Mal di testa, che fare? Tutti i dettagli sull’emicrania
Mal di testa, che fare? C’è mal di testa e mal di testa. Chi soffre di emicrania, in particolare, risolve il problema con compresse assunte tempestivamente, all’insorgere dei primi segni. Possono verificarsi fenomeni di sovraccumulo ed effetti collaterali sgradevoli. La qualità della vita dei pazienti affetti risulta minata. L’emicrania, che cos’è? Non si tratta del problema di un solo giorno.
C’è chi vorrebbe risolvere il problema una volta per tutte. Parliamo di una patologia neurologica cronica.
Emicrania, in greco, significa “dolore su un lato della testa”. In effetti, si tratta generalmente di un mal di testa monolaterale, a natura pulsante, con una durata da due a 72 ore.
La caratterizzano cefalee ricorrenti, da moderate a gravi.
Il dolore può essere continuo o pulsante, localizzato o generalizzato a tutto il capo. Spesso, le cefalee si manifestano in associazione con una serie di sintomi, che interessano il sistema nervoso autonomo.
Mal di testa, che fare? Emicrania: sintomi associati
Che dire dei sintomi associati? Non sono allegri: nausea, vomito, fotofobia (la sensibilità alla luce aumenta, ndr), fonofobia (aumento della sensibilità al suono, ndr). In seguito all’attività fisica, poi, il dolore si aggrava.
Ucraina: 9,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare
A quasi un anno dallo scoppio delle ostilità, la situazione in Ucraina è estremamente instabile. Circa 9,3…Mal di testa, che fare? Emicrania con aura
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Quando l’emicrania si manifesta con bagliori, disturbi visivi, si chiama “emicrania con aura”.
Si determinano deficit neurologici temporanei.
Questo disturbo transitorio, che interessa fino a un terzo dei soggetti con emicrania, è visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio: in quest’ultimo caso, estremo, si pensa una parola e se ne dice un’altra, non si riesce a pronunciare parole comprensibili e si riscontra senso di frustrazione nel non parlare. L’aura precede di poco, solitamente, il determinarsi di un episodio di mal di testa. E’ possibile che essa si manifesti senza che, in seguito, si abbia un’emicrania.
Emicranie e cefalee muscolo-tensive occipitali
Emicrania: non un semplice mal di testa. Si cerca, in questi casi, una soluzione di lungo periodo. E probabilmente c’è.
C’è uno studio dell’università di Parma, che riguarda l’efficacia della chirurgia mini-invasiva in caso di emicranie e cefalee muscolo-tensive occipitali, che provengono dai muscoli del collo. E’ noto che, in oltre il 90% dei pazienti trattati, l’intervento ha determinato o la completa scomparsa dei sintomi (80% dei pazienti) o una loro netta diminuzione (18% dei pazienti). Ecco la maniera di cercare e trovare una soluzione radicale alla problematica.
Terapia chirurgica mini-invasiva: il primo lavoro italiano
In merito alla terapia chirurgica mini-invasiva, è stato pubblicato il primo lavoro italiano, sulla rivista internazionale European journal of plastic surgery. Il materiale riassume uno studio del Gruppo di ricerca dell’Università di Parma, guidato dal professor Edoardo Raposio. Si tratta di un docente di Chirurgia plastica del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’ateneo. Un’eccellenza italiana.
Ecco i risultati dello studio. E’ apparso chiaro che in molti pazienti che soffrono di questa patologia comune e invalidante, chiamata solitamente “cervicale”, la causa dei sintomi e degli attacchi di cefalea è l’irritazione di un nervo superficiale, chiamato nervo occipitale, che si trova a livello della nuca, alla base del collo, di solito da parte di un piccolo vaso sanguigno che si trova vicino a esso.
Terapia chirurgica mini-invasiva per le emicranie: ecco come si opera
Ecco come si opera: si pratica una piccola incisione cutanea, che si svolge in anestesia locale. Nel corso dell’intervento chirurgico mini-invasivo, si visualizza il nervo occipitale bilateralmente e lo si sbriglia dalle strutture vicine. Che cosa avviene in più del 90% ei pazienti trattati? Lo abbiamo già affermato.
E’ sufficiente la liberazione di tale nervo, con la concomitante legatura del piccolo vaso che ne determinava l’irritazione, per determinare la completa scomparsa dei sintomi (80% dei pazienti), oppure una loro netta diminuzione (18% dei pazienti).
Emicranie: grande interesse per la nuova pratica chirurgica
Il risultato è nelle cose: la nuova pratica chirurgica mini-invasiva, applicata dal gruppo del professor Raposio, ha suscitato grande interesse a livello internazionale.
Gli esiti positivi sono stati presentati nei principali congressi mondiali di Chirurgia plastica, come il congresso della Società americana di Chirurgia plastica, delle Società congiunte inglese e finlandese di Chirurgia plastica e della Società europea di Chirurgia plastica. Il diuturno, immancabile appuntamento con la cefalea potrebbe diventare un ricordo per coloro che sono colpiti da emicrania. Attendiamo ulteriori sviluppi, perché anche la percentuale che vede soltanto una diminuzione dei sintomi sia annullata.