Attenzione a quel prurito: che cosa sono gli ossiuri?
Salute

Attenzione a quel prurito: che cosa sono gli ossiuri?

19/12/2019
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Attenzione a quel prurito: sono 500 milioni le persone nel mondo chiamate a fare i conti con l’Ossiuriasi. Si tratta di un’infezione parassitaria intestinale, che colpisce prevalentemente i bambini in età scolare e pre-scolare. Secondo le stime, 1 bambino su 4 contrae l’Enterobius vermicularis, parassita responsabile dei fastidiosi sintomi di questa infezione.

Attenzione a quel prurito: come riconoscere l’Ossuriasi

Ossiuriasi: l’Associazione mondiale per le Malattie infettive e i Disordini immunologici (WAidid) spiegaAttenzione a quel prurito: che cosa sono gli ossiuri? come riconoscerla, prevenirla e curarla.

Il sintomo principale, che deve destare sospetto, è il prurito intenso, avvertito nella zona perianale soprattutto durante le ore notturne. Ad accompagnarlo, spesso, ci sono anche manifestazioni come dolore addominale, diarrea e irrequietezza. Nei casi più acuti possono comparire anemie, deficit di vitamina B12 e disturbi a livello uro-genitale.

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Attenzione a quel prurito: regole basi dell’igiene

La professoressa Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università di Parma e presidente WAidid, ha dichiarato: I parassiti intestinali colpiscono soprattutto i bambini che, a volte a casa o più spesso all’asilo o a scuola, trascurano le regole basi dell’igiene, come lavarsi le mani prima di mangiare e dopo essere andati in bagno.  Ma oltre alla carenza di igiene, gli altri fattori di rischio da non sottovalutare sono i cibi poco cotti o crudi, in particolar modo le carni, oppure quelli non lavati in modo adeguato, come spesso accade con frutta e verdura. L’elevata contagiosità degli ossiuri, poi, compromette anche la salute dei genitori. Per questo, seguire alcuni precisi accorgimenti si rivela fondamentale, per la prevenzione di questa infezione e per evitare il contagio, una volta che un soggetto all’interno della famiglia, o comunque di un gruppo, sia stato infestato”.

Attenzione a quel prurito: che fare nelle prime ore del mattino

Attenzione a quel prurito: che cosa sono gli ossiuri?Che fare, se si ha il sospetto di ossiuriasi? E’ una buona idea ispezionare la zona anale e perianale appena svegli: nelle prime ore del mattino, infatti, è possibile rilevare la presenza di piccoli filamenti bianchi in movimento (ossiuri femmine) che durante la notte, quando il nostro organismo è a riposo, depongono le uova. Il prurito è causato appunto dai movimenti compiuti dalle femmine degli ossiuri. Le larve nate dalla schiusa possono risalire fino al colon oppure, a seguito dello sfregamento dovuto dal prurito, passare alle mani e alla bocca. Il contagio, dunque, avviene per via oro-fecale. Nelle bambine, le larve di ossiuri possono inoltre raggiungere le parti intime, provocando vaginiti.

Attenzione a quel prurito: osservare la biancheria intima

Ai fini della diagnosi è inoltre utile osservare accuratamente anche le feci e la biancheria intima, in cui è possibile accertare la presenza di ossiuri. Lo scotch test permette di confermare l’infezione: si tratta di un’indagine che si esegue applicando nastro adesivo sulla zona anale, così da poter raccogliere, nell’eventualità, le uova incriminate, da depositare su un vetrino ed esaminare successivamente al microscopio. I campioni, almeno tre, devono essere raccolti al risveglio.

Attenzione a quel prurito: curare l’infezione

Attenzione a quel prurito: che cosa sono gli ossiuri?Una volta diagnosticata, l’infezione da ossiuri deve essere curata attraverso la somministrazione di farmaci: essi sono in grado di eliminare i parassiti nella loro forma vitale, ma non le uova. Per questa ragione, è necessario somministrare due dosi. Bisogna assumere la prima al momento della diagnosi, mentre è la volta della seconda dopo due settimane, per poter eliminare le uova. Nonostante il trattamento, l’infezione da ossiuri può ripresentarsi, soprattutto se la seconda dose viene assunta in ritardo o se l’infezione è stata contratta da più persone all’interno di uno stesso gruppo. La condivisione di asciugamani, biancheria da letto, sanitari, ma anche dei giocattoli tra i più piccoli, aumenta in modo esponenziale il rischio di contagio.

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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