Nonostante da tempo da parte di scienziati, dietologi e nutrizionisti si sia affermato il concetto che la carne di maiale sia piuttosto dannosa per la nostra salute, ben pochi hanno cessato di partecipare al rito della grigliata, magari con un po’ di senso di colpa.
La carne suina è quella più consumata dall’uomo, in particolare i suoi derivati, perché, come dice il proverbio: “del maiale non si butta via niente”; con le sue carni si confezionano prosciutti e salumi; le altre parti come le braciole, il guanciale, la cotenna, il lardo e le frattaglie sono altrimenti utilizzate in cucina, mentre le setole lo sono per spazzole e pennelli.
Le razze di suino d’allevamento nel nostro paese discendono dalla selezione e spesso da incroci di maiali di ceppo europeo e orientale, ma negli ultimi anni sono stati avviati molti progetti di recupero delle specie autoctone italiane come la Cinta Senese, il Suino Casertano, la Mora Romagnola, il Suino Nero Siciliano, il Suino Sardo e altre razze, legati alla valorizzazione di produzioni gastronomiche tipiche locali.
La carne di maiale è ricca di proteine
La sua carne, considerata una gustosa alternativa alle carni bovine sia dal punto di vista nutrizionale che da quello economico, richiede una cottura completa perché è soggetta a parassitosi e solo cuocendola bene è possibile azzerarne la nocività. Tra le tante caratteristiche, la carne di maiale contiene proteine di ottima qualità e ferro, è una fonte importante di zinco, selenio, vitamine A, B12 e acido folico, peculiarità, queste, che la rendono adatta a essere parte di una dieta bilanciata che garantisce il benessere dell’organismo.
Nonostante ciò, comunque, molte persone l’hanno bandita dalla propria alimentazione, e non solo per motivi religiosi come le famiglie di fede islamica ed ebrea, ma perché influenzati da false credenze e soprattutto senza pensare che è la quantità e non la tipologia di ciò che mangiamo a far danni.
Per fortuna però sembra che le cose stiano per cambiare anche nei confronti dell’atteggiamento verso la carne suina e che si possa affrontare una bella grigliata di costate, salsicce e lonze senza provare un senso di colpa per la nostra salute.
Arriverà presto in commercio la carne dei maiali allevati dall’azienda “Cura Natura” di Castelvetro, in provincia di Modena, la cui diversità rispetto alla carne di maiale tradizionale consiste nell’essere più ricca di Omega3, i famosi grassi insaturi tanto raccomandati dai nutrizionisti e finora associati principalmente al pesce.
Carne di maiale da animali alimentati con mangimi speciali
L’azienda modenese, certificata DOP, insieme ai produttori di alimenti zootecnici di Ferri Group, ha siglato un protocollo con la francese Blue Blanc Coeur, la filiera che promuove l’agricoltura e l’allevamento con vocazione alla salute, che le consentirà agli allevatori di alimentare suini, ma anche ovini e bovini, con una importante componente di questi “grassi buoni”.
I laboratori della Ferri, sulla base dei severi protocolli BBC che prevedono per l’alimentazione animale un mix di prodotti vegetali, minerali, vitamine e semi hanno messo a punto dei mangimi speciali contenenti anche semi di lino, che sono tra i maggiori fornitori di Omega3.
In pratica, i maiali mangiando questi mangimi ricchi di semi di lino assumono Omega3, come fanno i pesci in mare cibandosi di alghe e da sempre si sa che il pesce fa bene alla salute perché ricco dei grassi insaturi Omega3.
Dalle analisi effettuate dall’I.N.R.A. (Institute National De La Recherche Agronomique) emerge che 100 gr. di lombo fresco proveniente da carne di maiale alimentati tradizionalmente passano dal contenuto di 0,08 grammi di Omega3 a 0,24 grammi dei suini di filiera Blue Blanc Coeur; maggiore della stessa quantità di tonno o salmone fresco che ne contiene 0,09 grammi. La coppa, invece, passa da 0,14 grammi di Omega3 a 0,95; in 100 gr di Prosciutto di Parma si passa da un valore di 0,11 a 0,55 gr. di Omega3, nel prosciutto crudo nazionale dai 0.12 gr. correnti ai 0,41, e da 0,16 a 0,75 gr nella mortadella di Bologna IGP.
“Buona come il maiale, sana come il pesce” quindi; una nuova vita, per la carne suina tanto apprezzata, anche se per la salute sarà come sempre la quantità a fare la differenza.