Dormire 8 ore a notte è un’abitudine che incide positivamente sulla salute: molti, però, lottano con difficoltà di addormentamento e risvegli notturni e precoci. Non tutti sanno che, a volte, la qualità del sonno può essere legata alla salute orale: in Italia sono 7,5 milioni le persone che soffrono di dental sleep disorders, disturbi del sonno che hanno origine dalla bocca e risultano fatidiosi e invalidanti.
Dental sleep disorders: condizioni, sintomi e impatto sulla salute
Innanzitutto, bisogna sottolineare che è nei tessuti molli e nell’ostruzione delle vie aeree l’origine di tutto: un fattore che determina i diversi disagi del sonno. Tra i più comuni, vi sono le apnee ostruttive del sonno, ovvero momenti di pausa nella respirazione dovuti a una chiusura delle vie aeree.
Di solito si verificano da 5 a 15 episodi per ogni ora di sonno, hanno come sintomo l’improvviso risveglio, il russamento, il bruxismo e possono provocare complicanze metaboliche, cardiovascolari e neurologiche, aumentando il rischio di ictus, ipertensione arteriosa, coronopatie e aritmie, diabete.
“Sono dovute a una riduzione del volume delle vie aeree, che può verificarsi a causa di malocclusione dovuta a palato stretto o arretramento mandibolare oppure per via del rilassamento dei tessuti molli del palato, tipico, per esempio, nelle donne in post menopausa”, spiega la dottoressa Laura Paini, medico chirurgo specialista in odontostomatologia e ortognatodonzia.
Uno studio, inoltre, ha evidenziato come chi ha pochi denti nella zona posteriore della bocca rischi di soffrirne in misura maggiore: questo status può portare a una diminuzione del volume nelle zone retrofaringee, ostruendo le vie aeree.
Ecco perché l’implantologia dentale e gli impianti adeguati possono diventare essenziali per una qualità di vita migliore.
Un ulteriore sintomo è il bruxismo notturno, che consiste nel digrignamento involontario dei denti e può portare alla loro scheggiatura e frattura, con danni perfino dal punto di vista articolare.
Anche la macroglossia, ovvero l’ingrossamento eccessivo della lingua, fa la sua parte nel disturbare i momenti di riposo: una lingua voluminosa, infatti, può ostruire le vie aeree e interrompere il sonno.
Ci sono alcuni sintomi, infine, che possono essere indicatori di una qualità del sonno non ottimale derivata da problemi alla bocca, come ipersalivazione e xerostomia, ovvero secchezza del cavo orale.
Il ruolo di respirazione e posizione per dormire
Un filo rosso che collega queste condizioni è la respirazione orale. La conferma arriva da uno studio effettuato su bambini dai 6 ai 9 anni: il 59% dei piccoli pazienti tende a respirare a bocca aperta e, tra questi, è stata constatata un’alta percentuale di malocclusioni, carie, bruxismo e apnee notturne ostruttive. Respirare a bocca aperta e non con il naso, infatti, può portare diversi effetti negativi.
“Per esempio, un abbassamento del PH, che genera una maggiore incidenza di carie”, dice la dottoressa Paini.
“Tutte le persone che soffrono di disturbi del sonno e bruxismo dovrebbero evitare di dormire in posizione supina.
Dormendo in questa posizione si potrebbe verificare una caduta all’indietro dei tessuti molli, con l’ostruzione delle vie aeree, intaccando il riposo”, spiega l’esperta.
“Questo è un accorgimento che dovrebbero considerare anche le persone che russano, perchè il russamento porta a una vibrazione dei tessuti molli.
È importante, quindi, imparare a dormire sul fianco per avere una respirazione migliore”.
Armi contro i dental sleep disorders
Gestire e combattere i dental sleep disorders è possibile.
“Nel caso delle apnee ostruttive, per esempio, considerando che l’aria non passa e il sangue non si ossigena, è bene riportare ossigeno in circolo attraverso un ampliamento delle vie aeree”, spiega la dottoressa Paini.
“Per farlo, esistono diverse armi a disposizione dei professionisti del dentale, come dispositivi terapeutici che possono lavorare sull’avanzamento mandibolare, bite e allineatori trasparenti che lavorano sulla funzione dei denti riposizionandoli nel modo corretto.
L’ultima strada è quella di intervenire chirurgicamente sui tessuti molli, modificando la conformazione del palato o della lingua”.
Prevenzione e consigli
Come per molte altre sfere della salute, la prevenzione ha un ruolo fondamentale per evitare lo sviluppo dei disturbi del sonno.
“Sarebbe bene lavorare molto sui bambini, così da evitare che sviluppino una problematica respiratoria e, a lungo termine, disturbi del sonno”, dice Paini.
“Con loro è possibile intervenire sulla crescita delle ossa mascellari, laddove necessario, mentre negli adulti si interviene da un punto di vista terapeutico, non preventivo.
