Enzo Casamento ha pubblicato da pochi giorni il suo ultimo romanzo, “Lo Chef”, in versione independently published.
Scelta voluta e consapevole, la sua, che lo accompagna da tempo, nella dichiarata convinzione che lo scrittore abbia in questo modo più libertà, si possa sottrarre alle imposizioni di editing delle case editrici e, non ultimo e non irrilevante, nel tempo possa decidere di intervenire sul suo testo, se lo ritiene opportuno.
Enzo Casamento ha iniziato a pubblicare libri lontani dalla narrativa, centrati su giochi creativi e logici, su test d’intelligenza e sull’abilità manuale coniugata alla creatività: ma questo non deve stupire, dal momento che in lui convivono due anime, quella di impronta umanistica e quella matematica, razionale e scientifica.
Per formazione e per professione Enzo Casamento è stato infatti un matematico, per passione è un appassionato umanista, lettore attento e costante, per scelta di vita è un uomo che ha deciso che in questa nostra esistenza (un battito d’ali in un’eternità a suo parere nulla, vuota di qualsiasi “oltre”) dobbiamo provare tutte le esperienze possibili, accettare tutte le sfide per sentirci almeno in parte appagati. Dal deltaplano all’ attività subacquea passando per il windsurf non si è fatto mancare nulla, nemmeno il brivido della paura in situazioni estreme, compensando poi l’attività fisica con l’esercizio mentale, allenato con dama, scacchi, bridge, hold’em.
Date queste premesse, poteva forse il protagonista de “Lo Chef” essere un tranquillo cuoco di campagna, impegnato solo con tartine di fois gras o risotti al Barolo? Certamente no, e con questo i lettori sappiano che si troveranno a fare i conti con uno chef di ben diversa caratura, un personaggio che non vorremmo incontrare nemmeno nei nostri più terribili incubi.
Enzo Casamento, quando il male invade il quotidiano
Tutto ha inizio a New York, un lunedì mattina, quando il protagonista Gabriel Moore è impegnato nell’ennesima riflessione su se stesso, sulla sua devastante depressione che lo induce a scivolare nelle droghe e a ipotizzare addirittura il suicidio.
Non sono valsi a nulla i suggerimenti dello psicanalista, il dottor Caleb Wood, che gli ha proposto come unica soluzione un radicale cambio della sua esistenza. Eppure quest’ultima è un’oasi dorata, costruita da Gabriel negli anni, arricchendosi sempre di più a suo stesso danno, dimenticando sentimenti e passioni vere, non comprate coi suoi soldi: al momento attuale è una gabbia in cui vive rinchiuso col suo male oscuro.
Rimanere vuol dire morire alla vita, andarsene è un salto nel vuoto: ma un appiglio si presenta casualmente quando Gabriel scopre che a Miami il suo più caro amico dei tempi del liceo, Matthew Rogers, ha fondato una comunità che gestisce come un guru, grazie al suo straordinario carisma: nella fattoria dove vive coi suoi seguaci si cerca di attuare uno stile di vita che dia pace e serenità interiore, una volta compresi i valori veramente importanti.
La scelta è fatta d’istinto, due giorni dopo Gabriel atterra a Miami, lasciandosi alle spalle lusso sfrenato e agi quotidiani, alla disperata ricerca di un se stesso che possa superare un trauma infantile devastante, a cui fece seguito la morte di entrambi i genitori.
Il presente e il passato del protagonista emergono con una voce narrante interna, una soggettiva che Enzo Casamento ha scelto per non perdere nemmeno un minimo dettaglio del suo pensare e del suo agire, apparentemente lontani dalla comune quotidianità , ma possibile metafora del mondo di oggi.
Il resto, tutto il mondo che gli ruota attorno, è raccontato con voce esterna, cosicché noi tendiamo ad assimilarci a Gabriel, a sentire, soffrire e sopportare ciò che nell’arco di una manciata di giorni cambierà la sua vita.
Da protagonista qual è non può, narrativamente parlando, fare a meno di un antagonista, che costituisca un ostacolo apparentemente insormontabile da superare: è così che lo Chef entra in campo e diventa la sua ossessione.
