Vivere con il diabete: riconoscimento precoce e trattamento della malattia

Vivere con il diabete: riconoscimento precoce e trattamento della malattia

Vivere con il diabete: può essere molto difficile. La malattia è subdola: resta per molto tempo asintomatica. Se ne parla molto, ma è poco conosciuta nella vita reale. Si tratta di una patologia cronica e invalidante. Essa è gravata da una costellazione di complicanze croniche e acute, che aumentano drammaticamente la morbilità e la mortalità nei diabetici rispetto alla popolazione senza la malattia.

Vivere con il diabete: le statistiche

Il diabete rappresenta oggi un’emergenza globale. Secondo i calcoli, nel mondo i diabetici accertati sono circa 425 milioni (1 adulto su 11) e sono almeno 212 milioni le persone affette da diabete non diagnosticato. Se non c’è diagnosi, non si può correre ai ripari prima che sia tardi. Le proiezioni sul 2045 dicono che il numero degli over 65 diabetici è destinato a raddoppiare, con pesanti ripercussioni socio-sanitarie e assistenziali. In Italia sono oltre 3 milioni le persone con diabete di tipo 2.

Vivere con il diabete: per il precoce riconoscimento

Vivere con il diabete: riconoscimento precoce e trattamento della malattiaQueste le parole di Antonia Elefante, Uoc Malattie endocrine e del metabolismo, Azienda ospedaliera regionale San Carlo, Potenza: “Una volta lette le stime di prevalenza del diabete nei prossimi anni, è opportuno focalizzare le più idonee modalità di attuazione di programmi di screening del diabete di tipo 2. L’importanza di un precoce riconoscimento e trattamento della malattia è supportata dall’osservazione che il diabete di tipo 2 clinicamente manifesto è preceduto da una lunga fase asintomatica. Durante quest’ultima si instaura il danno a carico dei tessuti bersaglio, con conseguente comparsa delle complicanze del diabete già al momento della diagnosi. Il test di screening nelle persone a rischio, per esempio in età avanzata, obesi, con pregresso diabete gestazionale o con familiarità, non deve essere uno strumento fine a se stesso, ma deve rappresentare un momento per istruire la popolazione sulle modifiche dello stile di vita, in modo da ridurre la classe di rischio e dovrebbe essere ripetuto a distanza di 3 anni se negativo. Le persone con diabete di tipo 2 devono affrontare un cambiamento legato all’introduzione di stili di vita più sani (alimentazione e movimento) che sembrano di facile attuazione ma la realtà dice l’esatto opposto: forse anche su questo bisognerebbe lavorare di più”.

Vivere con il diabete: rischio di malattie cardiovascolari

E’ cambiato il paradigma terapeutico. Sandra di Marco, Uosd Diabetologia, Asur Marche Area Vasta 4,Vivere con il diabete: riconoscimento precoce e trattamento della malattia Fermo, si è espressa in questo modo: “Nel diabetico il rischio di malattie cardiovascolari è triplicato, quello di insufficienza renale terminale è decuplicato, il rischio di amputazione aumenta fino a 20 volte. Fortunatamente da alcuni anni disponiamo di nuove classi farmacologiche, in grado di modificare la storia naturale della malattia attraverso una dimostrata azione di protezione cardio-renale, oltre ai benefici sul controllo glicemico, sul peso corporeo e sulla riduzione del rischio ipoglicemico. Si tratta in particolare dei farmaci ipoglicemizzanti, noti come SGLT2-in e GLP-1 RA: sono protagonisti di importanti studi clinici, che hanno dato risultati sorprendenti sull’efficacia nella riduzione della mortalità cardiovascolare e la progressione della malattia renale cronica. Il paradigma terapeutico del diabete è radicalmente cambiato e le ultime linee guida propongono un approccio centrato sul paziente, personalizzato e soprattutto globale, vale a dire non limitato al controllo glicemico ma esteso a tutte le componenti del rischio cardiovascolare, per la prevenzione delle complicanze micro e macrovascolari e la riduzione della mortalità, legate al diabete”.

Vivere con il diabete: prescrivibilità dei farmaci

Vivere con il diabete: riconoscimento precoce e trattamento della malattiaCarla Greco, medico in formazione specialistica in Endocrinologia e Malattie del metabolismo, Università di Modena e Reggio Emilia, ha così concluso: “In Italia la prescrivibilità e rimborsabilità degli antidiabetici di nuova generazione è condizionata dalle normative Aifa. Negli ultimi anni si sono susseguite diverse novità legislative relative ai trattamenti con questi farmaci, i quali hanno superato alcune limitazioni. Al momento purtroppo rimangono ancora alcuni limiti soprattutto per le associazioni farmacologiche, pur in presenza di molte evidenze scientifiche. Ad esempio non è ancora rimborsabile l’associazione di DPP4-i e SGLT2-in, che rientrerebbe nell’ottica di una precoce intensificazione terapeutica: permette infatti di agire su differenti meccanismi patogenetici alla base del diabete. I DPP4-i favoriscono la secrezione insulinica e inibiscono quella di glucagone in modo glucosio-dipendente, mentre gli SGLT2-in riducono la glicemia per effetto della riduzione della soglia di riassorbimento tubulare di glucosio. Proprio i distinti meccanismi d’azione delle due classi di farmaci, risultando complementari, se non addirittura potenzialmente additivi, forniscono la base per un efficace uso combinato”.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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