La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una condizione caratterizzata da un’iperproduzione di androgeni (ormoni maschili, in particolare testosterone e androstenedione) e da una funzionalità ovarica irregolare.
Le cause che sono all’origine della sindrome non sono ancora molto chiare ma sembrano essere coinvolti diversi fattori che intervengono nel periodo prenatale, nell’infanzia e nell’età adulta.
- Durante la gestazione ci sono diversi fattori che possono contribuire a predisporre lo sviluppo della PCOS in età adulta come, per esempio, l’ormone AMH che può limitare la crescita del feto, ormoni e segnali endocrini o l’eccesso di androgeni presenti nella madre.
- Dopo la nascita i fattori di rischio possono essere l’esposizione a interferenti endocrini, sostanze di vario genere, presenti in natura o immesse nell’ambiente in seguito alle attività umane, in grado di interagire con il sistema endocrino.
- Hanno un peso importante anche l’eccesso di androgeni, l’obesità e l’insulino resistenza. Naturalmente questi fattori ambientali possono amplificare gli effetti di una predisposizione genetica.
Sindrome dell’ovaio policistico: la diagnosi
La diagnosi si basa sull’individuazione di ormoni androgeni con percentuali superiori al 60% fino ad arrivare addirittura al 100%, disfunzione ovarica con scomparsa del ciclo mestruale, ciclo irregolare e infertilità e naturalmente attraverso screening di imaging che evidenziano la presenza di grandi e numerose cisti disorganizzate nell’ovaio.
La PCOS si manifesta prevalentemente con irsutismo più o meno grave all’altezza del mento, sopra le labbra, torace e pube ma anche sugli arti e sul tronco. Alopecia di vari gradi, iperseborrea ed acne.
Gli effetti di questa elevata produzione di ormoni maschili comportano un’eccesiva produzione di tessuto adiposo bianco non funzionale, condizione che favorisce l’insulino resistenza e l’infiammazione cronica di basso grado.
A livello del fegato l’iperandrogenismo contribuisce allo sviluppo della steatosi epatica, nel pancreas produce stress ossidativo nel muscolo scheletrico inibisce l’ingresso del glucosio nelle cellule contribuendo in maniera molto seria all’innalzamento dei valori glicemici.
La sindrome dell’ovaio policistico è legata, come già detto, ad altri fattori come l’obesità e l’alterata tolleranza al glucosio ma può contribuire anche allo sviluppo di malattie cardiovascolari, alla sindrome delle apnee notturne, al tumore dell’endometrio e stati d’ansia. Inoltre, riduce notevolmente la qualità della vita con particolare riferimento all’infertilità.
Sindrome dell’ovaio policistico: la terapia
Naturalmente la via è quella della terapia farmacologica concordata con il proprio medico specialista.
Si possono usare per il trattamento contracettivi orali per migliorare la regolarità del ciclo mestruale e la produzione di ormoni, la metformina per migliorare il metabolismo del glucosio, farmaci antiobesità e farmaci antiandrogeni.
Lo stile di vita però è altrettanto importante.
- È necessario adottare una dieta sana indipendentemente dal tipo (mediterranea, vegetariana, low-carb).
- Praticare attività fisica regolare per mantenere un peso sano, ottimizzare il profilo ormonale, lo stato di salute e la qualità della vita.
- È fondamentale ridurre l’obesità e l’insulino resistenza.
Regime alimentare sano indipendentemente dalla dieta
L’importante non è favorire un tipo di dieta o un’altra, è fondamentale piuttosto moderare le quantità che dovranno essere rapportate al proprio fabbisogno calorico.
I cibi da preferire e quelli da evitare
- Favorire un buon consumo di frutta e verdura fresca
- Moderare il consumo di cibi particolarmente ricchi di grassi saturi come alimenti di origine animale, le margarine vegetali e gli oli tropicali.
- Evitare cibi ricchi di zuccheri semplici come snack e merendine industriali.
- Evitare insaccati e carni processate troppo ricchi di sale e conservanti
- Evitare snack salati come quelli dei distributori automatici
- Evitare assunzioni eccessive di alcol
Info utili
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