Per questo motivo è importante che l’odontoiatra legga i segnali giusti nei piccoli pazienti”.
Fondamentale, quindi, l’intervento dei professionisti: se un bambino dorme con la bocca aperta, una visita dall’ortodontista (ma non solo) potrebbe essere la soluzione.
Gli adulti, invece, dovrebbero stare attenti ad alcuni segnali come russamento, abrasioni dentarie, risvegli ripetuti e con contrazioni facciali e momenti di grande stress, riportandoli allo specialista di fiducia.
Dental sleep disorders: guida dei professionisti a cui rivolgersi
I dental sleep disorders riguardano diverse aree della salute e, in quanto tali, hanno bisogno di essere messe all’attenzione dei professionisti giusti. Secondo la dottoressa Paini, gli specialisti da contattare in caso di sintomatologie e condizioni simili e che dovrebbero lavorare con un approccio multidisciplinare, sono:
- Il neurologo e i centri del sonno per una prima verifica su un’eventuale cattiva qualità del sonno;
- L’otorinolaringoiatra che interviene specialmente nella diagnosi e cura delle apnee ostruttive del sonno;
- L’odontoiatra, che si occupa di prevenire, diagnosticare e curare le patologie che colpiscono il cavo orale e che può riscontrare i primi segnali durante le visite con i pazienti;
- L’ortodontista, che si occupa nello specifico di malocclusioni (tra i primi segnali dei dental sleep disorders) e può intervenire con presidi terapeutici idonei a risolvere il problema.
L’importanza della prevenzione dentale
La prevenzione dentale sembra non essere una priorità per gli italiani.
Secondo i dati ISTAT, infatti, negli ultimi 12 mesi solo il 32% ha effettuato una visita di prevenzione o pulizia professionale. Un trend che è stato aggravato anche dai lunghi mesi di pandemia, che in generale hanno avuto un impatto negativo sulle abitudini degli italiani in termini di prevenzione e cure, anche per quando riguarda la salute orale.
Un altro dato interessante, però, e che negli ultimi 12 mesi ben il 70% degli italiani si sono rivolti a un odontoiatra per risolvere una problematica già conclamata.
Ciò significa che la maggior parte delle persone si reca dal dentista solo quando il problema è già evidente e a uno stadio avanzato, tipicamente quando si percepisce del dolore, e la situazione è quindi più complessa da risolvere.
Moltissime problematiche, tra cui alcune particolarmente frequenti in alcune fasi della vita e che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita stessa, possono infatti essere prevenute attraverso periodici appuntamenti dal dentista e una pulizia professionale ogni sei mesi.
Le patologie più ricorrenti
“Oltre alle ben note carie, che possono comunque portare a situazioni molto dolorose, sono diverse le patologie che derivano dalla mancanza di una corretta prevenzione.
Per esempio, le cisti dentali, che possono essere causate proprio da carie profonde o granulomi non curati tempestivamente e che sono tra le patologie più insidiose perché nelle prime fasi non hanno una sintomatologia evidente, tanto è vero che molto spesso le si scoprono casualmente, sottoponendosi a una radiografia per altri motivi.
I sintomi della ciste dentaria cominciano a farsi strada quando la patologia è già avanzata e sono essenzialmente mal di denti, gengive e labbra gonfie, fino a denti mobili nei casi più gravi”, spiega il Dottor Emanuele Puzzilli, professionista nel campo dell’odontoiatria ed esperto di estetica del sorriso.
Un’altra patologia piuttosto grave che può scaturire da una mancata prevenzione è la parodontite, più comunemente conosciuta come piorrea, vale a dire un’infezione dei tessuti parodontali che, se trascurata, può provocare oltre a problemi alla gengive, che si infiammano e si ritraggono, anche la caduta dei denti.
Si tratta di una malattia molto più diffusa di quanto si pensi, soprattutto negli adulti con più di 35 anni, in particolare nelle donne e nei fumatori.
Ma molti altri possono essere gli esempi di problematiche dovute al fatto di trascurare la propria prevenzione dentale, alcune anche molto dolorose, come gli ascessi dentali o gengivali.
Controlli periodi dal dentista: da non sottovalutare
“A volte la prevenzione dentale viene trascurata anche per motivi economici: molte persone infatti si chiedono, perché spendere soldi per una visita se non ho alcun problema?
Queste persone però non pensano al fatto che intervenire per porre rimedio a una patologia già conclamata è molto più costoso, oltre che doloroso, di una semplice visita di controllo o di una pulizia”, dice il dottor Puzzilli.
“Investire nella prevenzione odontoiatrica significa garantirsi una migliore qualità della vita e prevenire problemi che potrebbero insorgere in futuro.
Per questo motivo, è importante non sottovalutare l’importanza della prevenzione e rivolgersi a un dentista professionista per programmare periodiche visite di controllo”.
Immagine copertina di Andrea Piacquadio https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-canottiera-grigia-sdraiata-sul-letto-3768582/