Il tumore della prostata colpisce sempre più uomini in Italia.
Sebbene stia diminuendo il tasso di mortalità, grazie a nuove cure e terapie, nuovi problemi sorgono all’orizzonte.
Si tratta delle complicanze funzionali del post intervento. Parliamo di incontinenza urinaria e deficit erettile. Questi problemi, infatti, possono peggiorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti, i quali molte volte non sono seguiti correttamente dagli specialisti.
Tumore della prostata: la più frequente forma di cancro maschile
In Italia, come in molti altri Paesi occidentali, il tumore della prostata è la più frequente forma di cancro maschile. Sono 40.500 gli uomini a cui viene diagnosticato un tumore della prostata in un anno nel nostro Paese, secondo i dati Aiom del 2022. Un numero in forte crescita considerando che se ne contavano 34.800 nel 2017. Le stime indicano che molti dei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico radicale (prostatectomia) per l’asportazione del tumore sviluppano problemi funzionali di disfunzione erettile. Questa condizione è spesso resistente alle terapie farmacologiche. Inoltre, un altro disturbo è rappresentato dall’incontinenza urinaria, che può avere impatti devastanti in termini personali e sociali.
Nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo e, rispetto al 2015, nel 2020 è stata stimata una riduzione dei tassi di mortalità del -15,6%.
Lo dimostrano anche i dati relativi al numero di persone ancora vive dopo cinque anni dalla diagnosi, che in media ricoprono il 92%. Una percentuale tra le più alte in caso di tumore, soprattutto se si tiene conto dell’avanzata età media dei pazienti.
In cosa consiste il tumore della prostata?
Il tumore della prostata ha origine dalle cellule presenti all’interno di una ghiandola (la prostata), che cominciano a crescere in maniera incontrollata. La prostata è presente solo negli uomini, ed è posizionata di fronte al retto. Produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. In condizioni normali ha le dimensioni di una noce, ma con il passare degli anni o a causa di alcune patologie può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario.
Questa ghiandola è molto sensibile all’azione degli ormoni, in particolare di quelli maschili, come il testosterone, che ne influenzano la crescita.
Persone a rischio e principali sintomi
L’età è uno dei principali fattori di rischio per il tumore della prostata: le possibilità di ammalarsi sono scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni.
Parlando di tumore della prostata un altro fattore non trascurabile è senza dubbio la familiarità. Infatti, il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello ecc.) con la malattia, rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
Ma non è tutto. Non meno importanti sono i fattori di rischio legati allo stile di vita. Una dieta ricca di grassi saturi, l’obesità, e la mancanza di esercizio fisico sono solo alcune delle caratteristiche e delle abitudini poco salubri, sempre più diffuse nel mondo occidentale, che possono favorire l’insorgenza e la crescita del tumore della prostata.
Per quanto riguarda i sintomi, nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito alla visita urologica, che comporta in genere esplorazione rettale e controllo del PSA (antigene prostatico specifico) con un prelievo del sangue.
Quando la massa tumorale cresce, iniziano a comparire i primi sintomi urinari: difficoltà a urinare (in particolare a iniziare) o bisogno di urinare spesso, dolore quando si urina, sangue nelle urine o nello sperma, e sensazione di non riuscire a urinare in modo completo.
Consigli utili per la prevenzione
Se si parla di tumore della prostata non esiste una forma di prevenzione ad hoc. Tuttavia, esistono alcuni accorgimenti e regole comportamentali che si possono applicare nel quotidiano. Aumentare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e ridurre quello di carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta e di cibi ricchi di grassi saturi, sono le principali indicazioni alimentari.
Inoltre, è buona regola mantenere il peso nella norma e tenersi in forma facendo attività fisica: è sufficiente mezz’ora al giorno, anche solo di camminata a passo sostenuto.
Ma non è tutto. Nel caso in cui si riscontrasse la presenza di alcuni sintomi, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico. E, inoltre, rimane importante sottoporsi ogni anno a una visita urologica, soprattutto se si ha familiarità per la malattia.
