Diabete, ecco un caleidoscopio di novità: facciamo il punto
Salute

Diabete, ecco un caleidoscopio di novità: facciamo il punto

10/10/2018
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Diabete: ci sono novità sotto il sole. E’ stato realizzato in collaborazione con l’Università di Bari un algoritmo che analizza le informazioni di migliaia di pazienti: in tal modo il medico è agevolato, nel prendere le migliori decisioni terapeutiche. Le nuove tecnologie si pongono al servizio di chi cura e di chi è curato. In sostituzione del diario cartaceo, oggi ci sono app e sistemi in grado di comunicare anche in remoto. E’ possibile contare su di un ecosistema digitale per la gestione dei dati e per il trattamento hi-tech del diabete.

Diabete: qualche dato

Gli italiani che convivono con il diabete di tipo 2 sono oltre 3 milioni: si tratta del 5,3% dell’intera popolazione. Coloro che sono affetti sulla nostra Penisola dal diabete di tipo 1 sono, invece, circa 300.000.

Nel Mondo, sono 425 milioni le persone colpite: una su 11. Nel 2045, saranno 629 milioni le persone con diabete in tutto.

Ogni 2 minuti una persona riceve la diagnosi di diabete; più di 1 milione di bambini e adolescenti nel mondo hanno il diabete tipo 1. Ogni anno 5 milioni di persone sul Pianeta blu muoiono a causa della patologia.

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Quanto costa il diabete

Il diabete, in Italia, pesa per oltre 15 miliardi sul Sistema sanitario nazionale. Il costo medio per paziente, se parliamo soltanto dei farmaci, varia dai 2.600 ai 3.100 euro l’anno. La maggioranza delle spese sono dovute a ricoveri ospedalieri (49% dei costi sanitari), a causa delle complicanze e/o della non corretta gestione della malattia. Secondo le stime, aumentando soltanto del 3% la spesa per i device medici (che ora incidono per il 4%), si otterrebbe un risparmio delle spese sanitarie pari al 34%.

Diabete e monitoraggio costante

Tale patologia, come è noto, che richiede un monitoraggio costante, con riflessi negativi sulla qualità della vita. In tale contesto si determinano eHealth e mHealth: parliamo dell’utilizzo in ambito medico-sanitario di smartphone e tablet. Con questi strumenti, è possibile garantire a queste persone una vita normale? Sono necessari, come appare chiaro, trattamenti personalizzati. Ci siamo chiesti quale ruolo abbia il medico e come consolidare, senza snaturare i ruoli, la collaborazione tra medico e paziente.

Diabete: la parola agli esperti

Massimo Balestri, Ad Roche diabetes care Italy, si è espresso in questo modo: “I nuovi strumenti e le soluzioni digitali sono in grado di comunicare con diverse tecnologie. Intendiamo rendere possibile la raccolta, la contestualizzazione e l’analisi della moltitudine di dati rilevanti per la malattia, in sostegno delle decisioni dei medici, per prevenire o ritardare la progressione della patologia. Non solo, quindi, strumenti per la misurazione della glicemia, ma una tecnologia che mette i pazienti e i medici nelle condizioni di poter gestire, anche a distanza, e tenere monitorati i dati glicemici attraverso l’uso di app, algoritmi e cartelle cliniche digitali”.

Diabete e tecnologia: facciamo qualche esempio

Eversense xl è il primo sensore impiantabile (sottocute) per la misurazione in continuo della glicemia. E’ in grado di inviare tutti i dati allo smartphone del paziente. Quest’ultimo, a sua volta, può condividerli con il proprio medico. Lo strumento è a oggi utilizzato da più di 480 persone in Italia. La nuova cartella clinica diabetologica digitale, del resto, è nata dall’accordo tra Roche diabetes care Italy e Meteda: Smart digital clinic sarà implementata in tutti i centri di diabetologia in Italia. Sono circa 10.000 gli healthcare professional registrati (diabetologi, endocrinologi, medici di medicina generale etc.), con circa 1.040 punti di accesso, in un’unica soluzione di riferimento per i centri in Italia. Diabetologi e i medici che seguono le persone con diabete hanno a disposizione uno strumento che per semplicità d’uso, chiarezza e possibilità di personalizzazione dovrebbe contribuire a valorizzare i dati clinici, ottimizzare il tempo della visita e, in ultima analisi, favorire una miglior gestione del paziente.

MySugr, inoltre, è la app più scaricata al mondo di questo genere. Offre ai pazienti una serie di strumenti per la gestione quotidiana del diabete direttamente dal proprio smartphone. Parliamo di un “diario glicemico” capace di connettersi attraverso il Bluetooth, con alcuni dispositivi per la misurazione della glicemia. E’ possibile creare semplici report e grafici con l’andamento dei valori glicemici o avere un calcolatore in grado di valutare la quantità di insulina necessaria in una determinata situazione.

