Infertilità maschile in Italia: il nostro Paese fa registrare una preoccupante denatalità. Le cause (è il caso di notarlo) non sono soltanto sociali ed economiche, ma anche mediche. Il numero di giovani maschi infertili, in effetti, è in costante aumento. Secondo le stime, negli ultimi 40 anni la concentrazione spermatica e la conta spermatica totale si è dimezzata. Bisogna dare il via ad una nuova e più forte alleanza tra andrologi e pediatri di famiglia. Il fine è contrastare più efficacemente l’infertilità maschile nel nostro Paese. Questo grave stato di cose interessa più di cinque milioni di italiani. Non si parla di un ambito che interessa soltanto l’individuo: l’intera comunità dello Stivale è colpita da questo insieme di problematiche.
Infertilità maschile in Italia: controlli fin dai primi mesi di vita
Il dottor Paolo Biasci, presidente nazionale Fimp, si è espresso in questo modo: “Il pediatra di famiglia deve imparare sempre più ad interagire con lo specialista andrologo, in modo da ottimizzare i percorsi di diagnosi e terapia. L’infertilità maschile non è infatti una malattia come le altre. Presenta infatti evidenti implicazioni, che sono anche di carattere sociale e politico. Fino al 75% dei casi, le reali cause dell’insorgenza sono sconosciute. Esistono tuttavia parametri che devono essere monitorati fin dall’età pediatrica”.
L’obiettivo primario è la prevenzione: non bisogna dimenticarlo mai. Aumentare e condividere le conoscenze in argomento ha lo scopo di muoversi verso la risoluzione del problema.
Infertilità maschile in Italia: livello degli ormoni maschili
Rossella Cannarella, endocringologa e dottoranda di ricerca presso l’Uoc di Andrologia e Endocrinologia dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico – Vittorio Emanuele di Catania, ha aggiunto: “Secondo i calcoli, in Italia il 14% dei 18enni presenta un volume testicolare ridotto: emerge dall’Amico andrologo survey, condotto da esponenti della Società italiana di Andrologia e Medicina della sessualità (Siams). Si tratta di una condizione che aumenta esponenzialmente il rischio d’infertilità e che in Italia presenta un’incidenza decisamente alta. Ecco perché dovrebbe essere oggetto di accurato monitoraggio, fin dai primissimi mesi di vita. Lo stesso vale per l’analisi dei livelli di alcuni ormoni maschili nei giovani adolescenti, che presentano condizioni di rischio. La pediatria di famiglia, all’interno dei bilanci di salute dedicati all’età adolescenziale, può avere un ruolo fondamentale nella prevenzione primaria e secondaria del disturbo”.
Infertilità maschile in Italia: problematica degli adulti?
Mattia Doria, segretario alle Attività scientifiche della Federazione italiana Medici pediatri (Fimp), ha così concluso:
“Quelle andrologiche non possono essere considerate soltanto patologie dell’adulto o addirittura della terza età. Molte infatti insorgono durante l’infanzia o l’adolescenza e hanno spesso un’origine prenatale. Possono essere gravi le conseguenze dei ritardi diagnostici o degli interventi terapeutici sullo stato di salute in età adulta. E’ questo il caso del criptorchidismo. Parliamo di un disturbo che aumenta il rischio di infertilità, nonché di tumore del testicolo. Per tutti questi motivi sarà avviato a breve un dialogo con le associazioni e società scientifiche, che rappresentano l’andrologia italiana. Vogliamo aumentare lo scambio di conoscenze e istituzionalizzare la reciproca collaborazione, al fine di fornire una migliore assistenza e counseling a bambini e adolescenti e alle loro famiglie”.