Egoismo o altruismo? Meglio essere un “egoista sano”
Egoismo o altruismo? Scelta difficile. Ci sono persone capaci di dimenticare se stesse, di saltare i pasti o non curare adeguatamente il proprio aspetto: per il bene degli altri, costoro sono capaci, del resto, di passare attraverso il fuoco o l’acqua. E’ possibile incontrare individui del genere, che si considerano altruisti.
Egoismo o altruismo? Il desiderio di aiutare gli altri
La volontà di aiutare gli altri è indubbiamente degna di rispetto e desta simpatia, determina riconoscenza: tuttavia, una partecipazione molto attiva alla vita altrui può portare alla completa rinuncia agli interessi personali e all’essere insoddisfatti della propria vita.
Se poi si diventa altruisti per un senso di insicurezza o ricerca di accettazione e riconoscimento, allora c’è anche il rischio di restare bloccati in questa trappola tutta la vita.
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C’è solo una via d’uscita: iniziare a concentrarsi sulla propria vita e non su quella di qualcun altro, sapendo che solo una persona che si prende cura di se stessa e persegue i propri interessi può giovare al suo prossimo. Il problema è che gli altruisti, spesso, credono che pensare prima di tutto a se stessi li possa trasformare in egoisti privi di scrupoli. Niente di più sbagliato.
Egoismo: significato del termine
Secondo Oscar Wilde, del resto, “L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi”. Egoismo è ricerca del proprio vantaggio sempre, anche a costo di danneggiare, o comunque limitare, gli interessi altrui.
Anche questa visione può rivelarsi erronea.
Egoismo o altruismo? Egoista “sano”: una visione nuova
E’ una buona idea pensare a se stessi: non parliamo di egoismo, ma di amore di sé (e per sé). Si tratta soltanto di inquadrare le cose da un altro punto di vista e comunicare correttamente le proprie esigenze.
Esaminiamo questi concetti nella pratica.
Andare in pizzeria e chiedere di portarci la nostra pizza preferita non è egoismo: perché si dovrebbe scegliere di ordinare una pizza che non piace? Se si va dal parrucchiere e si opta per un certo taglio di capelli, non si tratta di egoismo. Chiedere ciò che si vuole non ha a che fare con il meritare, in effetti, quello cui miriamo: semplicemente, vogliamo quella cosa. Facile e chiaro.
Certamente, non tutte le situazioni della vita sono così palesi, ci sono momenti in cui occorre scendere a compromessi. Il trucco è imparare a distinguere: a volte i nostri desideri e bisogni possono influenzare direttamente le altre persone, oppure i desideri e bisogni delle altre persone possono essere in conflitto con i nostri. In entrambi i casi è importante ricordare di mantenere un certo equilibrio tra la sana auto-affermazione e la considerazione e il rispetto per gli altri.
Egoismo o altruismo? Caratteristiche di un egoista “sano”
Ecco alcune caratteristiche di coloro che hanno imparato a trattare se stessi con lo stesso rispetto con cui trattano gli altri, senza calpestare nessuno:
1. Un egoista sano conosce la sua posizione. Tutti hanno bisogno di impostare dei limiti, oltre i quali le persone non devono andare. Per farlo, bisogna prima conoscere la propria posizione, ciò che si desidera, e attenersi a essa. In questo modo, quando qualcuno cerca di far cambiare idea a un soggetto, è possibile che questi torni semplicemente alla propria originaria posizione. Facciamo un esempio. In una concessionaria d’auto, un individuo dice al venditore che il suo budget è di 10mila euro al massimo. Se il venditore risponde “abbiamo un modello nuovissimo, con sedili di pelle e tetto apribile per 13mila euro“, la risposta dovrebbe essere “grazie, ma il mio budget è di 10mila.” E se il venditore dice che per quella cifra si trovano solo delle “caffettiere”, l’individuo saluterà cortesemente e si rivolgerà a un altro concessionario. Il protagonista del nostro esempio è un egoista sano: cerca altrove.