Diabete: ecco l’algoritmo

La maggior parte delle persone con diabete, pari a circa il 90%, è di tipo 2. Molte sono trattate con Diabete, ecco un caleidoscopio di novità: facciamo il puntoterapie orali. L’Università di Bari, come detto, ha deciso di sviluppare un algoritmo in grado di aiutare i medici a prendere decisioni terapeutiche sempre più personalizzate.

Un algoritmo: che cos’è? Un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi elementari, chiari e non ambigui, in un tempo ragionevole.

Come agire? Attraverso l’integrazione delle numerose informazioni derivanti dal monitoraggio glicemico e dai diversi effetti dei farmaci ipoglicemizzanti. Si tratta, dunque, di un procedimento in grado di supportare il medico nella scelta del farmaco migliore per ogni paziente, il più efficace per raggiungere l’obiettivo terapeutico prefissato.

Queste le parole di Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia e direttore della Uo complessa di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro: “Oggi il medico diabetologo si trova di fronte alla necessità di gestire in tempi brevi tutte le informazioni generate dal monitoraggio glicemico nei pazienti di tipo 2 e di considerare le caratteristiche di efficacia dei tanti farmaci oggi disponibili, per raggiungere l’obiettivo terapeutico desiderato. L’algoritmo su cui stiamo lavorando con Roche riuscirà a mettere insieme tutte queste informazioni per offrire al medico un quadro più chiaro della malattia del proprio paziente, così da poter gestire in modo personalizzato monitoraggio glicemico e terapia farmacologica”.

Così commenta Massimo Balestri: “Con il professor Giorgino abbiamo subito capito che uno dei problemi del medico è quello di riuscire a gestire, in modo strutturato, le migliaia di informazioni raccolte da questi pazienti”.

Così conclude Giorgino: “L’algoritmo potrà offrire indubbi vantaggi sia al medico nella sua pratica clinica quotidiana, sia al paziente nel raggiungimento di un miglior controllo della malattia, sia al Sistema sanitario per una riduzione degli sprechi derivanti dall’utilizzo inadeguato dei presidi e dei farmaci disponibili”.

I device per la gestione continua del diabete

Diabete, ecco un caleidoscopio di novità: facciamo il puntoE’ un tormento per coloro che sono colpiti da diabete: la serie di punture al polpastrello, al fine di controllare la glicemia.

Secondo Antonio Ceriello, direttore dell’Irccs multimedica, Milano, presidente del Gruppo di studio “Diabetes and cardiovascular deseases” dell’Easd, “Uno dei problemi più sentiti nella gestione del diabete sta nell’obbligo di sottoporsi a continue punture e iniezioni. Oggi grazie ai sistemi di microinfusione continua è possibile ovviare al disagio di iniettarsi l’insulina più volte al giorno. Grazie alla tecnologia del monitoraggio continuo, si può avere sotto controllo in tempo reale la propria glicemia, senza ricorrere a continue punture. Ciò mette al riparo i pazienti da ogni imprevisto, compresa la complicanza più diffusa (quella che produce più ricoveri), cioè l’ipoglicemia. Oggi i pazienti di tutte le età possono contare su supporti automatici sicuri, precisi, la cui efficacia e affidabilità sono provate da numerosi studi scientifici e dalla clinica. Il tutto senza alcun aggravio di spesa. Anzi con la possibilità, dimostrata, di una significativa riduzione dei costi”.

Presenta il sistema Theras group, l’azienda italiana leader nel campo delle tecnologie d’avanguardia e nella ricerca, in partnership con Insulet inc. e Dexcom inc.

Diabete: arriva il cerotto intelligente

Omnipod è un microinfusore che ha le dimensioni di un “micro-mouse” (il Pod, appunto) e fornisce fino a 3 giorni di somministrazione continua di insulina (200 unità). Non è più necessario praticarsi iniezioni da soli. Il sistema permette di nuotare, praticare lo sport, fare la doccia (impermeabile fino a 7,6 metri) e condurre la propria vita sociale fin da molto piccoli. Monitoraggio e terapia vengono gestiti in sicurezza e automaticamente.

Diabete: il sensore Dexcom G5

Parliamo di un sistema di monitoraggio glicemico continuo di altissima precisione, che consente interventi preventivi e correttivi al fine di mantenere o ricondurre la glicemia in un range fisiologico. Si allontanano, in tal modo, complicanze anche molto pericolose. Ma come si utilizza? Il sensore si inserisce sotto la pelle, in modo semplice e indolore. E’ in grado di dialogare con una app sullo smartphone.

Cristiano Ferrari, presidente di Theras group, ha dichiarato: “Tante iniezioni significano anche il disagio di sentirsi limitati e diversi dagli altri. La nuova tecnologia permette a tutti i diabetici di dimenticarse le misurazioni e le punture. Chi ha il diabete oggi può avere una vita normale, fatta di sport, di gioco e di socialità piena. Senza dimenticare che l’innovazione per essere davvero indispensabile deve essere anche sostenibile, affinché il numero di pazienti che ne possono beneficiare non sia una ristretta élite ma la maggioranza di coloro che ne hanno bisogno”.

