Le vie e soprattutto le viuzze: un minuscolo labirinto ben disegnato, perfetto e bello come un gioiello, e poi gli usci delle case che si affacci
ano su queste stradine e i balconi dove i fiori spuntano dai vasi per quasi tutto l’anno con forme e colori vivaci che risaltano sulla pietra donando all’insieme un tocco di originalità più che unica direi felice e spontanea.

Sto parlando di Spello, in Umbria, un borgo in provincia di Perugia che, contrariamente a ciò che si può pensare nei riguardi di una sua origine scontata risalente ad un Medioevo tipico e quasi endemico, rimonta molto più indietro nel tempo. Spello infatti ha origine romana (Spellum, in latino) ed è forse uno dei borghi più belli e ben conservati d’Italia, infatti il Touring Club italiano gli ha conferito il marchio “Bandiera arancione” per l’alta qualità turistico – ambientale. E non è da poco.
L’Umbria delle colline
Il paesaggio che circonda Spello e dentro il quale il borgo è inserito è tipicamente collinare quasi premontano, incline a una dolcezza un poco malinconica da primo autunno o da timido inizio estate.
Molte delle sue viuzze sono strette, in salita o in discesa, con gradoni in pietra decorata, facilmente percorribili a piedi ma con qualche difficoltà anche per una bici o un motorino.
Gli angoli che queste formano talvolta sono pittoreschi, talaltra ti proiettano in una fiaba antica. La voce del vento si insinua piano e si mescola ai profumi e agli odori di una gastronomia antica che sa di un passato glorioso e, insieme, agreste e umile. Il silenzio, in certe ore del giorno, all’alba o dopo mezzogiorno, sembra sovrano e del tutto naturale… uno sguardo ai fiori, ai portoni di legno compatto e massiccio, alle facciate delle case e tutto il resto del mondo sembra sia scomparso per sempre oltre l’orizzonte delle valli velato da brume misteriose.

Le fontanelle, di bronzo o di pietra, non mancano di certo in queste stradine – modello di Spello. Tutte attive, con un getto di acqua fresca mai troppo violento o improvviso che di notte risuona come un canto sconosciuto nell’oscurità del riposo.
Spello è anche le sue specialità
Presso le fontane ci si può fermare a bere e a riposare, magari gustando un panino con salame (le buonissime salsicce di cinghiale) tipico del luogo
comprato in qualche norcineria all’entrata del borgo, magari sì a riposare dopo aver mangiato in qualche rustica osteria poco distante il tradizionale involto ripieno di ricotta salata impastata con erbe selvatiche miste quali timo, bardana, maggiorana, silene, erba di san Pietro, aglio, malva, ortica, tarassaco, ursino e così via.

Viene preparato con una normale pasta sfoglia di uova e farina tirata e appianata col mattarello, farcita con una gran quantità di erbe selvatiche lessate, impastate con la ricotta salta e, con tutti i bordi ben sigillati, messa in forno a cuocere per almeno trenta minuti. E’ molto buono, nutriente, vegetariano, e leggero… le erbe selvatiche mescolate alla ricotta salata hanno un sapore indefinibile proprio perché il palato le percepisce come una prelibatezza che sa di arcaico, di mondi lontani nel tempo, di genuinità tramandata nei secoli.
Il misticismo umbro
Interessante e di una bellezza solenne la chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta probabilmente sui resti di un tempio pagano dedicato a Giunone e a Vesta, divinità protettrici della famiglia, del focolare domestico. Sia l’esterno che l’interno possiedono un’aura davvero sacrale e mistica. La cappella all’interno ospita opere del Pinturicchio che vale la pena visitare.
Una via e un numero civico colpiscono in modo particolare a Spello, cioè Via della Povera Vita N° 14. Si trova qui “La Casa della Povera Vita”, che forse non si può nemmeno definire come una casa di accoglienza o la residenza di una comunità religiosa vera e propria.

Maddalena si innamorò subito del borgo. E vi rimase. La sua casa diventò “La Casa della Povera Vita”, aperta al prossimo senza distinzione di alcun genere nell’aiutare e nell’accogliere semplicemente, ma soprattutto spontaneamente, chiunque avesse bussato alla sua porta, fosse anche per un sorso d’acqua o per avere un tetto sopra la testa per una notte soltanto.
Oggi questa francese coraggiosa e sincera è conosciuta internazionalmente come Maddalena di Spello, vive ancora, e ad un’età avanzata non ha smesso ancora di amare il suo Gesù nel volto del sofferente, del bisognoso, del viandante.
E’ meraviglioso arrivare a Spello in un giorno di maggio. E’ altrettanto meraviglioso, e forse un poco triste per la partenza in sé, lasciare Spello in un giorno di settembre quando il sole è ancora caldo ed estivo, ma le prime foglie gialle già si staccano dai rami degli alberi alla brezza lieve del meriggio.
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