2. Un egoista sano sa comunicare la sua posizione. Comunicare correttamente la propria posizione è altrettanto importante. Quando si chiede a qualcuno di onorare i nostri desideri o approvare la nostra posizione, si chiede di essere resi felici. Quando, invece, il soggetto afferma quello che si vuole o di cui si ha bisogno, sta rendendo felice se stesso. Se, in un’occasione, si riceve dagli amici un invito a una festa che finisce alle 6 del mattino, e non è nei programmi il fatto di stare fuori tutta la notte, si può scegliere di dire no, oppure accettare dicendo che si abbandonerà la festa alle tre di notte. Le persone non mirano necessariamente a calpestare i propri simili come uno zerbino. E’ pur vero che se non si comunica ciò che si vuole, aspettandosi che gli altri siano in grado di leggere nella mente, ci si allontana dall’obiettivo. Se si rende noto ciò che si pensa, c’è una migliore possibilità che quanto si auspica accada.
3. Un egoista sano non si chiede se “merita” quello che vuole. Questo è il principio più importante. Non bisogna mettere in dubbio se si meriti o no una certa cosa, piuttosto, bisogna cercare di capire davvero che cosa si vuole, e muoversi nella direzione desiderata. Le persone che non fissano i confini spesso sentono di non “meritare” di stabilire dei limiti. Si sentono in quel modo perché sono abituate a mettere sempre le altre persone al primo posto. E l’incapacità di dichiarare ciò che vogliono, nel tempo, contribuisce ad abbassare la loro autostima, in un continuo circolo vizioso.
Tutti sanno di non poter sempre ottenere ciò che vogliono nella vita, ma sicuramente non otterranno, se non chiedono.
Si consiglia di concentrarsi su ciò che si desidera o di cui si ha bisogno, piuttosto che mettere in discussione il fatto di essere degno di ricevere l’oggetto del desiderio. Questa disposizione d’animo guiderà il soggetto verso il successo e lo farà avere maggiore fiducia in se stesso, perché “ Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso”, come afferma Erich Fromm.
2 Commenti
Ogni cosa può essere buona o cattiva, tutto dipende dal modo in cui la gestiamo. Anche l’altruismo, per quanto siamo abituati a pensarlo come qualcosa di encomiabile, può diventare criticabile, ad esempio, quando nuoce a se stessi o quando praticato in maniera acritica, solo perché l’educazione ricevuta lo fa sembrare l’opzione più corretta o perché la parola egoismo è carica di connotati che sembrano poco accattivanti. Di fatto, pensare a se stessi non è una vergogna, anzi, bisogna prima di tutto saper pensare a se stessi, bisogna saper farsi felici per riuscire davvero, in modo disinteressato e duraturo, a fare felici gli altri.
Grazie “trainer” per il suo commento, che condivido. Credo che le cose siano giuste o sbagliate, come lei scrive, se osservate solo da un contesto. Nell’articolo, infatti, affermo (mia opinione) che è sbagliato pensare di essere egoisti quando si pensa a se stessi in modo sano (e cioè senza cercare di calpestare nessuno). Il contesto da cui scrivo è quello della crescita personale. Può essere che, in un contesto famigliare con 7 figli, anche essere un egoista sano sia considerato sbagliato.
Ad esempio: nel contesto di un mondo cresciuto nel credere che rispettare la vita degli altri umani sia un’aspettativa umana fondamentale (ma non rispettare le vite del bestiame), perché gli umani sono una razza superiore (e il bestiame una razza inferiore), l’omicidio è chiaramente sbagliato mentre mangiare carne non lo è .
Resta il fatto che, per avere relazioni felici. è importante amare se stessi prima di tutto, e diventare degli egoisti sani ci permette di esprimere questo amore e rispetto per noi stessi.