Stress e ansia sono i principali fattori scatenanti del bruxismo.
E con la pandemia, che ci ha reso particolarmente vulnerabili a livello psicologico, i casi sono aumentati.
Il disturbo, frequente tra gli adulti ma anche tra i bambini, può presentarsi in varie forme, più o meno gravi, soprattutto durante il sonno.
Generalmente chi ne soffre digrigna i denti in modo inconsapevole o stringe con eccessiva forza le mascelle.
“In una situazione di ansia la circolazione sanguigna aumenta nelle aree del cervello che presiedono alle reazioni istintive e al sistema di attivazione del ritmo sonno-veglia.
Questo serve per portarci in una condizione di lotta e difesa fisica e mentale.
Il bruxismo può essere considerato come un sintomo di questo processo.
Digrignare i denti causa notevoli danni al nostro organismo.
Ma grazie ad alcune soluzioni, come lo Yoga della bocca si può combattere il disturbo e prevenirlo”, dice il dottore Giuseppe Cicero, parodontologo di Roma e Docente di Odontoiatria all’Università Europea di Madrid.
Cos’è il bruxismo
Il bruxismo è una condizione patologica in cui si digrignano involontariamente i denti, sfregando gli elementi dentali dell’arcata superiore contro quelli dell’arcata inferiore.
O semplicemente stringendo eccessivamente le mascelle.
In questo periodo di pandemia il bruxismo è in aumento e dipende dall’involontaria contrazione di muscoli della masticazione.
Questo ci dimostra come questa condizione sia aumentata da fattori di stress e di ansia.
Lo sfregamento dei denti superiori e inferiori può comportare abrasioni e nei casi più gravi persino rotture dentali.
Sia il bruxismo che il serramento dentale, sono attività di scarico dell’organismo sul sistema masticatorio.
Avvengono generalmente, ma non solo, durante la fase rem del sonno, ed entro certi limiti sono attività fisiologiche.
Il bruxismo avviene in un’occlusione dentale scomoda, in cui il sistema cerca la posizione dentale ideale, il rischio creato è l’usura dei denti.
Il serramento invece è un modo di scaricare l’eccesso di contrazione prodotta dallo stress.
Il rischio è il sovraccarico delle articolazioni mandibolari con dolori, nevralgie e limitazioni al movimento.
Bruxismo: conseguenza negativa di ansia e stress
La pandemia ha portato a un aumento di vari disagi di tipo psicologico, sociale ed economico.
Stress da lavoro a distanza, smart-working senza pause, ansia di perdere il lavoro, perdita dell’occupazione, ansia da distanziamento sociale che implica un distacco da famiglia e amici e tante altre condizioni critiche.
Molte persone tendono a somatizzare il disagio e lo stress a livello del cavo orale con attività come bruxismo o serramento dei denti.
“Si denota ancora di più questa associazione tra ansia e bruxismo, che ci dimostra come i fattori psico–socio–economici possano colpire la salute orale.
Non a caso nel 2020 c’è stato un boom di click nelle ricerche su Google di termini chiave quali “bruxismo” e “digrignare i denti”, con aumenti notevoli rispetto al 2019.
Questo problema, legato a stress e pandemia, si rivela dunque molto attuale.
In particolare, l’incremento in alcune aree geografiche risulta notevolmente vistoso.
Negli ultimi 5 mesi del 2020, la parola “bruxismo” ha avuto un’impennata delle ricerche su Google del 62% in Calabria, del 48% nelle Marche, del 34% in Sicilia e Sardegna.
La ricerca dell’espressione “digrignare i denti”, sempre negli ultimi 5 mesi dello scorso anno, è aumentata del 68% nel Lazio e del 60% in Sicilia.
Dati eloquenti che dimostrano la realtà del fenomeno”, dice Cicero.
Cause del bruxismo
Il bruxismo è l’atto involontario di stringere e digrignare i denti durante il sonno.
È un disturbo molto diffuso e si può manifestare in varie forme, più o meno lievi, e dipende dall’involontaria contrazione dei muscoli della masticazione.
La principale causa del bruxismo si può ricollegare a un particolare momento di stress o a uno stato di ansia.
Ma lo stesso problema può essere causato anche da una malocclusione, cioè un cattivo posizionamento delle arcate dentali.
L’importanza di riconoscere i sintomi
“È importante riconoscere i sintomi per una rapida diagnosi.
Solitamente, ci si sveglia al mattino con una forte sensazione di fastidio in bocca: le mascelle sono indolenzite, i denti fanno male.
Se a un primo impatto si può ipotizzare una carie, spesso questi sono proprio i sintomi di un inizio di bruxismo.
Bisogna tenere conto che in condizioni normali i denti si dovrebbero toccare solo quando si mastica o si deglutisce.
Questo significherebbe quindi che i denti vengono in contatto tra di loro non più di una mezz’ora al giorno.
Nei casi più gravi di bruxismo, invece, i denti arrivano a stare in contatto fino a 8-10 ore su 24.
In termini di consumo di denti, un mese con forma avanzata di bruxismo equivale a più di un anno di un individuo senza disturbo”, sottolinea Cicero.
“È molto importante riconoscere precocemente questi sintomi e porvi rimedio il prima possibile.
Si deve tenere in considerazione che il bruxismo può manifestarsi anche in giovanissima età.
L’obiettivo delle terapie è quello di evitare che il sovraccarico funzionale delle strutture che permettono i movimenti mandibolari crei danni irreversibili.
