritti antichi greci e latini.
Dal Rinascimento, l’antiquario assume il ruolo di conoscitore delle antichità e di raccoglitore di pezzi antichi, che collezionava sia per sé sia per importanti personaggi.
La figura dell’antiquario moderno nasce però alla fine del Settecento, quando diventa un commerciante d’arte antica che acquista e vende sculture, dipinti, oggetti, mobili e arredi ai propri clienti.
L’antiquario può occuparsi di diverse categorie di opere oppure essere specializzato in un’epoca o in una categoria specifica.
Inoltre, la sua figura è molto importante per chi si cimenta nell’acquisto e nella vendita di opere antiche o anche nell’arredo di casa.
È un professionista che conoscono l’arte, l’economia e la finanza di un settore per alcuni tanto bello quanto misterioso, è quindi una figura a tutto tondo.
“L’antiquario deve possedere alcune prerogative come: competenza, professionalità, saper valutare i prezzi e soprattutto passione.
Un’altra caratteristica da non sottovalutare è “il fiuto”, io ho “il fiuto dell’antiquario”, cosa importante per entrare subito in sintonia con le opere”, dice Antonio.
“Io appena entro in una casa respiro la sensazione che mi dà , se di entusiasmo, eccitazione o di freddezza.
Noi sentiamo quando in una casa c’è una storia, quando la persona che ci ha vissuto aveva un buon gusto o aveva una storia famigliare importante”, spiega Antonio.
“È un lavoro difficile il nostro, ci vogliono tante capacità tra cui esperienza, sensibilità e capire al volo se l’oggetto è valido.
L’antiquario, il gallerista deve avere tante sfaccettature tante prerogative per poter fare questo mestiere.
Non è una mestiere facile anche perché impegna tutta la persona e richiede gusto, cultura e istinto”, conclude Antonio.
Phidias Antiques Interior & Design
La galleria Phidias è una realtà molto solida nel mondo dell’antiquariato che lavora nel settore con impegno da molti anni.
Infatti, è stata aperta a Reggio Emilia nel 1976 dai fratelli Antonio e Claudio Esposito, specializzandosi in arredi neoclassici, pittura e scultura europea del XVIII e XIX secolo.
Nel 1988 viene aperta una nuova galleria a Milano dove si tengono varie esposizioni tematiche come quella sulla pittura orientalista del XIX secolo, sui candelabri francesi del periodo della Rivoluzione e sulla scultura del XIX secolo.
Chiusa la galleria di Milano, dopo 10 anni di brillante e proficua esperienza, viene ingrandita la sede di Reggio Emilia con l’apertura di un nuovo showroom in un antico Palazzo Nobiliare del centro storico.
Phidias, oltre alla attività legata all’antiquariato, si occupa di arredamenti di interni seguendo il cliente nella scelta degli oggetti e nella divisione degli spazi.
“Siamo una galleria dinamica, eclettica e al passo con i tempi”, si definisce Antonio.
Ecco, alcune opere presenti nella galleria Phidias Antiques:
“Maria Luisa Isabella Spada Veralli, Principessa Potenziani e di San Mauro”
Vittorio Matteo Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933)
1901, Olio su tela, 176 x 231 cm-
Firmato e datato in basso a destra: “V. Corcos 1901”
Provenienza: Collezione privata, Londra
Esposizioni: 1997, Livorno, Museo Civico “Giovanni Fattori”, Vittorio Corcos. Il fantasma e il fiore, n. 41
Bibliografia: Vittorio Corcos. Il fantasma e il fiore, a cura di I. Taddei, Firenze 1997, p. 106, n. 41;
F. Mazzocca, Corcos e il primato del ritratto tra Otto e Novecento, in Corcos i sogni della Belle Epoque, a cura di I. Taddei, F. Mazzocca, C. Sisi, catalogo della mostra, Venezia 2013, p. 27;
F. Mazzocca, Corcos, collana “Art Dossier”, Firenze 2014, p. 41.
La donna ritratta è Maria Luisa Spada Veralli, (Bologna, 25 gennaio 1853 – Roma 2 febbraio 1902) andata in sposa nel 1872 a Giovanni Grabinski, principe Potenziani e di San Mauro.
La nobildonna ha frequentato gli ambienti romani più importanti, fra cui il salotto del principe Giuseppe Primoli, suo caro amico.
Alcune foto d’epoca documentano questo rapporto.
Donna raffinata e elegante, decide nel 1901 di farsi ritrarre da Corcos, che a quel tempo godeva fama di grande ritrattista presso la corte imperiale di Berlino, quella reale di Lisbona e presso la Casa Savoia.
A lui il merito di aver elaborato una tipologia di ritratto aulico che ha fatto la sua fortuna presso la grande aristocrazia italiana.
Idealizzava le sue facoltose clienti, esaltandone in ambienti sontuosi.
In questa tela, seppur con una sottile vena ironica, Corcos applica la formula del ritratto divinizzato.
Raffigurando la principessa Potenziani , protagonista della mondanità romana ai tempi di D’Annunzio, come la dea Diana, di cui porta l’emblema tra i capelli (il diadema a forma di mezza luna).
L’iconografia scelta riprende quella di due capolavori dell’epoca neoclassica: la Paolina Borghese come Venere vincitrice di Antonio Canova e Madame Récamier di Jacques Louis David.
Adagiata su una “chaise longue”, con alle spalle un sontuoso drappeggio su cui compare lo stemma della casata Potenziani, essa osserva lo spettatore con sguardo lontano.
A fasciare le sue nobili forme un abito di seta frusciante, rosa pallido.
La luminosità diffusa e la tenue cromia riecheggiano i pastelli rococò francesi.
Neosettecentesca è anche la scenografia, con il tavolo di legno intagliato in stile Luigi XVI.
Delle rose ormai disfatte sparse sul pavimento donano all’immagine un’aurea decadente, fin de siècle, di sapore dannunziano.
Tuttavia potrebbero alludere anche alla brevità della vita: quasi un presagio della imminente scomparsa della nobildonna, avvenuta, a soli 49 anni , l’anno seguente.”
“Il mercante di tappeti”
Gustavo Simoni, nato a Roma nel 1845 e morto nel 1926.
Opera orientalista.
Si tratta di un’opera olio su tela in cornice dorata anch’essa di gusto orientalista.
“La lanterna magica”
Orologio da collezione francese di inizi XIX secolo in bronzo dorato al mercurio.
Il nome di questo oggetto è “La lanterna magica” ed è pubblicato su diversi volumi specialistici sugli orologi da collezione.