Danza degli ormoni: adattare l’alimentazione con la dieta ciclica
Danza degli ormoni: facciamo insieme un viaggio nell’universo femminile. Oggi c’è la Ciclicity diet, la dieta ciclica. Bisogna capire bene come funzionano gli ormoni, se si è una donna e se l’intento è mantenersi in forma. Ma la forma fisica non è soltanto un obiettivo a breve termine: se si presta attenzione a essa per tutta la vita, è possibile raggiungere la longevità. Vale anche per le donne?
Durante il periodo premestruale, mestruale e in menopausa, i super cibi antiossidanti e un digiuno controllato aiutano le esponenti del gentil sesso a eliminare le infiammazioni, alla base delle disfunzioni metaboliche, in modo da mantenersi belle e in forma più a lungo.
La danza degli ormoni e la longevità
Seguire la danza degli ormoni si possono ottenere obiettivi apprezzabili. Ennio Avolio e Claudio Pecorella sono gli ideatori del metodo Cyclicity diet. Si tratta di una strategia alimentare che asseconda le variazioni ormonali del ciclo ovarico, associa i cibi che non incidono sul peso, ma mirano al benessere generale della donna, poiché quel che si vuol raggiungere non è proprio, o non soltanto, una linea invidiabile: è la longevità.
“Vari protocolli nutrizionali, alcuni basati su argomentazioni e dati scientifici, altri un po’ meno, si sono susseguiti nel corso degli anni, avendo come messaggio quello di allungare l’aspettativa di vita delle persone. La tanto ricercata ‘longevità’ nasconde al suo interno una serie di significati etico scientifici di grande importanza. Esiste un parametro ematochimico o genetico per misurare la longevità? Al momento nessun parametro sembra essere correlato a una maggiore o minore aspettativa di vita. Esistono esclusivamente studi molto recenti che correlano la predisposizione genetica all’alimentazione in termini di miglioramento della funzionalità cardiaca, epatica e quindi di aumento dell’aspettativa di vita, in soggetti con una variante genetica che induce miglioramento nella funzionalità dei vasi”.
Chi si è occupato dell’argomento? “In particolare uno studio condotto dall’Irccs di Milano riporta che una proteina chiamata BPIFB4, presente nei centenari, sarebbe implicata nel miglioramento della funzionalità cardiaca e conseguentemente tutto ciò sarebbe correlato a un incremento dell’aspettativa di vita. Forse l’unico evento che riconduce alla longevità o al contrario a una riduzione degli anni di vita è l’infiammazione. L’infiammazione è stata ribattezzata come killer silente perché un aumento dei fattori pro-infiammatori si riscontra in una moltitudine di patologie metaboliche”.
Una struggente cerimonia del the con Yasushi Inoue
Scrittore giapponese quasi sconosciuto in Italia, se non fra gli intenditori della letteratura del lontano Oriente,…E’ possibile essere più longevi mangiando meglio?
Una struggente cerimonia del the con Yasushi Inoue
Non è una buona idea vivere per cent’anni, quando gli acciacchi monopolizzano la nostra esistenza. “I piani nutrizionali più concreti edaffidabili sono quelli che permettono una riduzione dei fattori infiammatori ed un mantenimento della massa magra, parametro importante per aumentare l’aspettativa di vita. La longevità, però, non deve essere vista soltanto come aumento degli anni di vita ma, soprattutto, come uno stato di benessere prolungato. Vivere fino a 100 anni ma con una serie di disturbi o di patologie non è certamente l’obiettivo al quale tutti aspiriamo.”
Protocolli di nutrizione e popolazione femminile
Che cosa dicono i protocolli di nutrizione? Sono sempre scritti in rosa, con in occhio di riguardo cioè alla popolazione femminile?
“I protocolli di nutrizione vengono generalmente ideati sulla popolazione maschile, questo perché è più semplice valutare le modifiche di parametri corporei ed ematici senza l’interazione degli ormoni femminili. Lo studio effettuato sulla Cyclicity diet, di cui tratta questo libro, supera proprio questo stereotipo e mette la donna al centro di studi sulla composizione corporea e l’assunzione di cibo, in riferimento alle variazioni ormonali che avvengono durante il ciclo ovarico”.