Troppo spesso ci si trova a dover fare diagnosi tardive e dover ricostruire articolazioni temporo–mandibolari ormai gravemente compromesse da lunghi periodi di stress funzionali.
I sintomi per riconoscerli precocemente sono semplici.
Le terapie non sono invasive e, se correttamente impostate, possono essere anche autogestite.
Quando invece compaiono limitazioni dell’apertura della bocca, rumori di crepito articolari e dolori di testa e cervicali allora è necessario rivolgersi a uno specialista e se necessario a un chirurgo maxillofacciale”, dice il professore Piero Cascone, primario di chirurgia maxillofacciale del Policlinico Umberto I.
Le conseguenze del Bruxismo
Il bruxismo non solo accelera il processo di deterioramento dentale, ma riflette le sue conseguenze negative anche sull’apparato muscolo–scheletrico, causando cefalee e numerose altre patologie.
Infatti, a lungo andare, può provocare anche serie conseguenze, come:
- Il deterioramento della superficie dentale.
- Fratture.
- Dolore alla mascella.
- Sensibilità dentale.
- Emicrania.
- Nei pazienti con parodontite più grave, aumento della mobilità dei denti.
“Serrare le mandibole o digrignare i denti causa danni al nostro organismo.
Per prima cosa, i denti si consumano.
Se poi il problema dura a lungo perché trascurato o non identificato, i denti e le articolazioni temporo-mandibolari si danneggiano e ne risentono anche i muscoli collegati, sottoposti a un sovraffaticamento pericoloso.
Quello che ne consegue si riversa su tutto l’organismo:
- Mal di testa ingiustificato.
- Dolore alle orecchie.
- Sensazione di avere uno solo o entrambe le orecchie tappate.
- Vertigini.
- Difficoltà di deglutizione.
- Difficoltà ad aprire del tutto la bocca.
- Denti più sensibili del solito al caldo e al freddo.
- Dolore alla colonna cervicale.
Nei pazienti parodontali che sono più suscettibili allo stress e al carico occlusale causato dal bruxismo, anche la mobilità dei denti deve essere tenuta sotto controllo, perché questa può aumentare drasticamente fino alla perdita denti stessi.
Per i pazienti che hanno perso più del 30% del supporto parodontale e che soffrono anche di bruxismo non è sufficiente andare dall’igienista ogni 4-6 mesi.
È invece necessario un trattamento multidisciplinare e un consulto specifico con un parodontologo per rallentare la progressione della malattia parodontale e per individuare le cause del bruxismo, con il fine ultimo di intervenire su entrambi i fronti”, spiega Cicero.
I rimedi al bruxismo: il bite e lo Yoga della bocca
Per il bruxismo non esiste una terapia farmacologica specifica.
Un rimedio è il classico bite: una mascherina che, posta fra le 2 arcate dentali, protegge i denti.
“Il bite però, può non essere da solo la vera soluzione al problema.
La persona abituata a serrare i denti stringerà forte il bite.
E la persona abituata a bruxare continuerà a far strusciare i denti sul bite.
Si otterrà protezione per i denti e per le articolazioni ma non la soluzione al problema.
Invece, gli esercizi che si possono fare per attenuare questi sovraccarichi hanno lo scopo di rendere cosciente l’attività per creare un condizionamento che inibisca l’automatismo che le sostiene, e rilassare la muscolatura”, dice Cicero.
Infatti, uno degli approcci più moderni, basato proprio sulla correlazione tra ansia e bruxismo, consiglia di dedicarsi a tecniche di rilassamento come la meditazione.
Nasce così lo “Yoga della bocca” per scaricare lo stress e combattere eventuali primi sintomi di bruxismo.
Lo Yoga della bocca
Lo Yoga della bocca permette di rilassare i muscoli e rende più consapevoli dei movimenti dentali involontari.
Infatti, consiste nel rilassare i muscoli coinvolti nella masticazione e aiuta ad avere consapevolezza delle proprie attività dentali.
“Gli esercizi che si possono fare per attenuare i sovraccarichi della dentatura hanno lo scopo di inibire l’automatismo che induce al digrignamento e di rilassare la muscolatura.
Per prima cosa, è necessario creare un “segnale” che nei momenti in cui siamo concentrati nelle nostre attività quotidiane ci porti consciamente a controllare cosa stiamo facendo con la bocca.
Un semplice promemoria vicino al computer per ricordarci di non tenere i denti a contatto potrebbe essere un punto di partenza.
Gli esercizi di Yoga della Bocca possono aiutare ad affievolire i problemi legati a patologie come il Bruxismo.
Questi infatti possono essere un ottimo metodo per allenarci a evitare il digrignamento dei denti o il sorgere di altri disturbi dentali”, dice Cicero.
Yoga della bocca: gli esercizi
Gli esercizi che si possono fare sono:
- Tenere dolcemente tra i denti una guarnizione di silicone, come una piccola caramella che non si consuma e che dobbiamo cercare di non mordere. Questo sarà molto utile, in quanto se stiamo stringendo i denti ci ricorda di non farlo.
- Rilassare la muscolatura. Posizionare la lingua sul palato e mantenere le labbra socchiuse e i denti separati per una distanza di un centimetro. Successivamente fare piccoli movimenti di apertura chiusura della bocca per 20 volte.
- Posizionare la lingua tra i denti dolcemente, riempiendo tutto lo spazio tra le 2 arcate (anche la zona dei molari), mordicchiare dolcemente la lingua senza farsi del male: 10 morsetti, 15 secondi di riposo.