Diabete: Dexcom G6

Dexcom G6 è l’upgrade del G5. Permette la misurazione in continuo della glicemia. Rispetto agli altri sistemi, potrà essere indossato per 10 giorni (anziché 7, riducendo il costo dell’utilizzo di circa 25%). Non è necessaria alcuna calibrazione (cioè nessuna puntura di verifica). Lo strumento è dotato di allarmi, in grado di predire eventi di ipo o iperglicemia che raggiungono smartphone e smartwatch con largo anticipo (20 minuti prima). In tal modo è possibile un intervento tempestivo sulla terapia. Con il nuovo device non è necessaria alcuna cannula. Le dimensioni sono state ridotte del 28%. Si tratta, di conseguenza, del microinfusore più piccolo sul mercato. L’applicazione è semplice.

Diabete: per combattere l’ipoglicemia

Sono stati resi noti i risultati delle analisi post-hoc (a posteriori, ndr) dagli studi Switch 1 e 2, che riguardano l’insulina degludec. Sulla base dei dati raccolti, le persone con diabete tipo 1 e 2 nella pratica clinica possono raggiungere un miglior controllo glicemico (HbA1c) con l’insulina degludec rispetto a insulina glargine 100 U, senza un aumento degli episodi di ipoglicemia: essi consistono in abbassamenti dei livelli dello zucchero nel sangue potenzialmente pericolosi.

Ipoglicemia: che cos’è?

L’ipoglicemia si determina quando i livelli di zucchero nel sangue sono troppo bassi e gli organi del corpo non ricevono l’energia di cui hanno bisogno. L’ipoglicemia può causare una serie di sintomi tra cui confusione, tremori, sudorazione, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di concentrazione e linguaggio e, nei casi più gravi, ne possono discendere convulsioni o coma.

Abbassare il livello di zucchero nel sangue: perché?

Perché è importante abbassare il livello di zucchero nel sangue? Aiuta a prevenire le complicanze del diabete. Tale riduzione, tuttavia, può aumentare il rischio di ipoglicemia. Si stima che le persone con diabete possano raggiungere una riduzione media del livello di HbA1c, dello 0,61% nel diabete tipo 1, dello 0,67% nel tipo 2, con l’insulina degludec rispetto a insulina glargine 100 U, con tassi simili di ipoglicemia.

Che cos’è l’insulina Degludec

Parliamo di un’insulina basale in mono-somministrazione giornaliera. La sua durata d’azione è superioreDiabete, ecco un caleidoscopio di novità: facciamo il punto alle 42 ore e si ottiene un effetto stabile di riduzione della glicemia. Sulla base degli studi clinici, è stata rilevata un’efficace riduzione di HbA1c e un minor rischio di ipoglicemia in alcune popolazioni di pazienti e casi rispetto all’insulina glargine 100 U, in particolare nel diabete tipo 2. Rispetto all’insulina glargine 100 U, ha inoltre una bassa variabilità giornaliera.

L’insulina degludec ha ottenuto la prima approvazione regolatoria nel settembre 2012 e da allora è stata approvata in oltre 80 Paesi in tutto il mondo. Al momento è disponibile in commercio in oltre 61 Paesi.

Mads Krogsgaard Thomsen, executive vice president e chief science officer di Novo Nordisk, ha affermato: “Gli episodi di ipoglicemia possono essere pericolosi per le persone con diabete e rappresentano spesso una barriera significativa al raggiungimento di un buon controllo glicemico. I dati presentati, basati sulla riduzione del rischio di ipoglicemia con insulina degludec, riscontrata nel periodo di mantenimento del programma di studi Switch, si aggiungono agli studi già pubblicati, che dimostrano un rischio ridotto di ipoglicemia con l’insulina delugludec. E’ confermato il fatto che questo trattamento possa aiutare le persone con diabete a controllare la malattia”.

Diabete, insulina degludec: l’analisi

L’analisi post-hoc è stata posta in essere sulla base dei dati dei soggetti arruolati negli studi Switch 1 e 2. In persone con diabete tipo 1 e 2, sono stati rilevati a livello statistico tassi significativamente più bassi di ipoglicemia sintomatica complessiva, rispetto all’insulina glargine 100 U.

Diabete: come si è ragionato

Sulla base delle nuove analisi post-hoc, si è ragionato a livello individuale sul rischio di incorrere in episodi di ipoglicemia: sia quando era somministrata l’insulina degludec, sia quando era somministrata l’insulina glargine 100 U. Si è compreso in che modo il controllo glicemico cambi con tassi simili di ipoglicemia.

In ogni visita, il livello di HbA1c di ciascuno dei partecipanti allo studio era posto in collegamento con il numero di episodi di ipoglicemia avuti a partire dall’ultima visita. La riduzione del rischio di ipoglicemia con insulina degludec è stata calcolata, come detto, utilizzando la riduzione dell’ipoglicemia osservata con insulina degludec rispetto all’insulina glargine 100 U.

I dati riportati nel presente articolo sono stati raccolti a Berlino, dal primo al 5 ottobre, nel corso del 54th annual meeting of the European association for the study of diabetes (Easd).

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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