Malnutrizione: argomento prioritario in Italia, ancora oggi (tra i pazienti)
Benessere

Malnutrizione: argomento prioritario in Italia, ancora oggi (tra i pazienti)

02/03/2018
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Malnutrizione: ancora oggi, un rischio all’ordine del giorno, più vicino di quanto si pensi.

Secondo i dati della Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo, si stima che in Italia il 15% della totalità dei pazienti sia a rischio di malnutrizione. Mariangela Rondanelli, professore associato in Scienze e tecniche dietetiche applicate, Università degli Studi Pavia, dopo aver esaminato i dati specifici, relativi ai pazienti maggiormente a rischio, ha affermato che “In ospedale e nelle Residenze sanitarie assistenziali un paziente su 3 è malnutrito o a rischio di malnutrizione e, ancora più grave, un paziente oncologico su 5 muore di malnutrizione”.

Malnutrizione: rischio per i pazienti oncologici

Malnutrizione: argomento prioritario in Italia, ancora oggiSecondo Maurizio Muscaritoli, professore associato di Medicina interna, facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma, “Se poi consideriamo che in Italia abbiamo 3 milioni di pazienti oncologici, si può dedurre che questo deficit nutrizionale colpisca almeno mezzo milione di persone. Lo studio PreMiO (Prevalence of malnutrition in patients at first medical oncology visit) ha recentemente dimostrato l’innalzamento di questo dato. Ovvero che in media circa il 50% dei pazienti in prima visita medica oncologica è a rischio di malnutrizione o malnutrito”.

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Malnutrizione: una ricerca

Si tratta di un quadro epidemiologico dal quale è partita la ricerca del Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale della Sda Bocconi), presentata il 26 febbraio. Si tratta di uno studio focalizzato in particolare sui Supplementi nutrizionali orali (Ons).

Ons, che cosa sono?

Parliamo di prodotti destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione calorico-proteica. Si utilizzano per via orale, o come unica fonte di nutrizione o ad integrazione della normale alimentazione, quando questa non risulta sufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali.

E’ stato tracciato un quadro complessivo sulle evidenze di impatto degli Ons, sulla relativa dimensione di mercato e sulle politiche sanitarie attuate a livello regionale e locale.

Supplementi nutrizionali orali: potrebbero diventare rimborsabili?

I dati sono tendenzialmente positivi, poiché gli Ons consentono una riduzione del rischio di ospedalizzazioni per i pazienti, i problemi di nutrizione dei quali sono affrontati in maniera appropriata. Posto che gli Ons hanno potenziali effetti economici positivi, il mercato relativo non presenta valori particolarmente rilevanti. Parliamo di un mercato complessivo che nel 2015 è stato di circa 49,5 milioni di euro. Il 68% di questo ammontare deriva dalle vendite in farmacia, in larga parte una spesa sostenuta dal paziente. Il 32% è rappresentato dagli acquisti da parte delle aziende sanitarie, per uso ospedaliero o per uso domiciliare, coperto interamente dal Ssn. Non è noto quanto questo mercato rispecchi il fabbisogno potenziale. Se così fosse, tuttavia, l’inclusione di tali prodotti nelle liste di rimborsabilità Lea sarebbe un investimento sostenibile per il Sistema sanitario nazionale, stimato attualmente in 34 milioni a prezzi industriali, se consideriamo il mercato che transita dalle farmacie.

Supplementi nutrizionali orali, che fare in Regioni e aziende sanitarie?

Secondo la ricerca Cergas Sda Bocconi, inoltre, malnutrizione e supplementi nutruzionali orali non sembrano considerati a sufficienza da regioni ed aziende sanitarie. Esistono differenze abbastanza significative su diversi aspetti: dall’assegnazione di priorità a categorie di pazienti ai quali vengono forniti i prodotti gratuitamente, alla presenza di centri e specialisti di riferimento per la gestione della nutrizione artificiale e la prescrizione di Ons, alle strategie di acquisto.

Così si è espresso Claudio Jommi, coordinatore della ricerca: “Quello che è certo è l’attenzione ancora limitata alla gestione del processo assistenziale di un paziente malnutrito, dimostrata, tra gli altri aspetti, dalla rarità di Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) su malnutrizione o patologie correlate, in cui esplicitamente si faccia riferimento, come rilevante parte del percorso, alla diagnosi e trattamento dei pazienti malnutriti”.

Report Cergas Bocconi: che fare a livello tecnico e politico?

Ecco alcune possibili raccomandazioni, proposte nel report Cergas-Bocconi a livello tecnico e politico, per un impiego appropriato degli Ons. Bisogna rafforzare le evidenze di impatto della nutrizione artificiale orale; qualora non fosse possibile una copertura totale da parte del Ssn, bisogna definire a livello nazionale criteri di accesso prioritario per categorie di pazienti; è necessario rafforzare, in un’ottica di rete, la gestione integrata del paziente con malnutrizione, inclusa la prescrizione di Ons e affidare un ruolo centrale a medici specialisti in scienza dell’alimentazione e nutrizione clinica, operanti preferibilmente in centri di riferimento ed in team multi-professionali.

Malnutrizione: punti di riferimento regionali

Claudio Jommi si è pronunciato in merito ai benchmark regionali: “Certamente possiamo pensare alla Regione Piemonte che rappresenta un esempio per determinazione e coerenza interna delle proprie politiche, ma resta ad ogni regione il compito di disegnare la rete nel modo più coerente con l’assetto del proprio sistema sanitario”.

Malnutrizione: sensibilizzare i clinici

E’ necessario che tutti i clinici interessati siano sensibilizzati sull’importanza di ricondurre i pazienti ai centri specialistici di riferimento, estendendo la prescrizione di Ons ad altri clinici, se il “referral” ai centri è troppo complesso.

E’ stata sottolineata l’importanza di definire ed implementare percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali sulla malnutrizione, nonché richiamare la gestione della malnutrizione nei Pdta di altre patologie.

Queste le parole di Francesca Traclò, responsabile area ricerca della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia, (Favo): “L’applicazione di tali raccomandazioni garantirebbe al paziente, in particolare a quelli più fragili come quelli oncologici, di essere anzitutto diagnosticati per malnutrizione e di essere presi in carico da specialisti della nutrizione che sappiano come equilibrare il fabbisogno nutrizionale in base alla condizione del paziente e alla terapia o trattamento farmacologico in corso. Favo chiede inoltre che si dia quanto prima applicazione all’accordo Stato Regioni sulle Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici, approvato a dicembre 2017”.

Così conclude Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici: “Infine, prevedere che l’aspetto nutrizionale, dalla presa in carico da parte di personale formato, al tempestivo accesso alla diagnosi e ai trattamenti più appropriati, sia presente nei molteplici Pdta, rappresenta una prima e importante risposta che deve essere garantita da parte delle Regioni, al fine di garantire a tutte le persone, in qualunque territorio risiedano, le stesse opportunità di cura e lo stesso livello di garanzia del Diritto alla salute“.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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