Lo Chef è in realtà un abominevole individuo, un serial killer con alle spalle diciannove brutali omicidi , caratterizzati da un rituale che contempla una carta da gioco sul luogo del rapimento della vittima, che solo in seguito viene uccisa e trasformata in carne di cui cibarsi. Quarantatré giorni dopo.
Gabriel ha studiato a fondo il carattere del killer, il suo modus operandi che mette in atto proprio a Miami, ma è per una casualità che le loro esistenze vengono a sovrapporsi, rendendoli nemici acerrimi sin dal primo istante.
Certo Gabriel, lasciando New York, non poteva immaginare né quanto la sua vita sarebbe cambiata, né come la depressione sarebbe diventata l’ultimo dei suoi problemi.
Nove giorni di fuoco per i personaggi di Enzo Casamento
Il tempo scorre lento nelle pagine di Enzo Casamento, minuziosamente annotato un capitolo dopo l’altro, mentre i fatti di un mondo popolato da gente lontana dai suoi standard consueti coinvolgono sempre di più Gabriel.
La concitazione è tanta, l’adrenalina pervade molte pagine dell’autore, tutto è frenetico, anche la vita sessuale del protagonista, circondato da donne che rimangono ammaliate da lui: ma dopo tanto tempo egli riesce di nuovo a sentire l’autenticità delle sue e altrui azioni, scegliendo di mettere a repentaglio la sua vita in più di una occasione per salvaguardare quella di qualcun altro, a lui estraneo sino a pochi giorni prima.
Specchiandosi nella sua vita di prima Gabriel non si riconosce, a trentacinque anni sente il bisogno di altro, di azioni dettate dal cuore e dalla pancia e non dal cervello, di una vita in cui i soldi rendano possibile quasi tutto, ma non più in chiave egoistica.
Come in una girandola ruotano intorno a lui lo Chef (ma la sua convinzione, basata su un metodo di osservazione quasi scientifico, è che la realtà sia un’altra ), di certo il cattivo, e molti individui buoni, trasparenti, sinceri nelle loro parole e nelle loro azioni.
Insieme a Matthew, che mette tutto se stesso per aiutare il vecchio amico, c’è Hanna, una ragazza della comunità, la cui dolcezza e solarità penetrano la corazza di Gabriel, c’è Eileen, che sogna di fare la giornalista, ci sono Jenna e William, due agenti federali che saranno al suo fianco nei giorni bollenti dell’azione dello Chef, ci sono Rachel e suo figlio Cristopher, che Gabriel ha salvato da un investimento stradale.
E poi c’è Lauren, la ragazza dalla quale Gabriel ha affittato una stanza per il suo soggiorno a Miami, volendo evitare lussuosi e glaciali hotel.
E’ su di lei che il killer ha fermato la sua attenzione, è destinata a diventare l’ennesima vittima innocente, se il caso non avesse messo sulla sua strada questo enigmatico newyorkese.
A muovere lo Chef è uno spirito di vendetta e di ritorsione nei confronti del mondo, dopo che durante l’uragano abbattutosi su Miami nel 2014 ha affrontato con la madre l’orrore del rimanere sepolti vivi sotto le macerie, per tanti, troppi giorni.
Nella sua anima nera non c’è più spazio per nulla, se non per il desiderio di far soffrire con le peggiori torture uomini e donne che non hanno alcuna colpa, per lui non è possibile una redenzione.
Lo è invece per Gabriel, che faticosamente riprende a vivere scordando il male oscuro, circondandosi di persone positive, facendo in modo che i suoi tanti soldi possano servire a realizzare i sogni di chi gli sta vicino e lo ha accolto nella propria vita senza chiedergli nulla.
Un thriller, questo, costruito a gradoni, in cui i fatti non si svelano in un finale a sorpresa, ma ci raggiungono passo dopo passo, componendo lentamente il quadro generale, ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Buoni e cattivi non sono altro che la proiezione dei nostri valori e sentimenti, e che Enzo Casamento abbia scelto un finale edificante ci solleva, ci fa pensare che anche a noi, in fondo, può essere data la possibilità del riscatto e di una vita nuova, dopo i tempi bui ed oscuri.
TITOLO : Lo Chef
EDITORE : Independently published.
PAGG. 230, EURO 10,41 (edizione Kindle euro 2,99)