Uno studio serio, ben organizzato: infatti “Diversi progetti e protocolli, insieme allo studio della letteratura scientifica attuale, hanno permesso di produrre dei piani nutrizionali specifici nei diversi momenti del ciclo ovarico della donna e nelle diverse epoche della vita, dalla maturità sessuale, alla transizione fino alla menopausa. Questa strategia alimentare permetterà alla donna di mantenersi giovane più a lungo e soprattutto ridurrà quelli che sono i fattori pro-infiammatori che, come detto, sono alla base del manifestarsi di diverse patologie”.
Danza degli ormoni: il protocollo della Ciclicity diet
Il protocollo della Ciclicity diet è stato sperimentato su un gruppo di pazienti presso la sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica, facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata (professor Antonino De Lorenzo).
E’ in corso la sperimentazione clinica che valuta l’efficacia di Cyclicity diet nella gestione dell’ovaio policistico, endometriosi e patologie cardiovascolari, presso la sezione citata, il laboratorio di Fisiologia e patologie metaboliche della University of California di San Diego (professor Sushil Kumar Mahata) e il dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, Università della Calabria (professor Marcello Canonaco). I due biologi autori della dieta e del libro dedicato collaborano con gli scienziati.
Ciclicity diet, in effetti, è anche un testo edito quest’anno da Falco editore, con prezzo pari a 20 euro, che espone i dettagli della dieta ciclica, che aiuta la donna a vivere meglio e più a lungo. I due autori sono due uomini, che si interessano di problematiche femminili. Leggiamo qualche dettaglio in più.
Danza degli ormoni: che cos’è la Ciclicity diet
Si tratta della prima dieta che permetta alla donna di rappacificarsi con cibo. Non esistono alimenti da demonizzare, ma cibi con effetti diversi: alcuni macronutrienti in un determinato istante possono incidere maggiormente sul bilancio energetico e quindi sul peso, per via delle condizioni fisiologiche legate alla danza degli ormoni, cui ogni donna è sottoposta dall’età fertile alla menopausa.
C’è un legame a doppio filo, che unisce ormoni, cervello e alimentazione della donna. Il meccanismo biologico degli ormoni coinvolti nel ciclo ovarico (estrogeni, progesterone e androgeni) è correlato a diverse funzioni del cervello (asse ipotalamo-ipofisi-ovaio) e influenza il comportamento alimentare femminile: di conseguenza, l’equilibrio nel peso.
Estrogeni e progesterone dominano il quadro, così delineato. Gli estrogeni riducono l’appetito e l’intake (fabbisogno) energetico, mentre il progesterone ha un effetto appetito-stimolante. E’ possibile, se si è una donna, mantenersi in forma, migliorando aspettativa di vita e invecchiamento, anche assumendo un’alimentazione più ricca di grassi, come il cioccolato fondente — se si è nella fase premestruale, che porta con sé più alti livelli di progesterone e più voglia di cibi grassi e dolci — ma riducendo i carboidrati raffinati e preferendo i cibi proteici per appagare la sensazione di fame, se si è in quella follicolare – con livelli di estrogeni più elevati, in cui dovremo optare per cibi dall’effetto più diuretico, per contrastare la ritenzione idrica, per fare un esempio.
La danza degli ormoni: diamo la parola agli esperti
Ennio Avolio, biologo nutrizionista, dottore di ricerca in Biologia animale e specialista in Patologia clinica presso l’Università della Calabria, si è espresso in questo modo: “Grazie a mirati interventi su dieta, esercizio fisico e fattori modificabili dello stile di vita, assecondando gli sbalzi ormonali, la paziente potenzierà al contempo la massa magra e ridurrà quella grassa, contrastando gli effetti infiammatori correlati all’obesità, in un’ottica di longevità. Questo è l’approccio forse più innovativo della nostra prescrizione dietetica”.
Claudio Pecorella, biologo nutrizionista e co-autore del libro, ha aggiunto: “Cyclicity Diet non è una lotta ai chili di troppo, perché paradossalmente avere una parte di tessuto adiposo nella donna è fisiologicamente sano, per questo vuole essere un metodo per acquisire un’alimentazione più corretta, per mantenersi in forma più a lungo, associando a ogni fase ovarica la più appropriata attività fisica”.
