Formula probiotica AB21: studio dimostra effetti positivi nei pazienti Covid
Un nuovo contributo alla lotta contro il Covid-19 potrebbe arrivare dai probiotici.
È quanto emerge dallo studio realizzato da AB-BIOTICS, azienda biotecnologica spagnola e pubblicato sulla rivista scientifica Gut Microbes che riporta le più importanti novità sul microbiota.
Secondo la ricerca, la formula probiotica AB21, costituita da 4 specifici ceppi probiotici, produce significativi effetti positivi nei pazienti ambulatoriali affetti da Covid-19.
Con benefici sul tasso di remissione, durata del sintomi e carica virale.
A renderli possibili è l’interconnessione tra microbiota intestinale e immunità polmonare del cosiddetto asse intestino-polmone (GLA).
Nel nostro organismo, infatti, i batteri della flora intestinale co-operano con i meccanismi immunitari per proteggerci dalle infezioni.
Formula probiotica AB21: lo studio
Lo studio mostra che la somministrazione di ceppi probiotici specifici può rinforzare i meccanismi antivirali.
Per ottenere questi risultati, i ricercatori hanno coinvolto 293 pazienti tra i 18 e 60 anni con diagnosi di SARS-CoV-2 lieve, non ospedalizzati di cui 126 (42%) con noti fattori di rischio come diabete e/o ipertensione.
Di questi:
- 147 pazienti trattati con AB21
- 146 trattati con placebo.
La formula probiotica AB21 è stata somministrata una volta al giorno per 30 giorni.
La sua è una combinazione di 4 ceppi probiotici, composta da tre ceppi di Lactiplantibacillus plantarum (KABP022, KABP023 e KABP033) e uno di Pediococcus acidilactici (KABP021).
Alla fine dei 30 giorni di osservazione, il 53,1% dei pazienti nel gruppo probiotico ha raggiunto la remissione completa (completa eliminazione dei sintomi e della carica virale).
Contro il 28,1% del gruppo placebo.
Una differenza statisticamente valida.
Inoltre, sono stati osservati effetti significativi anche nel ridurre la durata dei sintomi, la carica virale e gli infiltrati polmonari.
Con al contempo un aumento degli anticorpi IgM (Immunoglobine M) e IgG (Immunoglobine G), specifici per il SARSCoV2.
Non rilevate, invece, modifiche significative nel microbiota fecale.
Suggerendo che la formula probiotica abbia influenzato l’asse intestino-polmone principalmente stimolando il sistema immunitario dell’ospite piuttosto che alterando la composizione del microbiota del colon.
Con la combinazione probiotica AB21, i sintomi da Covid-19 sembrano avere una durata più breve, la carica virale si riduce, gli anticorpi aumentano e gli effetti collaterali, che per lo più riguardano disturbi digestivi, sono marginali.
Del resto, analisi dettagliate degli studi esistenti hanno suggerito che i probiotici orali possono avere un ruolo nelle infezioni respiratorie come il raffreddore e l’influenza.
In attesa di altre ricerche per aprire nuovi scenari
È importante ricordare che durante la realizzazione della ricerca, non si sono verificati aggravamenti da Covid-19 che hanno richiesto il ricovero o il ricovero in terapia intensiva o che hanno portato alla morte.
Quindi, non è stato possibile valutare direttamente l’utilità di questo probiotico nella prevenzione dell’aggravamento o del decesso causato dal Covid-19.
Lo studio, inoltre, è stato condotto in un singolo centro, includendo solo pazienti di etnia ispanica di età compresa tra i 18 e i 60 anni.
In futuro saranno necessari ulteriori approfondimenti sulle popolazioni di altre etnie e fasce di età.
È necessario sottolineare, inoltre, che a causa dell’utilizzo di ceppi probiotici specifici, non è possibile attribuire gli effetti immunitari dei probiotici riportati nello studio ad altre formule.
È comunque una scoperta importante, che potrebbe portare a nuove opzioni per il trattamento di pazienti che hanno contratto il Covid-19 con sintomi lievi e che lascia spazio a ulteriori approfondimenti.
Al momento, infatti, esistono solo alcuni studi osservazionali e retrospettivi, ma nessun’altro studio randomizzato e controllato con placebo.
A oggi non esiste quindi un trattamento a base di probiotici approvato o raccomandato per trattare o prevenire il Covid-19.
Ma, se altre ricerche confermassero questi dati, si potrebbero aprire nuovi scenari.
“I risultati positivi riportati da questo studio sono un importante passo avanti”, dice Pedro Gutiérrez-Castrellón, MD, MSc, DSc, Hospital General Dr. Manuel Gea González. Sec. Salud. México.
“Pochi studi fino a oggi hanno evidenziato soluzioni efficaci per ridurre la durata dei sintomi e la carica virale nei pazienti ambulatoriali Covid-19.
Un probiotico orale che aiuta non solo a ridurre la carica virale ma anche gli infiltrati polmonari e la durata dei sintomi, come il probiotico AB21 sperimentato in questo studio, potrebbe aiutare quindi a supportare i pazienti ambulatoriali in modo più semplice, affiancando le terapie standard riconosciute.”