Cancro: modificare le cellule malate per aggredirlo meglio
Cancro: bisogna modificare le cellule malate per combatterlo al meglio, affinché la neoplasia sia riconoscibile da parte del sistema immunitario. Soltanto così, l’organismo potrà difendersi da solo.
Lo afferma il professor Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-oncologia e dell’Unità operativa complessa di Immunoterapia oncologica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena: “Uniamo in una sola realtà ricerca e pratica clinica” contro il cancro. Clinici e pre-clinici devono essere connessi in un’unica realtà operativa, al fine di dar vita a nuove strategie.
L’immunoterapia è la nuova frontiera per la cura dei tumori.
Realizzare l’identikit del tumore
Aggiunge Maio: “Il 50% dei pazienti risponde all’immunoterapia. Vogliamo capire perché nell’altra metà questo approccio non risulti efficace ed aumentare quindi la percentuale di pazienti che rispondono alla terapia immunologica. Una delle vie più promettenti su cui il Cio è fortemente impegnato, oltre all’utilizzo di nuovi farmaci immunoterapici che stanno iniziando il loro sviluppo clinico nell’uomo, è rappresentata dall’epigenetica, con un progetto che nasce dai laboratori di ricerca del Cio e finanziato in parte dalla Associazione italiana per la ricerca sul cancro. La rivoluzione genomica ha permesso di realizzare l’identikit del tumore. Oggi i farmaci epigenetici ci consentono di indurre cambiamenti immunologici non solo della neoplasia ma anche del microambiente in cui il tumore vive. Infatti il microambiente tumorale si sta dimostrando fondamentale per l’efficacia dell’immunoterapia in quanto costituito da cellule in grado di rendere il tumore ‘irraggiungibile’ dal sistema immunitario, stimolato dal trattamento con farmaci immunoterapici. L’obiettivo della combinazione delle terapie epigenetiche e immunoterapiche è proprio quello di aumentare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali che sono state modificate dal trattamento con farmaci epigenetici per combattere meglio e in maniera più specifica la malattia. È importante da un lato comprendere cosa succede a livello del tumore, con le modificazioni indotte con l’epigenetica, dall’altro studiare la risposta del sistema immunitario che può ‘vedere’ meglio la malattia. Se riusciremo a facilitare questa interazione, ci troveremo sulla strada giusta per ottenere risultati importantissimi, anche in pazienti che oggi non rispondono all’immunoterapia. Proprio l’epigenetica è alla base dello studio Nibit-M4, unico al mondo, condotto dal Cio e sostenuto anche dalla Fondazione Nibit, una onlus generata nel 2012 dal Nibit e finalizzata allo sviluppo di studi no-profit mirati a portare in clinica nuove modalità terapeutiche che ha in corso altre importanti sperimentazioni cliniche di immunoterapia nel mesotelioma e nelle metastasi cerebrali. L’arruolamento dei pazienti terminerà nella primavera del 2018 e questa ricerca è disegnata per valutare per la prima volta la combinazione di un farmaco immuno-oncologico, ipilimumab, e di una molecola epigenetica, la guadecitabina, che agisce sul Dna delle cellule malate provocando modificazioni chimiche, nel trattamento del melanoma metastatico. Il farmaco epigenetico ‘smaschera’ alcune caratteristiche immunologiche delle cellule tumorali che diventano riconoscibili da parte del sistema immunitario. L’idea alla base di questo studio è che, usando questa sequenza di farmaci, si possa ottenere un miglior controllo della malattia. I pazienti coinvolti saranno sottoposti a una serie di biopsie per analizzare nel dettaglio i cambiamenti del tumore”.
Quando i medici manifestano
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Quando i medici manifestano
Il Cio (Centro di immuno-oncologia) è destinato a occupare una superficie complessiva di circa 1.250 metri quadri. Soltanto quest’anno, sono previsti circa 3.000 nuovi pazienti. Tra quelli in terapia, il 75% sarà inserito in studi clinici, mentre negli stati uniti la percentuale di malati oncologici inclusi nelle sperimentazioni è di meno del 5%. Le sperimentazioni mettono a punto nuove soluzioni contro il cancro.
A oggi, sono quaranta le sperimentazioni di immunoterapia attive presso il Cio, relativamente a tumori di tipo diverso (studi di Fase I alle Fasi III).
Contro il cancro: le quattro anime del Cio
Sono quattro le anime fondamentali del Cio: un reparto clinico di Immunoterapia oncologica, un laboratorio traslazionale ottimizzato per svolgere tutte le attività indispensabili a supporto dei programmi di sperimentazione clinica, laboratori destinati alla ricerca di base (pre-clinica) e una sezione dedicata alle sperimentazioni di fase I/II.
Così si è espresso Michele Maio: “Queste quattro realtà devono essere in costante comunicazione fra loro. Il Cio nasce dalla volontà di rendere sempre più competitivo a livello internazionale il programma di immunoterapia del cancro voluto e sostenuto dalla Regione Toscana a Siena già a partire dal 2004, quando fu istituito il reparto di Immunoterapia Oncologica, il primo in Italia interamente dedicato al trattamento immunologico dei tumori. In quel momento questo nuovo approccio era una vera scommessa, oggi è una realtà consolidata e rappresenta il trattamento standard nel melanoma e nei tumori del polmone e del rene in fase avanzata. Gli studi hanno dimostrato come l’immunoterapia sia in grado di migliorare non solo la sopravvivenza a lungo termine, ma anche la qualità di vita dei pazienti. La forte attrattività del Cio, legata all’alto livello delle cure raggiunto in 13 anni di attività, è dimostrata anche dal fatto che il 70% dei nostri pazienti viene da altre regioni del nostro Paese e dall’estero”. Sono quaranta coloro che lavorano al Cio: parliamo di sette medici oncologi, un team di infermieri e infermieri di ricerca, psico-oncologi e nutrizionisti, senior scientist, post-dottorandi, dottorandi di ricerca, tecnici di laboratorio e borsisti. Lo study coordinator, i data manager e il personale amministrativo completano il gruppo.
Contro il cancro: Cio e i network scientifici
Esiste una collaborazione attiva tra il Cio e le principali Istituzioni e network scientifici internazionali che si interessano di ricerca clinica e pre-clinica nell’ambito dell’immunoterapia. Interessante la partnership con il Parker institute for cancer immunotherapy di San Francisco (Usa).
Contro il cancro: il Cio e il progetto Tesla
Il progetto Tesla è mirato a sviluppare vaccini personalizzati per la cura del cancro: il Cio è l’unico centro europeo coinvolto attivamente. A livello nazionale, molte sono le connessioni scientifiche: progetti coinvolgono il Cio ed importanti Istituzioni e centri di ricerca pubblici e privati. Forte è l’interazione operativa esiste anche a livello nazionale ed internazionale, con aziende farmaceutiche che, sempre più numerose, sostengono programmi di ricerca clinica in tale ambito.
Cio e rete oncologica toscana
Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana, si è espressa in questo modo: “C’è anche una forte interazione del Cio con la rete oncologica dell’Istituto Toscano Tumori (Itt), una realtà operativa consolidata in Toscana che coinvolge tutte le aziende sanitarie. Molti pazienti che accedono al Cio sono infatti segnalati dai centri che fanno parte della rete Itt con una piena collaborazione tra tutti i professionisti”.