Il cibo, oltre ad essere un fattore essenziale per la vita per l’apporto dei nutrienti, è anche identità culturale. Di un alimento o di una particolare preparazione gastrnimica si può capire la provenienza territoriale e le origini storiche. Molti piatti sono poi legati a un particolare periodo dell’anno come le festività: il panettone a Natale, le uova di ciccolato a Pasqua. I cibi delle ricorrenze si ritrovano in tutte le culture e pssono essere considerati simboli trasversali. Così, vista la vicinanza alle festività pasquali che coincidono con l’arrivo della primavera, abbiamo pensato di parlere di un abbinamento molto apprezzato in questo periodo: fave e pecorino.
Un’accoppiata semplice tipica dell’Italia centrale e, in particolare delle campagne romane ma che oggi, grazie alla rete di comunicazione globale, ha trovato riscontro positivo in tutta la penisola. In realtà, anche in altre aree geografiche italiane (Liguria, Piemonte e parte della Lombardia) è tradizione antica festeggiare la Pasquetta con una manciata di fave fresce accompagnate da formaggio stagionato oppure col salame.
Un abbinamento con radici radici antichissime: fave e pecorino
Entrambi gli alimenti erano gia conosciuti dagli antichi romani che ne apprezzavano il sapore intenso che si sviluppava dall’abbinamento. Un binomio che rispetta pienamente l’equilibrio secco-umido raccomandato dalla medicina galenica nata proprio nel secondo secolo d.C., consiglio fino ai giorni nostri: prosciutto e melone sono l’esempio più popolare .
All’inizio era solo latte
Il pecorino e’ nato 7000 anni fa con l’inizio del neolitco e l’addomesticamento degli animali infatti, dalle pecore, animali che costituivano un vero e proprio capitale per gli allevatori, si ricavavano le pelli e la lana, le carni e il latte. Proprio da quest’ultimo si iniziò a ricavare il formaggio, un modo per conservare più a lungo il latte.
Le fave appartengono alla famiglia delle leguminose, (anche fagioli, piselli, lupini e soia ne fanno parte) piante in grado di fissare l’azoto atmosferico al terreno ed accumularlo all’interno dei propri semi (le fave appunto) rendendole cosi un alimento vegetale ad alto valore proteico poiché ricco di amminoacidi essenziali. Anche le fave hanno le loro origini all’alba dei tempi e i popoli antichi erano soliti consumarle abbinate ai cereali (anche se non si conoscevano le proteine ed i carboidrati , giàall’epoca si era capito il grande valore nutrizionale dell’abbinamento cereali/legumi).
10 Buoni motivi per mangiare fave e pecorino
1 L’abbinamento, ricco e gustoso, è sinonimo di Festa. Un pasto di origini povere e contadine, sinonimo di convivialità, si è soliti mangiarlo infatti in occasione delle festivita primaverili come la Pasqua, il 25 aprile e ed il primo Maggio.
2 Alto contenuto di ferro, le fave infatti, oltre ad essere un’ottima fonte proteica hanno un’ elevata presenza di ferro, quindi sono ottime alleate per combattere l’anemia.
3 Il pecorino fornisce vitamina A, moltissime vitamine del gruppo B e soprattutto vitamina D
4 Le fave sono ricche in acido folico che favorisce la sintesi degli acidi nucleici .
5 Il pecorino è fonte di calcio , e le fave contengono manganese. Questi due alimenti sono validi alleati per la salute delle ossa e dei denti, i capelli e la pelle. Aiuta dunque a prevenire l’osteoporosi.
6 L’abbinamento fave e pecorino vede la presenza di fibre nei vegetali e moltissimi minerali, vitamine e proteine in entrambi, con basso contenuto di zuccheri, questo lo rende un pasto adatto ai diabetici .
7 Visto l’alto potere saziante delle fave, se abbinate a moderate quantità di pecorino possono considerarsi un valido pasto per le diete ipocaloriche
8 Il latte di pecora (con cui è prodotto appunto il pecorino) ha una quantità di lattosio inferiore al latte vaccino, può quindi essere consumato dalle persone intolleranti a questo zucchero del latte. Naturalmente vista comunque la presenza anche se in percentuali più basse, sono esclusi i soggetti allergici.
9 E’ un ottimo pasto per chi pratica sport. Mangiato qualche ora prima dell’allenamento fornisce l’energia necessaria, mangiato dopo fornisce le proteine che contribuiscono a rigenerare i muscoli.
10 Gli antiossidanti, il gran numero di vitamine e sali minerali di entrambi, abbinati a un buon bicchiere di vino rosso che apporta elementi antibatterici ed antiinfiammatori rendono questo pasto un potente mix per combattere le malattie dell’invecchiamento.
Valori nutrizionali delle fave fresche
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI | PER 100 g |
Valore energetico | 72 kcal |
Proteine | 5.6 g |
Carboidrati | 11.7 g |
di cui zuccheri | 0 g |
Grassi | 0.6 g |
Di cui saturi | 0.14g |
Di cui monoinsaturi | 0.02 g |
Di cui poli-insaturi | 0.3 g |
Fibre | 4.2 g |
Sodio | 50 mg |
Valori nutrizionali del pecorino
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI | PER 100 g |
Valore energetico | 385 kcal |
Proteine | 31.8 g |
Carboidrati | 3.63 g |
di cui zuccheri | 0.73 g |
Grassi | 26.94 g |
Di cui saturi | 17.12 |
Di cui monoinsaturi | 7.84 g |
Di cui poli-insaturi | 0.6 g |
Fibre | 0 g |
Sodio | 1200 mg |
Fave e pecorino: per qualcuno sono proibitissimi
Nonostante gli innumerevoli benefici che questi due alimenti conferiscono al nostro organismo qualche controindicazione e non da poco conto c’è.
Il favismo
E’ una malattia nota sin dall’antichità, era conosciuta come malattia delle fave. Erroneamente siamo portati a pensare che si tratti di un’allergia alimentare invece si tratta di una vera e propria anomalia genetica. Infatti, Il favismo consiste in una deficienza di particolare enzimi in grado di metabolizzare questo alimento, i soggetti affetti da questa patologia devono assolutamente astenersi dal consumo di fave perchè le conseguenze potrebbero essere gravissime addirittura puo portare fino alla morte. I sintomi con cui riconoscere questa malattia si manifestano circa dopo 12/48 ore dall’assunzione di fave, la carnagione gialla, il colore scuro delle urine, sclere oculari gialle sono i primi campanelli di allarme per identificare la malattia.
Il pecorino, per via dei processi di produzione, è un alimento ricco di sodio ( ben 1200mg su 100g) quindi nei soggetti che soffrono di ipertensione non è indicato o comunque deve essere assunto con la dovuta moderazione.
Colesterolemia
I grassi del pecorino sono prevalentemente saturi quindi, in soggetti affetti da colesterolemia e malattie dell’apparato cardiocircolatorio, il consumo deve essere moderato.