Disturbi neuropsichiatrici di bambini e adolescenti: sono in crescita. In effetti, la richiesta di servizi di neuropsichiatria infantile aumenta del 7% ogni anno.
Gli accessi in Pronto soccorso per le emergenze neuropsichiatriche degli adolescenti crescono del 20%. Il 20% dei soggetti, del resto, si ricovera in reparti psichiatrici per adulti.
Incapacità di intendere e volere: con questa indicazione in generale si definiscono i minorenni, come con questa indicazione in generale si definisce l’infermo di mente. Ma che cosa avviene quando un minore è infermo di mente? Ha due volte bisogno di protezione: una protezione mirata e calibrata, adatta alla sua età gli/le dovrebbe essere offerta.
Secondo l’Oms, nel mondo dal 10 al 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali. Appare chiaro che patologie neuropsichiatriche sono diventate la causa principale di disabilità nei giovani. In questo contesto, il suicidio è diventata la seconda causa di morte tra i 15 e 29 anni.
Disturbi neuropsichiatrici di bambini e adolescenti: la parola agli esperti
Filomena Albano, dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), che ha promosso un’indagine sulla salute mentale degli adolescenti, si è espressa in questo modo: “Parlare di salute mentale in adolescenza significa occuparsi di ragazzi invisibili, poco intercettati e particolarmente vulnerabili. Abbiamo rilevato la mancanza di integrazione e comunicazione tra gli operatori dello stesso ambito territoriale, la carenza di servizi e strutture dedicati e di personale con esperienza specifica. Ma soprattutto è emersa la solitudine delle famiglie con adolescenti con disagio, che andrebbero sostenute adeguatamente e valorizzate come risorsa. È stata infine manifestata l’esigenza di interventi precoci e tempestivi, di continuità nel passaggio dai percorsi residenziali a quelli territoriali e in quello alla maggiore età”.
Disturbi neuropsichiatrici di bambini e adolescenti: un ambito nuovo
Le urgenze psichiatriche in età evolutiva rappresentano per i sistemi sanitari un ambito di intervento relativamente nuovo. I dati disponibili sulle caratteristiche sociodemografiche e cliniche di questi pazienti sono scarsi, oppure limitati a specifiche categorie, come i suicidi. Così si è espressa Antonella Costantino, presidente della Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, (Sinpia): “In Italia abbiamo registrato un aumento delle richieste di servizi, trasversale a tutti i disturbi neuropsichici, con un incremento medio del 7% ogni anno. L’aumento complessivo degli utenti di neuropsichiatria infantile negli ultimi 5 anni è stato pari al 45%. Negli ultimi 2 anni vi è stato un aumento delle emergenze psichiatriche degli adolescenti, con + 21% degli accessi in Pronto Soccorso e +28% di ricoveri annui. E’ importante che il ricovero avvenga nei reparti di degenza di neuropsichiatria infantile, ma purtroppo continuano a mancare drammaticamente le risorse per i servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia). A tutt’oggi solo il 30% dei ricoveri avviene in reparti di Npia, il 27% in Pediatria, il 20% in reparti di Psichiatria per adulti”.
Disturbi neuropsichiatrici e riorganizzazione dell’identità
Per l’equilibrio mentale, l’adolescenza è un’età particolare.
Tra le cause di questo incremento, secondo Simone Rugolotto, presidente della sezione regionale Veneto della Sip, “Certamente contribuiscono una molteplicità di fattori: culturali, neurobiologici, sociali, ambientali e condizioni intrafamiliari. L’adolescenza è un periodo critico perché in quegli anni avviene una riorganizzazione dell’identità. Nella maggior parte dei casi, una crisi psichiatrica acuta avviene in ragazzi che avevano già presentato un disturbo psichiatrico nell’infanzia, come ad esempio disturbi della condotta, disturbo da deficit di attenzione con iperattività o autismo, ma a volte si può trattare dell’esordio di un disturbo psicotico o di un disturbo bipolare che aveva dato pochi segni di sé.
Le emergenze psichiatriche in adolescenza coinvolgono un numero molto rilevante di specialisti e necessitano di un lavoro quindi multidisciplinare: il pediatra di famiglia, il neuropsichiatra infantile, il medico di pronto soccorso, il pediatra ospedaliero, lo psichiatra, l’intensivista pediatra, infermieri, educatori, insegnanti, i familiari, terapeuti privati, servizi sociali che possono fare parte integrante nel progetto terapeutico durante la degenza e prima e dopo di essa”
Le risposte sono frammentate e disomogenee. Ciro Paolillo, presidente eletto della Academy of emergency of medicine and care, ha dichiarato: “E’ per questo motivo che 13 società scientifiche hanno attivato un gruppo di lavoro intersocietario per la redazione di linee di indirizzo per le emergenze comportamentali in adolescenza nell’ottica di migliorare le risposte e renderle maggiormente omogenee e appropriate in tutti i contesti regionali”.