La vitamina E aumenta il rischio di tumore alla prostata?

La vitamina E aumenta il rischio di tumore alla prostata?

La vitamina E è utilizzata negli integratori antiossidanti. In determinate condizioni può provocare un effetto opposto e favorire quindi meccanismi cancerogeni? Lo si afferma in un nuovo studio, guidato da ricercatori dell’Università di Bologna.

La vitamina E come antiossidante: effetto contrario?

In determinate condizioni, l’effetto antiossidante della vitamina E potrebbe quindi capovolgersi. Il paradosso era fino a oggi senza spiegazione. La vitamina E favorisce meccanismi cancerogeni, che portano al tumore alla prostata? Con una serie di esperimenti, sia in vitro, sia in vivo (compiuti su ratti), i ricercatori hanno mostrato come la vitamina E sia in grado di indurre enzimi che facilitano la formazione di sostanze cancerogene e portano all’aumento dei radicali liberi, danneggiando così il Dna cellulare. I risultati sono stati pubblicati da Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

Vitamina E: prestare attenzione

Che cosa suggeriscono gli esperti? Di prestare attenzione all’utilizzo eccessivo di integratori con funzione antiossidante. Vitamina E: aumenta il rischio di tumore alla prostata?
Queste le parole di Moreno Paolini, professore dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio: “Siamo esposti tutti i giorni a campagne pubblicitarie che promuovono svariati prodotti di origine naturale come vere e proprie pillole magiche, prive di rischi per la salute. Purtroppo abbiamo però riscontrato che l’uso eccessivo di queste molecole può portare ad effetti dannosi: gli integratori possono essere fondamentali in particolari condizioni, ma è sempre bene consultare il proprio medico curante o uno specialista prima di iniziare ad assumerli”.

Vitamina E: un’ipotesi da verificare

Abbiamo il dovere di essere cauti in argomento. Il consiglio di rivolgersi a un medico è comunque sempre apprezzabile.
Nel mondo occidentale, il cancro alla prostata è la più comune forma di tumore. Parliamo della seconda causa di morte tra le malattie oncologiche per i maschi adulti. Ecco perché negli ultimi decenni c’è stata una grande attenzione sulla prevenzione, con un focus sulla ricerca di sostanze antitumorali. Secondo alcuni studi epidemiologici e preclinici, in particolare, l’integrazione nella dieta di selenio e vitamina E sarebbe stata in grado di proteggere contro alcuni fattori noti per favorire il tumore alla prostata. In un vasto studio clinico, chiamato Select e avviato nel 2001, il fine era verificare e comprendere meglio gli effetti benefici di queste sostanze. Sono stati rivelati invece risultati inattesi e clamorosi: non soltanto il potere antitumorale della vitamina E non è stato confermato, ma è stato osservato un aumento significativo dei casi di cancro alla prostata tra chi assumeva gli integratori.
Donatella Canistro, ricercatrice tra i principali autori dello studio, ha dichiarato: “A partire da questi risultati abbiamo ipotizzato che la vitamina E, in determinate condizioni e in alcuni tessuti, non agisse più come antiossidante ma al contrario favorisse pericolosi processi ossidativi”. L’ipotesi è stata avvalorata da verifiche in laboratorio. La ricercatrice ha aggiunto: “Il nostro studio ha evidenziato come la vitamina E favorisca sia l’azione di una superfamiglia di enzimi, nota come CYP450, responsabile della trasformazione di sostanze pre-cancerogene in cancerogene finali, sia l’aumento dei livelli di radicali liberi nelle cellule della prostata”. Gli effetti potrebbero dunque facilitare il danneggiamento del Dna cellulare. Sulla base di questa ricerca, la vitamina E si comporterebbe in questo caso come una sostanza che favorisce l’insorgenza del tumore.

La vitamina E, il fumo di sigaretta e il gas di scarico

I ricercatori hanno confermato l’attività cancerogena della vitamina E anche realizzando studi di trasformazione cellulare basati sul benzo(a)pirene. Si tratta di un idrocarburo, che si trova per esempio nel fumo di sigaretta e nei gas di scarico dei motori diesel: è una delle prime sostanze delle quali è stata confermata la cancerogenicità.
Fabio Vivarelli, ricercatore tra i principali autori dello studio, e Silvia Cirillo, dottoranda di ricerca, si sono espressi in questo modo: “Dai nostri esperimenti è emerso che la vitamina E aumenta l’attività cancerogena del benzo(a)pirene. Le cellule esposte alla vitamina E, infatti, una volta entrate in contatto con il benzo(a)pirene sono più portate ad acquisire le caratteristiche morfologiche e replicative tipiche delle cellule tumorali”.

La vitamina E: un’arma efficace?

Vitamina E: aumenta il rischio di tumore alla prostata?L’utilizzo di integratori antiossidanti a base di vitamina E è un’arma efficace contro il tumore alla prostata? Qui si afferma che in alcune condizioni potrebbe rivelarsi addirittura pericoloso. Appare chiaro che sono necessari ulteriori elementi all’uomo comune per formarsi un’opinione in argomento, posto che parliamo di tematiche molto tecniche.
Moreno Paolini ha aggiunto: “I risultati del nostro studio pongono l’attenzione sul tema dell’uso di integratori a base di antiossidanti nella prevenzione primaria. Da un lato possiamo affermare che il consumo di alcuni alimenti nell’ambito di uno stile di vita sano può contrastare l’insorgenza di alcune forme tumorali, ma dall’altro non siamo in grado di identificare specifiche vitamine, minerali o oligoelementi che possano essere promossi come agenti chemiopreventivi su larga scala”.

Vitamina E: i ricercatori

Il titolo dello studio è “Co-carcinogenic effects of vitamin E in prostate”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Fabio Vivarelli, Donatella Canistro, Silvia Cirillo e Moreno Paolini del dipartimento di Farmacia e Biotecnologie; Alessio Papi ed Enzo Spisni del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali; Paola Franchi e Marco Lucarini del dipartimento di Chimica “G. Ciamician”; Antonello Lorenzini e Silvia Marchionni del Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie.
I ricercatori dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia agraria del Cnr di Pisa, dell’Istituto Ramazzini di Bologna, dell’Università di Firenze e di Arpae Emilia-Romagna hanno collaborato.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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