Danza degli ormoni: perché Cyclicity diet
Durante le prime due settimane, cioè dal primo giorno della mestruazione al 14-17° giorno, si svolge periodo di ovulazione: grazie agli estrogeni, il metabolismo è più attivo e anche l’equilibrio glicemico è migliore, infatti le donne si sentono più energiche, più scattanti, più toniche.
E’ per questo che è consigliabile per loro iniziare la dieta il primo giorno di mestruazioni, per aumentare l’aderenza al piano dietetico e garantirne il successo. Durante le due settimane successive all’ovulazione, cioè dal 18° al 28° giorno (se il ciclo è regolare), si comincia a percepire una sorta di “frenata”, aumento del gonfiore e ritenzione idrica, oltre che voglia di dolci: colpa del calo di serotonina che provoca anche un calo dell’umore. È proprio in questa fase che il metabolismo e la gestione degli zuccheri da parte dell’insulina cambia e dovrebbe quindi cambiare l’alimentazione.
Vademecum dei super cibi anti-età.
Seguiamo insieme la danza degli ormoni. Nelle diverse fasi del ciclo, nelle fasi di transizione alla menopausa e durante la menopausa, si consiglia di fare spazio ai cibi, ricchi di proprietà antiossidanti, come cioccolato fondente, olio extra vergine d’oliva, frutta secca, avocado, frutti di bosco, curcuma, perché contrastano l’infiammazione “silente” legata alle disfunzioni metaboliche e cardiovascolari. Si tratta di fonti di vitamine e minerali. Si consiglia di assumere cibi ricchi di Omega 3 come pesce azzurro e olio di canapa, perché aiutano a prevenire malattie cardiovascolari, ischemie, tumori, in particolare al seno e al colon, patologie neurodegenerative in donne di tutte le età, ma soprattutto permettono, in menopausa, di ridurre le vampate di calore. I carboidrati a basso indice glicemico (frutta e verdura) devono essere assunti in abbondanza, con i cibi ricchi di proteine altamente digeribili, come il pane di segale o integrale, la quinoa, i semi di zucca o di girasole.
Via libera anche ai cibi ricchi di ferro, che devono essere associati a quelli ricchi di vitamina C, che ne facilitano l’assorbimento, per compensare le perdite ematiche della fase mestruale, ma anche a quelli ricchi di calcio, limitando l’apporto di sodio, che ne ostacola l’assorbimento. Si consiglia alle donne di concedersi rucola a volontà, agretti, verdure a foglia verde (cicoria catalogna, cime di rapa, rucola e lattuga), broccoli, sedano da costa, finocchio, cavoli e porri.
Infine, serve attenzione a garantire il giusto apporto di vitamina D, contenuta in buone quantità nei legumi secchi, carciofi, cardi, indivia e spinaci. Questa vitamina, infatti, nell’età senile diminuisce: in tal caso deve essere integrata secondo le linee guida per la protezione della salute delle ossa, soprattutto in menopausa, quando si notano i benefici di fitoestrogeni, fibre solubili e altri componenti.
Sono consigliabili digiuni intermittenti di 16 ore (nella fase follicolare tardiva con assenza di colazione), perché l’azione antinfiammatoria è il fine ultimo di questa dieta. Il digiuno permette la formazione dei corpi chetonici che sono utilizzati come fonte energetica per il cervello. Il digiuno controllato nella donna ha l’effetto di favorire l’innalzamento dell’umore e combattere lo stress ossidativo e i livelli d’infiammazione, insieme al mantenimento del peso e al rafforzamento del sistema immunitario. Una restrizione calorica controllata permette al corpo della donna di controllare l’infiammazione, perché l’infiammazione cronica diventerebbe nel corso del tempo dannosa per il nostro organismo.
Menopausa. La perdita di estrogeni dopo la menopausa, indipendentemente dall’invecchiamento, aumenta la sintesi del tessuto adiposo totale e ne modifica la distribuzione, portando la donna ad aumentare di peso anche mangiando quantità di cibo esigue. Il cambiamento nella concentrazione di questi ormoni ovarici nella menopausa tende ad alterare anche quello che è il bilancio energetico ed è per questo motivo che le donne in post-menopausa tendono ad aumentare velocemente il peso se non sottoposte a regimi alimentari controllati.