Tumore della prostata: incontinenza urinaria e deficit erettile nel post intervento
La Fondazione Onda ha presentato recentemente un’indagine riguardante la frequenza e l’impatto delle complicanze funzionali della chirurgia prostatica sulla vita del paziente. Tra i principali problemi nel post operazione si sottolinea la presenza di incontinenza urinaria e deficit erettile.
Secondo i dati, l’ 81% degli uomini sottoposti a chirurgia prostatica ha sofferto di queste complicanze funzionali post operatorie. E, nel 57% dei casi, questi problemi perdurano oltre i normali tempi fisiologici di ripresa di 1 anno.
Nonostante questo, il 14% dei pazienti sottoposti a prostatectomia radicale non ha parlato con lo specialista di queste complicanze funzionali e una percentuale importante di chi ne ha parlato ha dovuto sollecitare questo dialogo. Alcuni specialisti si sono dimostrati poco predisposti ad affrontare per primi questo tema, e molti pazienti si sono ritrovati a chiedere informazioni al medico di famiglia, o direttamente a cercarle per conto proprio online.

L’urologo, secondo i dati del sondaggio, spesso pone l’attenzione soprattutto sul grado di severità delle complicanze, ma non sempre indaga l’impatto effettivo che provocano sulla qualità di vita del paziente. In particolare, i pazienti che soffrono di incontinenza urinaria riferiscono, rispetto a coloro che hanno disfunzione erettile, livelli di dolore o fastidio, ansia e depressione maggiori.
“Quello che in realtà vediamo nella nostra pratica clinica quotidiana, in termini di frequenza delle complicanze funzionali, sembra però essere anche peggiore rispetto ai dati della letteratura. Molti ospedali non possono prendersi in carico queste terapie riabilitative per vari motivi, in primis la mancanza di copertura finanziaria per tutti i dispositivi medici che si rendono necessari. Anche se con grande ritardo, è arrivato il momento di garantire all’uomo oncologico le stesse garanzie mediche che da tempo si garantiscono alla donna oncologica, almeno nei centri di riferimento regionali”, dichiara Carlo Bettocchi, Direttore USD di Andrologia e Chirurgia Ricostruttiva dei genitali Esterni Policlinico Riuniti di Foggia.
La figura dello psicologo e ‘l’oblio oncologico’
Ad oggi lo psicologo non è ritenuto una figura di riferimento nella gestione del paziente con carcinoma prostatico e delle complicanze post-chirurgiche: viene coinvolto raramente e solo nei casi in cui la malattia è in fase terminale.
“Proprio in questi giorni il governo sta valutando la possibilità di emanare una legge riguardante ‘l’oblio oncologico‘. Questa dovrebbe garantire alla persona che è stata affetta da una malattia oncologica, e considerata guarita, un futuro libero dallo stigma del tumore, permettendole di non dichiarare la sua pregressa malattia, per esempio, in occasione della stipula di un contratto di lavoro o della richiesta di un mutuo”, aggiunge Roberto Carone, primario della Neuro-Urologia e Unità Spinale, AOU Città Della Salute, Torino, e Presidente Emerito Fondazione Italiana Continenza.
Per concludere, è evidente che quando si affronta il tema di una malattia oncologica, a livello tecnico-scientifico, mediatico e di comunicazione, l’attenzione viene focalizzata sulla prevenzione, sulla diagnosi, sulla terapia e sul follow-up. Tuttavia, viene sempre, o quasi sempre, messo in secondo piano l’aspetto delle complicanze funzionali che conseguono alla terapia. Queste, infatti, incidono pesantemente sulla qualità di vita anche del paziente guarito dal punto di vista oncologico.
Copertina: foto di Matthias Zomer: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-in-possesso-di-una-palla-antistress-339620/
Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-maggiore-che-beve-bevanda-calda-mentre-era-seduto-al-tavolo-con-i-libri-3823490/