Ipoparatiroidismo e diabete: nuove terapie e prevenzione

Ipoparatiroidismo e diabete: nuove terapie e prevenzione

Ipoparatiroidismo: che cos’è? Una disfunzione che interessa le ghiandole paratiroidi (esse funzionano poco). Non a caso, abbiamo messo in evidenza la foto del collo di una donna. Esistono al momento nuove terapie.

Ipoparatiroidismo e diabete: nuove terapie e prevenzione
Fabio Vescini

Spiega meglio Fabio Vescini, specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Azienda Ospedaliero-Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine: “Un aspetto particolarmente interessante è quello relativo alle nuove terapie dell’ipoparatiroidismo, una condizione caratterizzata da bassi livelli circolanti di paratormone (PTH) e calcio, di cui esistono forme autoimmuni o genetiche piuttosto rare; nella maggior parte dei casi infatti l’ipoparatiroidismo insorge in seguito a interventi chirurgici, a carico della tiroide o delle paratiroidi. È una patologia che può provocare sintomi molto invalidanti (parestesie, spasmi muscolari, crampi, depressione, aritmie) che alterano e condizionano profondamente la qualità di vita dei pazienti. Attualmente la terapia dell’ipoparatiroidismo si basa sulla somministrazione di sali di calcio e di forme attive della vitamina D, che tuttavia, in alcuni casi, non sono sufficienti a correggere la sintomatologia soggettiva dei pazienti e che possono provocare disturbi gastro-intestinali e causare complicanze a lungo termine quali calcolosi renale, nefrocalcinosi, sviluppo di cataratta e calcificazioni dei tessuti molli”.

Ipoparatiroidismo: i progressi degli ultimi anni

L’esperto aggiunge: “Negli ultimi anni, diversi studi hanno documentato la possibilità di somministrare ormone paratiroideo (PTH 1-84) alle persone che soffrono di ipoparatiroidismo, ottenendo una risoluzione pressoché completa della sintomatologia e riducendo gli effetti collaterali dei trattamenti fin ora impiegati. Anche la qualità di vita di questi pazienti risulta decisamente migliorata dalla somministrazione di paratormone esogeno. Il PTH 1-84 è stato approvato per l’uso nell’uomo sia dalla Fda americana, sia dall’Ema europea. Il farmaco è già in commercio in alcune nazioni europee. In Italia la sua commercializzazione è attesa in tempi relativamente brevi”.

Ipoparatiroidismo e diabete, che cosa cambia per il malato

Molti sono, come appare chiaro, gli elementi che cambiano per il malato di una patologia, rispetto al soggetto colpito da un’altra. Parliamo, in tal caso, di malattie endocrine. Se si determina l’ipoparatiroidismo, si controlla il bilancio tra calcio e fosforo nel sangue, in caso di diabete, invece, la presenza di glucosio. Ma mentre il paziente con diabete può tenere autonomamente sotto monitoraggio la glicemia, il paziente ipoparatiroideo non può, per il momento, misurare la calcemia a casa, ma deve ricorrere all’analisi del sangue.

Il diabete di tipo 2 (diabete non insulino-dipendente) è la discrepanza tra l’insulina prodotta e l’insulina necessaria, mentre quello di tipo uno si manifesta spesso in età giovanile per un black out delle cellule che producono insulina (diabete insulino-dipendente).

Diabete: l’innovazione terapeutica

Aggiunge Silvia Galasso, specialista in Endocrinologia e malattie del Metabolismo presso l’Azienda

Ipoparatiroidismo e diabete: nuove terapie e prevenzione
Silvia Galasso

sanitaria universitaria integrata di Udine: “L’innovazione terapeutica in diabetologia negli ultimi anni ha portato grandi novità che portano i ricercatori a parlare di un ‘pancreas artificiale’, che è il sogno di tutti i pazienti con diabete di tipo 1. La cura del diabete non ha solo l’obiettivo del controllo glicemico, ma deve mirare a un approccio globale su tutti i fattori di rischio del paziente. I nuovi farmaci permettono infatti di scegliere una terapia più individualizzata per il singolo paziente, volta a prevenire le complicanze della malattia. Per quanto riguarda il diabete di tipo 1 sono disponibili negli ultimi anni diversi dispositivi per il monitoraggio in continuo del glucosio, nuove insuline e sistemi, i microinfusori, per l’erogazione continua sottocute di insulina. Una grande innovazione è rappresentata dall’arrivo di un nuovo sistema integrato di microinfusore e sensore, capace di erogare autonomamente l’insulina sulla base dei valori glicemici rilevati dal sensore con lo scopo di raggiungere e mantenere i target glicemici desiderabili. Rimane comunque al paziente la scelta della dose di insulina ai pasti, consentendo una

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Franco Grimaldi

maggiore libertà nella gestione delle attività quotidiane e riducendo il rischio di errori nella terapia. Alla base del successo dell’utilizzo delle tecnologie applicate al diabete rimane fondamentale la selezione dei pazienti, adeguata educazione e formazione e la presenza di un team multi-disciplinare, esperto e formato”.

Malattie della tiroide e diabete: le statistiche

Franco Grimaldi, direttore della struttura operativa complessa di Endocrinologia, malattie del Metabolismo e Nutrizione clinica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, ci illustra le statistiche: “Parliamo di patologie a grande diffusione: con il diabete che interessa già il 5% degli italiani e con una proiezione al 2050 del 9,1%, le malattie della tiroide colpiscono oltre il 6% ma la patologia tiroidea nodulare arriva fino al 30%, ed è allarme per quanto riguarda i dati sull’obesità”.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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